L'ARCHETIPO DEL SERPENTE
Apr 1, 2014 13:11:04 GMT
Post by Giulia Conti on Apr 1, 2014 13:11:04 GMT
L’ Uroboro, un cerchio costituito da un serpente che si morde la coda, è un simbolo ermetico ed alchemico che rappresenta l’eterno ciclo naturale delle cose. La sua origine risale probabilmente ai testi funerari egizi del XV secolo a.C. ed il suo significato, per alcuni studiosi, è esplicitato nel Caos Primevo in cui si susseguono infinite creazioni-distruzioni. Questo simbolo pare ispirarsi alla forma della Via Lattea (descritta anticamente come “enorme serpente di luce che risiedeva nel cielo e circondava tutta la Terra”).
Sempre in Egitto il serpente era simbolo di regalità, non a caso i faraoni indossavano un copricapo dorato in cui si stagliava la testa di un Cobra.
Il serpente è costituito da un aspetto duale: se da una parte il suo veleno viene interpretato come mortale, dall’altra parte viene spesso considerato un “elisir di lunga vita” ( si confrontino l’Eneide di Virgilio, l’Alexipharmaca di Nicandro e la Storia Naturale di Plinio).
Un altro tema importante è quello del cambiamento rappresentato dalla muta periodica della pelle. In Africa e in India è simbolo del ciclo vitale (morte-nascita).
Spesso al serpente si associa l’immaginario del drago, dove il fuoco prende il post del veleno: Níðhöggr “colui che colpisce con odio” nella mitologia norrena rappresenta un malefico serpente spesso raffigurato con le fattezze di un drago. Ladone , nella mitologia greca, era il custode drago-serpente delle “mele d’oro” (si veda la leggenda di Eracle) . Quetzalcóatl “serpente piumato” è una delle divinità azteco più importanti.
Secondo l’esegesi ebraica, il serpente è l’animale più astuto e malvagio di tutto il creato. Rappresenta il Diavolo tentatore nel famoso episodio di Eva (Figura 5) che, su consiglio del medesimo, mangia il frutto proibito della conoscenza del bene e del male dando così origine al peccato originale (la superbia, la tracotanza, l’Hýbris).
Nel nuovo testamento, non a caso, il Demonio viene chiamato “l’antico serpente”: l’intelligenza malvagia e perversa.
La sua però è una conoscenza assai profonda, tanto è vero che Bastone di Asclepio, simbolo greco associato alla medicina, è costituito da una verga alla quale si attorciglia un serpente.
Ma il serpente è anche simbolo di fertilità e sessualità, come testimonia la “Dea dei serpenti” minoica. Non a caso Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, nei suoi studi sull’interpretazione dei sogni lo associa al fallo maschile: espressione di forza e mascolinità. Nella storia, però, è stato legato anche al sesso femminile: la tradizione tantrica induista rappresenta il serpente dormiente ( arrotolato) come un simbolo di uterinità generatrice. Altri studiosi moderni, inoltre, associano la non-rigidità e la flessibilità del rettile al clitoride femminile – oppure al foro vaginale con riferimento alla penetrazione e alla dilatazione che il serpente subisce durante l’ingoio delle sue prede.
Il serpente è dotato dunque di una fortissima carica erotica, non solo generatrice, ma anche e soprattutto legata all’immaginario della morte e del pericolo.
Simbolo di continuo cambiamento, di forza ed intelligenza, di vita e di morte e di tentazione – il serpente costituisce un archetipo sicuramente molto caro alla realtà Satanista.
Sempre in Egitto il serpente era simbolo di regalità, non a caso i faraoni indossavano un copricapo dorato in cui si stagliava la testa di un Cobra.
Il serpente è costituito da un aspetto duale: se da una parte il suo veleno viene interpretato come mortale, dall’altra parte viene spesso considerato un “elisir di lunga vita” ( si confrontino l’Eneide di Virgilio, l’Alexipharmaca di Nicandro e la Storia Naturale di Plinio).
Un altro tema importante è quello del cambiamento rappresentato dalla muta periodica della pelle. In Africa e in India è simbolo del ciclo vitale (morte-nascita).
Spesso al serpente si associa l’immaginario del drago, dove il fuoco prende il post del veleno: Níðhöggr “colui che colpisce con odio” nella mitologia norrena rappresenta un malefico serpente spesso raffigurato con le fattezze di un drago. Ladone , nella mitologia greca, era il custode drago-serpente delle “mele d’oro” (si veda la leggenda di Eracle) . Quetzalcóatl “serpente piumato” è una delle divinità azteco più importanti.
Secondo l’esegesi ebraica, il serpente è l’animale più astuto e malvagio di tutto il creato. Rappresenta il Diavolo tentatore nel famoso episodio di Eva (Figura 5) che, su consiglio del medesimo, mangia il frutto proibito della conoscenza del bene e del male dando così origine al peccato originale (la superbia, la tracotanza, l’Hýbris).
Nel nuovo testamento, non a caso, il Demonio viene chiamato “l’antico serpente”: l’intelligenza malvagia e perversa.
La sua però è una conoscenza assai profonda, tanto è vero che Bastone di Asclepio, simbolo greco associato alla medicina, è costituito da una verga alla quale si attorciglia un serpente.
Ma il serpente è anche simbolo di fertilità e sessualità, come testimonia la “Dea dei serpenti” minoica. Non a caso Sigmund Freud, il fondatore della psicoanalisi, nei suoi studi sull’interpretazione dei sogni lo associa al fallo maschile: espressione di forza e mascolinità. Nella storia, però, è stato legato anche al sesso femminile: la tradizione tantrica induista rappresenta il serpente dormiente ( arrotolato) come un simbolo di uterinità generatrice. Altri studiosi moderni, inoltre, associano la non-rigidità e la flessibilità del rettile al clitoride femminile – oppure al foro vaginale con riferimento alla penetrazione e alla dilatazione che il serpente subisce durante l’ingoio delle sue prede.
Il serpente è dotato dunque di una fortissima carica erotica, non solo generatrice, ma anche e soprattutto legata all’immaginario della morte e del pericolo.
Simbolo di continuo cambiamento, di forza ed intelligenza, di vita e di morte e di tentazione – il serpente costituisce un archetipo sicuramente molto caro alla realtà Satanista.