CAPITOLO 0: l'iniziatore di tutto, Dean Joseph Martin.
Apr 15, 2014 18:04:03 GMT
Post by Kurtz Rommel on Apr 15, 2014 18:04:03 GMT
Martin fu con tutta probabilità zittito, nell'intento di togliersi di torno un personaggio che stava diventando troppo in vista per i canoni del suo ambiente: da lì iniziò, probabilmente, una attenta fase di "ripulitura" il cui fine era quello di consegnare la sua memoria all'oblio, tenendo lontane dalle (solite e scontate, di cosa vogliamo stupirci...) usanze economico-logistico-politiche di certi ambienti, ogni attenzione sgradita.
Ad ogni modo, quantomeno la sua opera filosofica e culturale ha resistito, dandoci modo di avere una nuova visione del satanismo, ad oggi non estremamente diffusa ma comunque degna di nota.
"Dean Joseph Martin
Dean Joseph Martin, nato nel giugno 1951 a Mafikeng, in Sudafrica, e cresciuto a Mogadiscio, in Somalia, è stato ufficiale nella SAF (Somali Air Force), nella IAF (Iraqi Air Force), pilota, bodyguard e contractor per diverse agenzie. Morto in Iraq nel 2007, è anche conosciuto come il principale esponente della corrente del satanismo gnostico. Non ci si deve far trarre in inganno dal nome: Non è in alcun modo correlato alla corrente del Martinismo.
Biografia
Martin nasce nel giugno 1951 a Mafikeng, da una famiglia della classe media. Il padre è un impiegato statale, la madre insegnante. I genitori muoiono nel 1965 in un incidente stradale, lasciando il figlio alle cure dello zio paterno. Martin, poco seguito da costui, un ingegnere edile, passa la sua adolescenza nelle zone malfamate di Mafikeng, riuscendo tuttavia a completare gli studi di base. Si può immaginare che genere di adolescenza sia quella di Martin, cresciuto in mezzo ad una street gang locale. Lo zio si trasferisce a Mogadiscio per lavoro, portandosi dietro il nipote, che acquisisce la cittadinanza somala. Raggiunta la maggiore età si svincola ufficialmente dallo zio, e pur senza avere un'idea chiara di cosa fare della sua vita decide di tentare l'avventura. Si arruola volontario nelle forze armate somale, finendo nell'aviazione. All'interno della SAF acquisisce un grado da ufficiale, arrivando a pilotare uno dei pochi Mig-21 somali. Non si può dire che la sua carriera come pilota sia delle più esaltanti: infatti vive nell'epoca di maggior potere e di decadenza della dittatura di Siad Barre, dal conflitto dell'Ogaden fino all'epilogo del 1991, con la caduta del regime e il conseguente crollo di ogni forma di controllo governativo. Il periodo di caos porta al collasso il paese, costringendo Martin a scappare, insieme ad altri piloti, in prevalenza mercenari che erano stati ingaggiati per pilotare gli aerei somali. Preso prigioniero dalle forze del Movimento Nazionale Somalo nei dintorni di Burao, riesce fortunosamente ad evadere e a far perdere le sue tracce.
Per un certo periodo non se ne hanno più notizie, fino al 1992, anno in cui ricompare in Iraq con indosso l'uniforme dell'aviazione di Saddam Hussein, ai comandi di un Mig-21 analogo a quelli già pilotati in prededenza. La sua carriera nell'aviazione irachena è ad oggi ancora piena di punti poco chiari, ma da diverse fonti si ha l'impressione che la sua principale occupazione sia stata quella di stuzzicare le pattuglie di aerei americani ed inglesi mediante sistematiche violazioni delle no-fly-zones imposte dalla Coalizione: voci contrastanti parlano di diversi avvistamenti di un Mig dipinto con uno schema mimetico inusuale, uno “splinter” di chiara ispirazione tedesca, e una pacchiana bocca di squalo dipinta sul muso. Nelle poche (e abbastanza dubbie) foto che lo ritraggono, inoltre, compare con un elmetto chiaramente tedesco, del periodo della II guerra Mondiale, provvisto di un telino mimetico attuale, in alcuni casi un "digital" americano, in altri uno schema chiazzato identico a quello italiano. Si è discusso riguardo a queste sue stranezze, attribuendole all'eccentricità del personaggio. Nemmeno in Iraq si può parlare di una sua carriera da “top gun”, quanto piuttosto di un lavoro ben retribuito e professionale come mercenario, senza comunque exploit degni di nota. Dopo la fine della guerra in Iraq, nel 2003, e la conseguente epurazione del regime di Saddam, Martin si ritrova in pratica senza lavoro. Non avendo più un aereo (il suo, mai abbattuto, non fu comunque mai ritrovato, come molti altri ancora oggi seppelliti nel deserto iracheno) e nemmeno un'aviazione presso cui lavorare, nonché diffidato dal presentarsi presso altre forze aeree per non incorrere in pesanti accuse di mercenariato (quale già è a tutti gli effetti), inizia a cercare lavoro presso le tante PMC ormai presenti sul terreno iracheno. Inizia una movimentata carriera come contractor: autista, operatore di sicurezza, bodyguard e pilota di elicotteri, lavora sempre con le compagnie più piccole e meno difficili da contattare, per ingaggi di minore entità ma comunque soddisfacenti. Durante questo periodo conosce tale Justine Ross, la donna che diventerà sua moglie, un'impiegata di una di queste compagnie. Divorziata, più giovane di lui di una dozzina d'anni, formerà con quest'uomo ormai cinquantenne una coppia solida ed affiatata: purtroppo l'idillio si interromperà bruscamente nel 2007, quando Martin verrà ucciso in uno dei tanti, fin troppo comuni, attentati dinamitardi diventati la tattica preferita dei terroristi locali. Un ordigno rudimentale, piazzato a lato di una strada poco fuori Fallujah, esploderà al passaggio del suo automezzo, sventrandolo completamente e non lasciando sopravvissuti.
Filosofia e spiritualità
Dean Joseph Martin è conosciuto come il principale riformatore, anche se non il fondatore, ed esponente del satanismo gnostico. Martin descrisse il suo avvicinamento al satanismo come il risultato di diversi anni di interesse alla filosofia ed alle domande che l'uomo si pone da sempre, alle quali le religioni ufficiali spesso non sanno rispondere. La prima volta che si pose delle serie domande in materia fu durante la prigionia in Somalia: maltrattato da un gruppo di miliziani, in gran parte islamici, fu diverse volte preso in giro da uno in particolare, un esaltato che, Corano alla mano, gli poneva sempre la stessa domanda: “Presentami il tuo Dio, visto che è così potente”. Domanda che era solo una provocazione, tesa a dimostrare l'inesistenza del Dio cristiano e quindi la sua incapacità ad aiutare un “figlio” in difficoltà. Martin, non sapendo logicamente cosa rispondere a questa domanda, la prese come una sorta di sfida personale, un gioco mentale a cui voler trovare un giorno una risposta definitiva. Non si può parlare di una qualche illuminazione mistica o di una qualche conversione, ma qualcosa era comunque nato dentro di lui: Martin voleva a questo punto risolvere l'enigma che il miliziano gli aveva posto tante volte, e capire come mai una divinità che si proclamava onnipotente avesse deciso di lasciare il mondo nelle condizioni che tutti conoscono. Riuscito a fuggire, espresse più volte il pensiero che nessuna divinità gli avesse offerto la possibilità di scappare, ma di essersela guadagnata con le sue sole forze. Iniziò a studiare seriamente i testi delle principali correnti religiose, cercandone i punti in comune, le differenze, l'origine di pensieri e concetti, e maturò la convinzione che la religione in generale andasse di pari passo con la filosofia. Notando diversi dettagli, si convinse che anche la scienza ne avesse ruolo. Fu quindi logico per Martin espandere i suoi interessi anche allo studio dei maggiori filosofi antichi. Studiando e riflettendo, nel non troppo tempo libero che il lavoro gli concedeva, arrivò ad una sua personale risposta alle varie domande che aveva in testa, elaborandone in seguito la dottrina del satanismo gnostico. Iniziò a parlare di queste sue idee nel suo ambiente professionale, l'unico che frequentava, ottenendo un discreto seguito da parte di colleghi di lavoro e conoscenti, che a loro volta iniziarono a diffonderle. Al momento della sua morte la corrente del satanismo gnostico contava un discreto numero di seguaci dichiarati, e risultava organizzata in diversi gruppi, detti “atenei”, estremamente gerarchizzati, dogmatizzati, ritualizzati ed elitari, di difficile se non impossibile accesso agli “esterni”.
Questa corrente di pensiero, che prende molte idee da dottrine come il Pitagorismo, la Cabala, lo Gnosticismo e l'Ermetismo, ha come suo principale assunto che il soprannaturale sia spiegabile con le leggi scientifiche. La storia narrata nella Bibbia, che vede Satana come un angelo che si ribella a Dio, viene tenuta in considerazione, ma riveduta e spiegata con una serie di concetti filosofici ben chiari. La creazione, da parte sua, viene descritta come rispondente alla teoria del Big bang, quindi spiegata in termini scientifici. Sostanzialmente tutto è stato creato da un'entità primaria, detta Caos, la cui esistenza fu già teorizzata dagli antichi filosofi greci. Il Caos, descritto come una sorta di “motore immobile” simile a quello aristotelico, rendendosi conto che rimanere chiuso in un costante immobilismo, perfetto, onnisciente ed onnipotente, non lo avrebbe portato se non ad autoestinguersi e morire: secondo le idee di Martin, quindi, la soluzione fu quella di spezzare questo stato di “perfezione morta” con la costituzione di un nuovo ordine delle cose, fino a quel momento sconosciuto, quindi del tutto nuovo. Il senso di questa soluzione era semplice: creare un nuovo tipo di esistenza avrebbe generato tutta una pletora di cose nuove, da studiare e capire; il processo di studio e comprensione in sé avrebbe dato quindi un “motivo per vivere” ad una mente che invece, fino a quel momento, era stata ferma in un limbo di onniscienza e onnipotenza fine solo a se stesso, quindi privo di futuro. Sempre secondo Martin, il Caos, per evitare di guardare tutte queste cose nuove da un solo punto di vista, cioè il suo, popolò i vari piani esistenziali di sue emanazioni, ognuna dotata di una sua mente, di una sua autonomia e di sue ben definite caratteristiche. A seconda della vicinanza o lontananza dall'inizio di tutto, questi piani esistenziali e quelli che erano ormai i loro abitanti sarebbero stati diversi, e più o meno soggetti a limiti di vario genere. Il modo in cui il Caos creò tutto questo è, secondo le idee di Martin, spiegabile dalla scienza, con lo studio delle leggi che governano l'universo: questo per il semplice motivo che se l'universo segue delle leggi determinate e studiabili, ed è stato creato dal Caos, allora è logico che sia stato creato secondo le leggi che stabiliscono l'esistenza stessa del Caos. Allo stesso modo tutti i vari piani di esistenza ulteriori ed i loro abitanti devono seguire le medesime leggi: questo rende perfettamente logica la loro esistenza, e spiegabile il “soprannaturale” come, semplicemente, l'emanazione a livelli diversi di qualcosa di normale e naturale. In pratica il soprannaturale è appartenente a piani di esistenza diversi dal nostro, ma generati secondo leggi scientifiche pari a quelle che regolano il nostro. Tutte le entità che popolano questi piani esistenziali, dall'uomo generalmente chiamate “angeli” o “demoni”, hanno il dovere di impegnarsi in un compito ben preciso: quello di studiare, comprendere ed evolversi, avendone un giorno come ricompensa il raggiungimento dello stato di divinità a tutti gli effetti, quali sono già potenzialmente proprio per il fatto di essere emanazioni divine.
La domanda che Martin aveva in testa riguardo alle condizioni del mondo e all'inattività di un Dio a riguardo fu risolta studiando la filosofia e la religione: l'idea che si fede fu la seguente. Un gruppo di entità estremamente potenti, ma limitate sotto certi aspetti, si rese conto del potenziale che altre, giudicate “inferiori”, avevano. Queste entità sono identificate da Martin come quelle descritte nelle principali religioni, cioè Dio e i suoi angeli. Quello identificato come il Dio biblico, che Martin rinominò il “Despota”, per identificarlo con maggior chiarezza, in pratica, divenne il capo di questo gruppo, impostando delle regole ferree e condannando le entità “inferiori” a rimanere impossibilitate ad evolversi e a tornare ad essere quindi le divinità che erano in potenza. Allo stesso modo impose una dittatura ugualmente feroce su tutte le entità che gli si erano affidate, con l'aiuto di una coorte di angeli guerrieri, pretendendone obbedienza cieca e fedeltà eterna in cambio di nutrimento, protezione ed impunità. In pratica il Despota aveva imposto una sorta di stato di polizia, togliendo la libertà personale e la capacità di gestire la propria vita ad un numero incalcolabile di creature, su tantissimi piani esistenziali. Una di queste, identificata come Satana, rendendosi conto di essere soltanto vittima di una forma di sfruttamento assieme ai suoi simili, e della profonda, totale ingiustizia nei confronti degli “inferiori”, riuscì a radunarsi intorno un'armata di altri suoi pari, e mosse guerra al Despota, senza riuscire a sconfiggerlo ma ottenendo il grosso risultato di staccarsi dal suo comando e liberarne anche tutti quelli che lo avevano seguito. La “caduta” descritta nella Bibbia viene identificata da Martin come la conquista di un qualche piano esistenziale in cui Satana e i suoi demoni hanno fatto la loro casa, con delle leggi dure ma giuste, fatte per favorire i meritevoli e punire gli incapaci, i pigri e gli approfittatori. Allo stesso modo, l'episodio narrato nella Genesi di Eva e del serpente è visto come, in chiave simbolica, il dono di Satana alle creature “inferiori” del dono del libero arbitrio e della capacità di conoscere, che invece il Despota aveva loro tolto per il suo tornaconto.
La descrizione che Martin fa di Satana è quindi quella di un'autorità dura ed imparziale, a cui non poter delegare la soluzione dei problemi personali che con un po' di sforzo si potrebbero superare, ma che ha già fatto l'enorme dono all'uomo di renderlo autonomo ed in grado di evolversi. Satana quindi non deve sostituirsi all'uomo e lavorare per lui, ma essere un sostegno ed una guida da seguire, ed a cui chiedere aiuto in casi talmente eccezionali da essere irrisolvibili con le proprie forze. Satana, vedendo che una persona si è impegnata al massimo delle sue possibilità e non ha risolto un problema, apprezzando lo sforzo può concederle il suo aiuto, ma non sostituirvisi: sarebbe contraddittorio rispetto al messaggio che ha voluto dare, dando il libero arbitrio e la possibilità di conoscere all'uomo. Chi merita un aiuto lo ottiene, chi invece è pigro ed opportunista è destinato al declino.
Altro importante punto analizzato da Martin fu quello relativo al rapporto tra l'uomo e la società: in questo si trovò d'accordo con le idee di Anton Lavey, ritenendo che vivere una vita libera da freni, inibizioni, costrizioni sociali e morali, moralismi fasulli e pregiudizi imposti da una qualunque forma di potere esterno sarebbe stato l'unico modo per prenderne il pieno controllo. Praticamente il concetto è quello di applicare sul piano terreno ciò che Satana fece muovendo guerra al Despota: e cioè svincolarsi da un'autorità sfruttatrice e dittatoriale, ribellandovisi ed iniziando a vivere in modo libero, autonomo e responsabile, senza ledere la libertà altrui o violare le leggi del proprio paese. I “cinque paradossi”, regole statuarie e dogmatiche del satanismo gnostico, vengono intesi come il modo migliore per arrivare a raggiungere questo risultato, insieme alla costante ricerca della Conoscenza.
Secondo Martin, e conseguentemente secondo la dottrina del satanismo gnostico da lui fondata, solo con l'esercizio del libero arbitrio e lo studio l'uomo può evolversi oppure autodistruggersi, in totale libertà e responsabilità: quindi diventa necessario per l'uomo studiare, comprendere, ottenere il massimo da tutte le esperienze spirituali e materiali, arricchire il proprio bagaglio culturale ed evolversi, per poter tornare ad essere il dio in potenza che già è dentro di sé. La vecchia massima dell'essere “dio di se stesso”, qui, assume un significato preciso: noi siamo già divinità vere e proprie, chiuse in un corpo fisico: questo perchè veniamo dal divino, a cui dobbiamo tornare in quanto nostra condizione primaria e naturale.
Opere
"Useless conversations with a raghead": una sorta di diario impostato come una serie di dialoghi con un arabo, in cui affronta le principali tematiche della sua filosofia di vita.
"Fundamentals of survival for Gnostic PSO": suo manoscritto in cui descrive le idee di base, la ritualistica e vari aspetti pratici del satanismo gnostico."