CAPITOLO 1: il reclutatore di mercenari.
Apr 29, 2014 16:31:42 GMT
Post by Kurtz Rommel on Apr 29, 2014 16:31:42 GMT
Per il mio giro di articoli sul Satanismo Gnostico, ne propongo qui uno richiestomi come parte di un lavoro più grosso, il cui argomento è la visione di Satana che le varie scuole di pensiero hanno.
Ovviamente io mi sono occupato della scuola gnostica, e della particolare idea che Dean Joseph Martin sviluppò relativamente alla figura di Satana: un'idea forse scomoda e diversa dalle altre, che rifiuta il ruolo di "padre" e le attribuzioni di "bontà" che spesso, ed impropriamente, gli vengono attribuite, e che allo stesso modo scardina il concetto di "dono" del libero arbitrio fatto agli uomini. Un'idea appunto scomoda, maturata dal particolare contesto sociale e lavorativo di Martin, ma indubbiamente nuova e degna di nota.
"Ogni cultura e tradizione che si rispetti, oltre a diverse altre che di rispettabile hanno ben poco, fa di Satana una sua descrizione, più o meno azzeccata o più o meno fantasiosa, magari chiamandolo con altri nomi, od anche senza nemmeno identificarlo come la stessa entità riconosciuta dai Satanisti.
Rimanendo nell’ambito del Satanismo, abbiamo già visto come venga interpretata questa figura nell’ambito del Teismo e del Razionalismo laveyano. Io mi occuperò, invece, di darne una descrizione secondo la visione gnostica, così come è stata intesa ed organizzata da Dean Joseph Martin.
Questa corrente di pensiero, che prende molte idee da dottrine come il Pitagorismo, la Cabala, lo Gnosticismo e l'Ermetismo, si fonda sul fatto che il “soprannaturale” sia spiegabile con le leggi scientifiche.
Nulla può esistere senza sottostare necessariamente alle leggi, fisiche e logiche, che regolano il creato ed il suo funzionamento: se qualcosa vi risiede, quindi, non può ignorare tali leggi né creare un assurdo logico.
Tutto ciò che oggi viene definito come “magico”, “metafisico” o “soprannaturale”, in realtà, è solo una manifestazione a livelli diversi di qualcosa di perfettamente normale, e di cui un giorno si potrà dare una spiegazione precisa. Anche la natura di una divinità deve obbedire alle leggi fisiche e logiche dell’universo in cui risiede, diventando di conseguenza spiegabile scientificamente e senza possibilità di incertezza, quindi eliminando il bisogno di ricorrere a giochi mentali, “misteri della fede” e definizioni di “soprannaturale”.
Sostanzialmente il “soprannaturale” è nulla più che la fenomenologia relativa all’esistenza di vari piani di esistenza diversi dal nostro, ma generati secondo leggi scientifiche pari a quelle che regolano il nostro.
Vere e proprie dimensioni, parallele o no alla nostra, superiori od anche inferiori, sono popolate da un enorme numero di entità, dall'uomo generalmente chiamate “angeli” o “demoni”. Queste creature, che nei loro piani esistenziali vivono esattamente come noi nel nostro, sono intese come delle emanazioni di una super-intelligenza, il Caos. Queste emanazioni, vere e proprie copie in scala ridotta del Caos, furono da subito istruite a fare una cosa in particolare: studiare, conoscere, capire ed evolversi, allo scopo di risalire lungo tutti i piani esistenziali, dai più bassi fino ai più elevati, fino a diventare delle vere e proprie divinità.
Questa idea fu definita “scintilla divina”; allo stesso modo, queste emanazioni sono la nostra vera essenza, indicata in diversi modi, tra cui “anima” e “spirito”, da diversi pensieri, filosofie e scuole religiose.
Qui arriviamo al senso della definizione di “satanismo gnostico”. Il termine “gnosi” significa “conoscenza”.
“Conoscenza” intesa nel senso più letterale: cioè, come già detto, studio, comprensione, scoperta delle più diverse cose, finalizzata al raggiungimento di uno stato di illuminazione superiore. Questo stato non è inteso come qualche strana condizione mistica, ma come l’arrivo, per ognuno di noi, alla sua innata natura di divinità. Questo concetto è, anche se (nemmeno troppo) riveduto e corretto, alla base dello Gnosticismo, dottrina sviluppatasi nei primi secoli del cristianesimo e successivamente ridimensionatasi fino a sparire.
Martin, in ossequio al principio base dello Gnosticismo classico, cioè appunto quello della ricerca della vera conoscenza, ottenuta attraverso lo studio, definì queste creature col nome di Eoni.
Senza stare a fare qui un trattato relativo al Caos ed alla sua decisione di generare diversi piani esistenziali, per poi popolarli di sue emanazioni, mi limiterò a descrivere come Satana viene visto in questo contesto.
Partiamo da una domanda fondamentale, e cioè quella che diede a Martin lo spunto per le sue ricerche.
Se esiste un dio, e viene descritto come una creatura tanto buona ed amorevole, perché il mondo reale è strapieno di problemi? Perché questo dio non si muove per rimettere a posto le cose, se è così buono?
La risposta che Martin ne elaborò, dopo diverso tempo, fu tanto semplice quanto ferocemente realistica.
Perché questo dio, molto semplicemente, non è tutto questo concentrato di bontà, ed anzi ha tutti i suoi interessi a mantenere sotto il suo dominio quante più creature possibile.
Anche qui, senza stare a fare un trattato relativo alle motivazioni personali di questa divinità, che Martin identificò come il Dio venerato nel cristianesimo e nelle maggiori religioni, e rinominò il “Despota”, per identificarlo con maggior chiarezza, cercherò di dare un piccolo accenno di “come tutto cominciò”, e dopo di descrivere il ruolo di Satana in questo contesto.
Partiamo dall’inizio. Il Despota, per tutta una serie di motivazioni, divenne il dittatore di un folto gruppo di entità eoniche, che ricordo essere emanazioni (quindi copie in piccolo) del Caos. Il risultato fu la nascita di una sorta di stato di polizia, espanso su praticamente tutti i piani esistenziali, il cui unico scopo era quello di negare la libertà personale ed il libero arbitrio ad un numero incalcolabile di creature, soprattutto alle “inferiori” (ed anche a diverse sue pari), condannandole a non potersi evolvere e a non poter divenire le divinità che erano in potenza, quindi in sostanza a non poterlo minacciare in alcun modo.
Il modo pratico per ingabbiare gli “inferiori” in una condizione di sottomissione fu quello di mantenerle in uno stato perenne di ignoranza, intesa come mancanza di conoscenza e di comprensione di sé, del proprio potenziale e delle leggi che regolano il creato.
Non poter studiare e capire, quindi, avrebbe bloccato la spinta evolutiva degli “inferiori”, condannandoli ad una eterna condizione di sottomissione, comodissima per il Despota, ben intenzionato a mantenere la sua posizione di totale egemonia.
Arriviamo ora al ruolo di Satana in tutto questo.
Una di queste entità, identificata come Satana, si rese conto di essere solo in uno stato di totale servitù.
Creatura eonica esattamente pari al Despota, come potenza e rango, col tempo riuscì a radunarsi intorno un'armata di altri suoi pari, e gli mosse guerra: la “caduta” già descritta nella Bibbia viene identificata da Martin come la lotta tra più fazioni, terminata con una parziale ritirata ma ottenendo il grosso risultato di distaccarsi dalla dittatura del Despota. Le cosiddette “schiere degli angeli caduti”, poi, sono identificabili semplicemente come tutte le creature che si unirono a Satana, combattendo con lui per liberarsi dal loro stato di servitù, inquadrate in un esercito potente e ben strutturato. Fossero state poche e disorganizzate, il Despota non avrebbe avuto grossi problemi a ridurle al silenzio in via definitiva.
Il risultato fu qualcosa di molto simile ad una situazione di stallo: col Despota indebolito ma non ancora eliminato, però incapace di rimettere in catene quanti gli si erano rivoltati contro, il passo successivo fu la conquista di un piano esistenziale nel quale Satana e i suoi “demoni”, così come vengono generalmente chiamati, hanno fatto la loro casa. Questa guerra, secondo la visione gnostica, non si svolse su un solo piano esistenziale, ma su diversi altri: l'episodio narrato nella Genesi di Eva e del serpente ne è un esempio. Da diverse fonti è visto come il dono di Satana alle creature “inferiori” del libero arbitrio e della capacità di conoscere, che invece il Despota aveva loro tolto per il suo tornaconto. Sotto un aspetto più pratico lo si può vedere come un buon atto di sabotaggio: liberare altre entità dalla dittatura del Despota è comunque interpretabile non soltanto come un “dono” a loro fatto, ma come la creazione di un ulteriore bacino di potenziali alleati e reclute per la sua armata.
Un “dono”, se vogliamo chiamarlo così, ovviamente per nulla disinteressato, né dettato da dei buonismi di dubbio gusto: Satana non è “amore” o “bontà”, o il “dio delle origini” (quali, visto che non discendiamo da una sola cultura?) come viene dipinto da certe devianze di dubbio gusto e nessuna serietà, pseudopagane e di stampo sitchiniano, ufologico, neonazi e new age (se di new age si può parlare… anche qui ho dei dubbi).
Il “dono” che Satana ha fatto all’uomo, cioè il libero arbitrio, è chiaramente stato fatto con uno scopo ben preciso: vivere in modo autonomo e libero aiuta ad indebolire l’influenza e il potere del Despota su ogni creatura che ne faccia uso, fino alla demolizione completa di ogni forma di asservimento precedente.
Analizziamo quindi questo concetto: se quello fatto da Satana all’uomo non è un dono, allora cos’è?
Martin ne ha dato una spiegazione diversa dalle altre, magari scomoda e poco “politicamente corretta”, ma effettivamente logica e razionale. Satana, molto semplicemente, sta reclutando mercenari.
Chi è abituato a pensare a “doni” e ad una presunta “bontà” di Satana, leggendo questo, potrà storcere il naso, ma i fatti non cambiano: questa è l’idea della scuola gnostica di Martin, e tale rimane.
Spiegata meglio, parte da un presupposto fondamentale: e cioè che Satana ha bisogno, per poter prevalere sul Despota, di quanti più combattenti possibili. Si parla di combattenti proprio in base all’idea, peraltro già riconosciuta da diverse scuole religiose, della “battaglia finale” tra due fazioni, genericamente individuate come “bene” e “male”. Giustamente per combattere servono soldati, reclutati o di forza o per tornaconto.
E qui si vedono le differenze tra Satana ed il Despota per come sono state teorizzate dalla scuola gnostica. Il Despota ha scelto la strada dell’asservimento di ogni creatura ai suoi voleri; Satana ha preso una direzione diversa. Sostanzialmente ha deciso di reclutare, diciamo così, quante più creature riesce dando loro il libero arbitrio e la capacità di vivere in modo autonomo, evolversi e risalire al loro già insito stadio divino.
E’ proprio questo che viene visto come un “dono”, mentre invece Martin lo ha descritto come una pura e semplice fornitura di armi ed equipaggiamenti.
Il fatto di potersi staccare dall’asservimento al Despota, secondo la scuola gnostica, è ottenuto col libero arbitrio, che quindi non è niente altro se non un’arma a disposizione del singolo, con cui combattere per il suo premio. Una persona, usando il libero arbitrio, non sta godendo di un dono fine a se stesso, ma si sta staccando dall’asservimento al Despota. Sostanzialmente sta combattendo, quindi sta usando un’arma che le è stata affidata.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: chi usa il suo libero arbitrio sta combattendo, ma per chi?
La risposta di Martin è, anche qui, semplice e chiara. Per se stessa. Non per un “bene superiore”, o per un “padre amorevole” verso cui debba avere sentimenti di gratitudine, ma semplicemente per sé e per il suo personale bene e tornaconto.
Non lo sta facendo neanche “per Satana”: in una visione del genere, ovviamente derivata dal background professionale di Martin, Satana è semplicemente descritto come un reclutatore, un cliente che fornisce ad un mercenario tutto ciò che gli serve per operare efficacemente, e che alla fine gli pagherà il suo premio.
Satana, in questa visione, sta dicendo una cosa estremamente chiara: “Ho bisogno di gente, combattete per me e avrete sia le armi e dotazioni necessarie, fornite da me, sia un ricco premio alla fine del contratto.”
Sta sostanzialmente proponendo un contratto di ingaggio, le cui regole sono semplici e chiare: Martin le ha riassunte come segue, con logica e fantasia, nel suo scritto “Fundamentals of survival for gnostic pso”.
1- Al singolo viene richiesto di operare allo scopo di liberarsi dall’asservimento al Despota, al fine di evitare il collasso dell’intero creato; a tale scopo viene dotato di armi, dotazioni, equipaggiamenti adeguati, nella fattispecie la capacità di conoscere, l’intelligenza ed il libero arbitrio;
2- La capacità di conoscere non è un regalo ma una dotazione, di cui l’operatore si servirà allo scopo di studiare, cioè di esaminare con chiarezza la situazione circostante, ed acquisirne i dati relativi, senza tralasciare, sottovalutare o trascurare nulla;
3- L’intelligenza non è un regalo ma un equipaggiamento, di cui l’operatore si servirà per analizzare ed elaborare i dati acquisiti grazie alla capacità di conoscere (vedi punto 2), in modo da ottenere un quadro chiaro e rigoroso della situazione, eliminando sistematicamente e progressivamente sbagli, omissioni, false certezze ed imprecisioni;
4- Il libero arbitrio non è un regalo ma un’arma, di cui l’operatore si servirà, basandosi sulla sua reale coscienza della situazione, ottenuta mediante la capacità di conoscere (vedi punto 2) e l’analisi dei dati mediante l’intelligenza (vedi punto 3), allo scopo di prendere le decisioni più convenienti per sé in modo autonomo, svincolandosi dalla necessità di una guida esterna;
5- Il procedimento di raccolta dei dati, loro analisi ed utilizzo pratico non può mai, ed in alcun modo, andare contro alle leggi e regole, studiabili e scientificamente verificabili in quanto rispondenti ai canoni della logica, che descrivono il funzionamento del creato, né può rifarsi a questioni di “fede”;
6- Le “regole di ingaggio” ricadono sotto il libero arbitrio del singolo, che decide in modo autonomo come operare al fine di raggiungere la sua personale evoluzione e libertà da ogni asservimento, fino al momento dello scontro aperto contro il Despota e le sue forze;
7- Gli operatori possono, in ogni momento, decidere autonomamente di rescindere il contratto; questo comporterà però la perdita definitiva di ogni beneficio acquisito. Il premio di ingaggio garantito invece agli operatori che abbiano portato a termine il contratto con fedeltà è il raggiungimento, al termine dello stesso, della loro già innata condizione di divinità, al momento negata dalle impari condizioni imposte dal Despota.
Come si può vedere, quello tra Satana e una creatura quale può essere un uomo è visto, secondo la scuola gnostica, come un vero e proprio contratto tra le parti, non disinteressato né a senso unico: da ambo le parti ci si impegna a fornire la propria opera, per arrivare ad un risultato soddisfacente per tutti.
Risultato che è, appunto, il distacco dalla condizione di sottomissione al despota ed il raggiungimento della propria condizione divina.
La descrizione che Martin fa di Satana è quindi quella di un’entità pari al Despota, antica, potente, e diretta emanazione del Caos, con un piano e un modo di porsi ben chiari; un’entità per noi spirituale, non “buona” o “cattiva”, ma semplicemente giusta: un’autorità a cui non poter delegare comodamente la soluzione dei problemi personali che con un po' di sforzo si potrebbero superare, ma che ha già fatto l'enorme favore all'uomo di renderlo autonomo ed in grado di evolversi, senza dover più fare affidamento a guide esterne magari in malafede, intermediari di dubbia onestà e metafisica indimostrabile.
Un favore che, come già detto, nella visione gnostica non è un “dono”, ma una dotazione indispensabile per combattere una situazione di asservimento, scomoda e pericolosa, ed ottenerne un premio incalcolabile."
Ovviamente io mi sono occupato della scuola gnostica, e della particolare idea che Dean Joseph Martin sviluppò relativamente alla figura di Satana: un'idea forse scomoda e diversa dalle altre, che rifiuta il ruolo di "padre" e le attribuzioni di "bontà" che spesso, ed impropriamente, gli vengono attribuite, e che allo stesso modo scardina il concetto di "dono" del libero arbitrio fatto agli uomini. Un'idea appunto scomoda, maturata dal particolare contesto sociale e lavorativo di Martin, ma indubbiamente nuova e degna di nota.
"Ogni cultura e tradizione che si rispetti, oltre a diverse altre che di rispettabile hanno ben poco, fa di Satana una sua descrizione, più o meno azzeccata o più o meno fantasiosa, magari chiamandolo con altri nomi, od anche senza nemmeno identificarlo come la stessa entità riconosciuta dai Satanisti.
Rimanendo nell’ambito del Satanismo, abbiamo già visto come venga interpretata questa figura nell’ambito del Teismo e del Razionalismo laveyano. Io mi occuperò, invece, di darne una descrizione secondo la visione gnostica, così come è stata intesa ed organizzata da Dean Joseph Martin.
Questa corrente di pensiero, che prende molte idee da dottrine come il Pitagorismo, la Cabala, lo Gnosticismo e l'Ermetismo, si fonda sul fatto che il “soprannaturale” sia spiegabile con le leggi scientifiche.
Nulla può esistere senza sottostare necessariamente alle leggi, fisiche e logiche, che regolano il creato ed il suo funzionamento: se qualcosa vi risiede, quindi, non può ignorare tali leggi né creare un assurdo logico.
Tutto ciò che oggi viene definito come “magico”, “metafisico” o “soprannaturale”, in realtà, è solo una manifestazione a livelli diversi di qualcosa di perfettamente normale, e di cui un giorno si potrà dare una spiegazione precisa. Anche la natura di una divinità deve obbedire alle leggi fisiche e logiche dell’universo in cui risiede, diventando di conseguenza spiegabile scientificamente e senza possibilità di incertezza, quindi eliminando il bisogno di ricorrere a giochi mentali, “misteri della fede” e definizioni di “soprannaturale”.
Sostanzialmente il “soprannaturale” è nulla più che la fenomenologia relativa all’esistenza di vari piani di esistenza diversi dal nostro, ma generati secondo leggi scientifiche pari a quelle che regolano il nostro.
Vere e proprie dimensioni, parallele o no alla nostra, superiori od anche inferiori, sono popolate da un enorme numero di entità, dall'uomo generalmente chiamate “angeli” o “demoni”. Queste creature, che nei loro piani esistenziali vivono esattamente come noi nel nostro, sono intese come delle emanazioni di una super-intelligenza, il Caos. Queste emanazioni, vere e proprie copie in scala ridotta del Caos, furono da subito istruite a fare una cosa in particolare: studiare, conoscere, capire ed evolversi, allo scopo di risalire lungo tutti i piani esistenziali, dai più bassi fino ai più elevati, fino a diventare delle vere e proprie divinità.
Questa idea fu definita “scintilla divina”; allo stesso modo, queste emanazioni sono la nostra vera essenza, indicata in diversi modi, tra cui “anima” e “spirito”, da diversi pensieri, filosofie e scuole religiose.
Qui arriviamo al senso della definizione di “satanismo gnostico”. Il termine “gnosi” significa “conoscenza”.
“Conoscenza” intesa nel senso più letterale: cioè, come già detto, studio, comprensione, scoperta delle più diverse cose, finalizzata al raggiungimento di uno stato di illuminazione superiore. Questo stato non è inteso come qualche strana condizione mistica, ma come l’arrivo, per ognuno di noi, alla sua innata natura di divinità. Questo concetto è, anche se (nemmeno troppo) riveduto e corretto, alla base dello Gnosticismo, dottrina sviluppatasi nei primi secoli del cristianesimo e successivamente ridimensionatasi fino a sparire.
Martin, in ossequio al principio base dello Gnosticismo classico, cioè appunto quello della ricerca della vera conoscenza, ottenuta attraverso lo studio, definì queste creature col nome di Eoni.
Senza stare a fare qui un trattato relativo al Caos ed alla sua decisione di generare diversi piani esistenziali, per poi popolarli di sue emanazioni, mi limiterò a descrivere come Satana viene visto in questo contesto.
Partiamo da una domanda fondamentale, e cioè quella che diede a Martin lo spunto per le sue ricerche.
Se esiste un dio, e viene descritto come una creatura tanto buona ed amorevole, perché il mondo reale è strapieno di problemi? Perché questo dio non si muove per rimettere a posto le cose, se è così buono?
La risposta che Martin ne elaborò, dopo diverso tempo, fu tanto semplice quanto ferocemente realistica.
Perché questo dio, molto semplicemente, non è tutto questo concentrato di bontà, ed anzi ha tutti i suoi interessi a mantenere sotto il suo dominio quante più creature possibile.
Anche qui, senza stare a fare un trattato relativo alle motivazioni personali di questa divinità, che Martin identificò come il Dio venerato nel cristianesimo e nelle maggiori religioni, e rinominò il “Despota”, per identificarlo con maggior chiarezza, cercherò di dare un piccolo accenno di “come tutto cominciò”, e dopo di descrivere il ruolo di Satana in questo contesto.
Partiamo dall’inizio. Il Despota, per tutta una serie di motivazioni, divenne il dittatore di un folto gruppo di entità eoniche, che ricordo essere emanazioni (quindi copie in piccolo) del Caos. Il risultato fu la nascita di una sorta di stato di polizia, espanso su praticamente tutti i piani esistenziali, il cui unico scopo era quello di negare la libertà personale ed il libero arbitrio ad un numero incalcolabile di creature, soprattutto alle “inferiori” (ed anche a diverse sue pari), condannandole a non potersi evolvere e a non poter divenire le divinità che erano in potenza, quindi in sostanza a non poterlo minacciare in alcun modo.
Il modo pratico per ingabbiare gli “inferiori” in una condizione di sottomissione fu quello di mantenerle in uno stato perenne di ignoranza, intesa come mancanza di conoscenza e di comprensione di sé, del proprio potenziale e delle leggi che regolano il creato.
Non poter studiare e capire, quindi, avrebbe bloccato la spinta evolutiva degli “inferiori”, condannandoli ad una eterna condizione di sottomissione, comodissima per il Despota, ben intenzionato a mantenere la sua posizione di totale egemonia.
Arriviamo ora al ruolo di Satana in tutto questo.
Una di queste entità, identificata come Satana, si rese conto di essere solo in uno stato di totale servitù.
Creatura eonica esattamente pari al Despota, come potenza e rango, col tempo riuscì a radunarsi intorno un'armata di altri suoi pari, e gli mosse guerra: la “caduta” già descritta nella Bibbia viene identificata da Martin come la lotta tra più fazioni, terminata con una parziale ritirata ma ottenendo il grosso risultato di distaccarsi dalla dittatura del Despota. Le cosiddette “schiere degli angeli caduti”, poi, sono identificabili semplicemente come tutte le creature che si unirono a Satana, combattendo con lui per liberarsi dal loro stato di servitù, inquadrate in un esercito potente e ben strutturato. Fossero state poche e disorganizzate, il Despota non avrebbe avuto grossi problemi a ridurle al silenzio in via definitiva.
Il risultato fu qualcosa di molto simile ad una situazione di stallo: col Despota indebolito ma non ancora eliminato, però incapace di rimettere in catene quanti gli si erano rivoltati contro, il passo successivo fu la conquista di un piano esistenziale nel quale Satana e i suoi “demoni”, così come vengono generalmente chiamati, hanno fatto la loro casa. Questa guerra, secondo la visione gnostica, non si svolse su un solo piano esistenziale, ma su diversi altri: l'episodio narrato nella Genesi di Eva e del serpente ne è un esempio. Da diverse fonti è visto come il dono di Satana alle creature “inferiori” del libero arbitrio e della capacità di conoscere, che invece il Despota aveva loro tolto per il suo tornaconto. Sotto un aspetto più pratico lo si può vedere come un buon atto di sabotaggio: liberare altre entità dalla dittatura del Despota è comunque interpretabile non soltanto come un “dono” a loro fatto, ma come la creazione di un ulteriore bacino di potenziali alleati e reclute per la sua armata.
Un “dono”, se vogliamo chiamarlo così, ovviamente per nulla disinteressato, né dettato da dei buonismi di dubbio gusto: Satana non è “amore” o “bontà”, o il “dio delle origini” (quali, visto che non discendiamo da una sola cultura?) come viene dipinto da certe devianze di dubbio gusto e nessuna serietà, pseudopagane e di stampo sitchiniano, ufologico, neonazi e new age (se di new age si può parlare… anche qui ho dei dubbi).
Il “dono” che Satana ha fatto all’uomo, cioè il libero arbitrio, è chiaramente stato fatto con uno scopo ben preciso: vivere in modo autonomo e libero aiuta ad indebolire l’influenza e il potere del Despota su ogni creatura che ne faccia uso, fino alla demolizione completa di ogni forma di asservimento precedente.
Analizziamo quindi questo concetto: se quello fatto da Satana all’uomo non è un dono, allora cos’è?
Martin ne ha dato una spiegazione diversa dalle altre, magari scomoda e poco “politicamente corretta”, ma effettivamente logica e razionale. Satana, molto semplicemente, sta reclutando mercenari.
Chi è abituato a pensare a “doni” e ad una presunta “bontà” di Satana, leggendo questo, potrà storcere il naso, ma i fatti non cambiano: questa è l’idea della scuola gnostica di Martin, e tale rimane.
Spiegata meglio, parte da un presupposto fondamentale: e cioè che Satana ha bisogno, per poter prevalere sul Despota, di quanti più combattenti possibili. Si parla di combattenti proprio in base all’idea, peraltro già riconosciuta da diverse scuole religiose, della “battaglia finale” tra due fazioni, genericamente individuate come “bene” e “male”. Giustamente per combattere servono soldati, reclutati o di forza o per tornaconto.
E qui si vedono le differenze tra Satana ed il Despota per come sono state teorizzate dalla scuola gnostica. Il Despota ha scelto la strada dell’asservimento di ogni creatura ai suoi voleri; Satana ha preso una direzione diversa. Sostanzialmente ha deciso di reclutare, diciamo così, quante più creature riesce dando loro il libero arbitrio e la capacità di vivere in modo autonomo, evolversi e risalire al loro già insito stadio divino.
E’ proprio questo che viene visto come un “dono”, mentre invece Martin lo ha descritto come una pura e semplice fornitura di armi ed equipaggiamenti.
Il fatto di potersi staccare dall’asservimento al Despota, secondo la scuola gnostica, è ottenuto col libero arbitrio, che quindi non è niente altro se non un’arma a disposizione del singolo, con cui combattere per il suo premio. Una persona, usando il libero arbitrio, non sta godendo di un dono fine a se stesso, ma si sta staccando dall’asservimento al Despota. Sostanzialmente sta combattendo, quindi sta usando un’arma che le è stata affidata.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: chi usa il suo libero arbitrio sta combattendo, ma per chi?
La risposta di Martin è, anche qui, semplice e chiara. Per se stessa. Non per un “bene superiore”, o per un “padre amorevole” verso cui debba avere sentimenti di gratitudine, ma semplicemente per sé e per il suo personale bene e tornaconto.
Non lo sta facendo neanche “per Satana”: in una visione del genere, ovviamente derivata dal background professionale di Martin, Satana è semplicemente descritto come un reclutatore, un cliente che fornisce ad un mercenario tutto ciò che gli serve per operare efficacemente, e che alla fine gli pagherà il suo premio.
Satana, in questa visione, sta dicendo una cosa estremamente chiara: “Ho bisogno di gente, combattete per me e avrete sia le armi e dotazioni necessarie, fornite da me, sia un ricco premio alla fine del contratto.”
Sta sostanzialmente proponendo un contratto di ingaggio, le cui regole sono semplici e chiare: Martin le ha riassunte come segue, con logica e fantasia, nel suo scritto “Fundamentals of survival for gnostic pso”.
1- Al singolo viene richiesto di operare allo scopo di liberarsi dall’asservimento al Despota, al fine di evitare il collasso dell’intero creato; a tale scopo viene dotato di armi, dotazioni, equipaggiamenti adeguati, nella fattispecie la capacità di conoscere, l’intelligenza ed il libero arbitrio;
2- La capacità di conoscere non è un regalo ma una dotazione, di cui l’operatore si servirà allo scopo di studiare, cioè di esaminare con chiarezza la situazione circostante, ed acquisirne i dati relativi, senza tralasciare, sottovalutare o trascurare nulla;
3- L’intelligenza non è un regalo ma un equipaggiamento, di cui l’operatore si servirà per analizzare ed elaborare i dati acquisiti grazie alla capacità di conoscere (vedi punto 2), in modo da ottenere un quadro chiaro e rigoroso della situazione, eliminando sistematicamente e progressivamente sbagli, omissioni, false certezze ed imprecisioni;
4- Il libero arbitrio non è un regalo ma un’arma, di cui l’operatore si servirà, basandosi sulla sua reale coscienza della situazione, ottenuta mediante la capacità di conoscere (vedi punto 2) e l’analisi dei dati mediante l’intelligenza (vedi punto 3), allo scopo di prendere le decisioni più convenienti per sé in modo autonomo, svincolandosi dalla necessità di una guida esterna;
5- Il procedimento di raccolta dei dati, loro analisi ed utilizzo pratico non può mai, ed in alcun modo, andare contro alle leggi e regole, studiabili e scientificamente verificabili in quanto rispondenti ai canoni della logica, che descrivono il funzionamento del creato, né può rifarsi a questioni di “fede”;
6- Le “regole di ingaggio” ricadono sotto il libero arbitrio del singolo, che decide in modo autonomo come operare al fine di raggiungere la sua personale evoluzione e libertà da ogni asservimento, fino al momento dello scontro aperto contro il Despota e le sue forze;
7- Gli operatori possono, in ogni momento, decidere autonomamente di rescindere il contratto; questo comporterà però la perdita definitiva di ogni beneficio acquisito. Il premio di ingaggio garantito invece agli operatori che abbiano portato a termine il contratto con fedeltà è il raggiungimento, al termine dello stesso, della loro già innata condizione di divinità, al momento negata dalle impari condizioni imposte dal Despota.
Come si può vedere, quello tra Satana e una creatura quale può essere un uomo è visto, secondo la scuola gnostica, come un vero e proprio contratto tra le parti, non disinteressato né a senso unico: da ambo le parti ci si impegna a fornire la propria opera, per arrivare ad un risultato soddisfacente per tutti.
Risultato che è, appunto, il distacco dalla condizione di sottomissione al despota ed il raggiungimento della propria condizione divina.
La descrizione che Martin fa di Satana è quindi quella di un’entità pari al Despota, antica, potente, e diretta emanazione del Caos, con un piano e un modo di porsi ben chiari; un’entità per noi spirituale, non “buona” o “cattiva”, ma semplicemente giusta: un’autorità a cui non poter delegare comodamente la soluzione dei problemi personali che con un po' di sforzo si potrebbero superare, ma che ha già fatto l'enorme favore all'uomo di renderlo autonomo ed in grado di evolversi, senza dover più fare affidamento a guide esterne magari in malafede, intermediari di dubbia onestà e metafisica indimostrabile.
Un favore che, come già detto, nella visione gnostica non è un “dono”, ma una dotazione indispensabile per combattere una situazione di asservimento, scomoda e pericolosa, ed ottenerne un premio incalcolabile."