Introduzione: il Satanismo in un Paese non-laico
Mar 23, 2014 13:06:55 GMT
Post by alessandra on Mar 23, 2014 13:06:55 GMT
Nell'inaugurare la sezione dedicata all'analisi dei casi italiani di malagiustizia in qualche modo legati al satanismo, prima di dedicarmi all'esposizione delle singole inchieste errate, credo sia necessario un articolo introduttivo.
Per quanto essere così esplicita mi dispiaccia -e a rischio di attirarmi qualche antipatia- non posso fare a meno, in questa doverosa premessa, di spiegare perché un articolo introduttivo sia fortemente auspicabile.
La cruda verità è che da circa due-tre anni a questa parte nell'ambiente del satanismo italiano, al di là di poche gradite eccezioni, ho avuto modo di notare un'ignoranza abissale su questa tematica, nonché una correlativa assenza di consapevolezza sociale francamente desolante.
Ora, non mi va di inaugurare la sezione all'insegna delle polemiche, tuttavia ricordo bene che, quando cominciai ad informarmi sul satanismo, ossia intorno al 2005, la situazione era ben diversa: i satanisti non erano una manica di sprovveduti, ed erano fondamentalmente a conoscenza del fatto che il satanismo sia territorio prediletto per allarmi sociali infondati e bolle mediatiche.
Si leggeva Luther Blissett, e di certo non si cascava come pere cotte dinnanzi al primo articolo sull' "allarme satanismo" trovato sul primo rotocalco di serie zeta che capitasse a tiro.
Il nocciolo della questione, insomma, non è semplicemente che alcuni organi di stampa di tanto in tanto si dilettino a propinare all'opinione pubblica dati inverificati e palesemente fasulli sulla presenza nel territorio di migliaia di pericolose sette sataniche: per appurare la non veridicità di questo fatto sarebbe infatti sufficiente la rapida ricerca di una fonte ufficiale e indipendente.
Basterebbe semplicemente leggere l'indice -non dico il testo- dell'enciclopedia delle religioni italiane, pubblicata dal CESNUR ed aggiornata al 2013, per vedere come i nuovi movimenti religiosi nella loro globalità non sfiorino neppure alla lontana il migliaio, e come tra i questi i gruppi e movimenti satanisti si possano (letteralmente) contare sulle dita di una mano.
Il problema è che esistono schiere di sedicenti satanisti che si bevono acriticamente queste evidentissime bufale giornalistiche, e non si limitano -ahimè- a questo, che già di per sé è decisamente demotivante, ma vanno ben oltre, spingendosi a pubblicizzare le panzane più patetiche che si possono trovare in rete.
Sinceramente non so cosa sia accaduto negli ultimissimi anni per causare una tale tendenza: il mio sospetto principale ricade sulla diffusione di alcuni movimenti pseudo-satanisti con deprecabili tendenze new age che, con il loro pastone di ideologie, hanno finito per attirare schiere di ragazzini giovani d'età e di basso livello culturale (per usare un eufemismo), assolutamente inadatti a valutare criticamente l'impatto sociale del satanismo e la disinformazione in merito.
Affinché la mia non resti una critica vuota e fine a se stessa, farò due esempi che meritano vergognosa menzione.
Il primo è questo: qualche giorno fa su facebook mi sono imbattuta in vecchio post scritto da un sedicente satanista che metteva in guardia le persone sul pericolo che corrono i gatti neri-sacrificati nell'ordine di migliaia da sette sataniche "acide".
Il post in questione riprendeva il dato farlocco diffuso da anni dall'associazione che risponde al nome di AIDAA, che tra l'altro dà del satanista-sacrificagatti a chiunque osi contestare il dato (si raggiunse il culmine della comicità quando accusò di satanismo il criminologo Amedeo Longobardi, reo di aver evidenziato che non esistessero censimenti di gatti, né tantomeno in base al colore).
Peggio ancora: girovagando su internet ho trovato perfino un documento della Dottoressa Silvana Radoani (che trovate qui: www.asaap.org/ideologie/satanismo/halloween.pdf ), studiosa CATTOLICA, che nello smentire la fandonia in questione nota tra l'altro, come solo persone di scarsa cultura possano abboccare ad un tale "mercato della paura".
La cosa davvero frustrante è che per quanto riguarda la "scarsa cultura" di chi abbocca ad un certo tipo di disinformazione non si può dare torto alla Dott.ssa Radoani, le cui parole appaiono anzi sin troppo gentili, visti i presupposti.
Ed eccovi ora il secondo esempio.
Da circa un anno a questa parte sono molto attiva sul Web per quanto riguarda l'informazione corretta sul satanismo, e di conseguenza mi capita frequentemente di cercare articoli sul tema e di lasciare dei commenti.
Qualche mese fa, la testata giornalistica Il Post, ha pubblicato un interessante articolo sulla conclusione del caso Keller, un caso giudiziario americano che ha visto coinvolti due coniugi accusati di abusi a sfondo satanico, assolti per insussistenza dei fatti dopo diversi anni.
Trovate l'articolo qui www.ilpost.it/2014/01/09/coniugi-keller-satanismo-abusi/2/ , ma purtroppo, oltre all'articolo, troverete una sorpresa decisamente meno piacevole.
Scorrendo tra i commenti avrete modo di leggere un interessantissimo dibattito, al quale ho avuto modo di partecipare, con diversi apporti da parte dell'utenza che lasciano ben sperare sul fatto che vi sia da parte di molte persone una presa di coscienza sulla pericolosità di alcune manovre mediatico-giudiziarie.
Purtroppo, però, avrete modo anche di leggere un commento del tutto fuori luogo lasciato da quello che sembrerebbe un sedicente satanista.
Il commento in questione è tanto assurdo che vale la pena di riportarlo paro paro:
"Questi non sono Satanisti ma criminali,i satanisti che uccidono e stuprano non servono Padre Lucifero il Vero Dio,Lucifero e' un entita benigna insieme agli altri Dei(Demoni) Demonizati dalla chiesa il satanismo è piu antico di cristo e delle altre divinita ma prima Lucifero si Faceva chiamre Enki Ave Lucifero"
Ora, tralasciando la comicità dei toni e soprattutto della parte finale di stampo misticheggiante che ricorda in qualche modo alcune donne attempate che non riescono ad esimersi dalla recita del rosario perfino sui mezzi pubblici, è interessante notare come il commento sia del tutto estemporaneo.
Ai fini della tematica trattata dall'articolo, ossia un errore giudiziario dimostrato dai tribunali, infatti, parlare di satanisti che "uccidono e stuprano" non ha alcuna rilevanza né attinenza.
Questo tristissimo commento dimostra unicamente che molti sedicenti satanisti che girano sul Web non si prendono neppure la briga di leggere i contenuti degli articoli che vanno a commentare, facendo unicamente danni e sostenendo di fatto le campagne mediatiche anti-satanismo che già imperversano nei nostri media.
Stendendo un velo (im)pietoso su questi accadimenti, passiamo ora ad esaminare le ragioni per cui parlare estesamente e in maniera davvero onesta e critica di satanismo sotto il profilo sociologico e giuridico sia quanto mai fondamentale.
Il nostro Paese è purtroppo legato ad una concezione estremamente retrograda della libertà di culto: basti pensare che abbiamo ancora un legge del 1929 che, per quanto ripetutamente “ammorbidita” da alcune pronunce della Corte Costituzionale, resta pur sempre figlia di un’epoca in cui non vi era un marcato pluralismo religioso, se non a livello pulviscolare, e soprattutto il pluralismo esistente si esauriva nell’ambito di due delle tre religioni del libro (cristianesimo ed ebraismo).
Il problema di questa concezione ristretta della libertà di culto è che essa in un certo senso, in un Paese a forte tradizione monoconfessionista, ha costituito terreno fertile per l'insinuarsi nella mentalità comune di effetti paradossali che impediscono un vero cambiamento sociale.
La tendenza che si è affermata, infatti, è quella di rigettare qualsiasi forma di culto/religione che appaia troppo distante dagli archetipi tradizionali, di infangarla sistematicamente, di ridicolizzarla, di non rispettarla pregiudizialmente, considerandola sbagliata e criminale o, peggio ancora forse, considerandola non come una delle possibili espressioni della spiritualità umana ma come mero sottoprodotto di una società malata.
Io penso che si debba cominciare a condannare duramente questa concezione, e con essa ogni subdolo tentativo di aggirare il principio della libertà di culto escludendo una qualche forma di spiritualità dal novero di quelle meritevoli di tutela e rispetto: si tratta infatti di un’operazione arbitraria e degna dei secoli bui dell’inquisizione.
Una nota dolente inaspettata circa l'ineffettività di una reale libertà religiosa in Italia è rappresentata dal fatto che il nostro legislatore nella Costituzione parla di religione e libertà religiosa senza però lasciare né nella Costituzione stessa né nella legge ordinaria una norma che definisca la parola "religione", la cui definizione quindi viene di fatto lasciata all'arbitrio all'interpretazione dei posteri.
Nell'intento del nostro legislatore costituente probabilmente la parola religione non fu definita nel testo delle leggi proprio perché, in memoria delle discriminazioni dell'epoca fascista, non si voleva precludere a nessun orientamento di godere della tutela costituzionale.
Ma nei fatti le cose sono andate nella direzione opposta, e questa assenza di definizione si è rivelata un'arma contro le minoranze, spesso escluse in quanto considerate dai giudici o dallo stesso legislatore come "non religioni".
Molti tratti della legislazione italiana appaiono poi retrogradi anche a livello internazionale.
Infatti, dal punto di vista comunitario: la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riconosce, all'art. 10, ad ogni individuo il "diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti";
e vale inoltre la pena di sottolineare come il Consiglio d'Europa, in un Rapporto del 1999, abbia fatto notare agli Stati membri che non esiste una definizione scientifica accettata del termine 'setta', che oltretutto ha assunto una connotazione molto negativa, e consigliato alle autorità statali dei paesi comunitari di utilizzare la definizione di gruppi di natura religiosa, spirituale o esoterica, i quali rientrano, pertanto, nella sfera di tutela garantita dalle norme costituzionali, fermo restando ovviamente il limite del buon costume con riferimento ai riti.
In Italia, ad onta di queste raccomandazioni, continua ad essere invalsa la terminologia negativa "setta", quasi si volesse negare ai movimenti religiosi invisi alla maggioranza la stessa dignità terminologica di quelli maggioritari.
In una tale situazione senz'altro gravemente anomala e lesiva dei più sacrosanti diritti umani, si sono negli anni consumati una serie di attentati mediatico-giudiziari alla libertà religiosa, ed è proprio per questa ragione che il contesto legislativo anacronistico nel quale queste violazioni si sono consumate non può e non deve essere trascurato.
E’ arrivato dunque il momento di parlare chiaro, perché nel XXI secolo non si può continuare a far sì che a parlare di satanismo sia qualche opinionista nostalgico del medioevo, che basandosi su un numero estremamente limitato di casi aneddotici legati al “satanismo acido” si sente in diritto di generalizzare, di lanciarsi in tentativi di psicanalisi da bar.
I mostri satanici paventati dai media, come vedremo negli articoli successivi, il più delle volte non esistono affatto, ed è per questo che sono orgogliosa di inaugurare questa sezione mettendoci letteralmente la faccia: ogni mostro che si rispetti, infatti, esiste sempre e solo in quanto (e fin quando) nessuno lo ha mai visto, e nell'augurare a tutti di poter trarre dai miei articoli qualche spunto di riflessione interessante, mi faccio l'ulteriore augurio che sempre più persone scelgano di far sentire la propria voce, dando così il proprio addio alla categoria dei “mostri”.
Per quanto essere così esplicita mi dispiaccia -e a rischio di attirarmi qualche antipatia- non posso fare a meno, in questa doverosa premessa, di spiegare perché un articolo introduttivo sia fortemente auspicabile.
La cruda verità è che da circa due-tre anni a questa parte nell'ambiente del satanismo italiano, al di là di poche gradite eccezioni, ho avuto modo di notare un'ignoranza abissale su questa tematica, nonché una correlativa assenza di consapevolezza sociale francamente desolante.
Ora, non mi va di inaugurare la sezione all'insegna delle polemiche, tuttavia ricordo bene che, quando cominciai ad informarmi sul satanismo, ossia intorno al 2005, la situazione era ben diversa: i satanisti non erano una manica di sprovveduti, ed erano fondamentalmente a conoscenza del fatto che il satanismo sia territorio prediletto per allarmi sociali infondati e bolle mediatiche.
Si leggeva Luther Blissett, e di certo non si cascava come pere cotte dinnanzi al primo articolo sull' "allarme satanismo" trovato sul primo rotocalco di serie zeta che capitasse a tiro.
Il nocciolo della questione, insomma, non è semplicemente che alcuni organi di stampa di tanto in tanto si dilettino a propinare all'opinione pubblica dati inverificati e palesemente fasulli sulla presenza nel territorio di migliaia di pericolose sette sataniche: per appurare la non veridicità di questo fatto sarebbe infatti sufficiente la rapida ricerca di una fonte ufficiale e indipendente.
Basterebbe semplicemente leggere l'indice -non dico il testo- dell'enciclopedia delle religioni italiane, pubblicata dal CESNUR ed aggiornata al 2013, per vedere come i nuovi movimenti religiosi nella loro globalità non sfiorino neppure alla lontana il migliaio, e come tra i questi i gruppi e movimenti satanisti si possano (letteralmente) contare sulle dita di una mano.
Il problema è che esistono schiere di sedicenti satanisti che si bevono acriticamente queste evidentissime bufale giornalistiche, e non si limitano -ahimè- a questo, che già di per sé è decisamente demotivante, ma vanno ben oltre, spingendosi a pubblicizzare le panzane più patetiche che si possono trovare in rete.
Sinceramente non so cosa sia accaduto negli ultimissimi anni per causare una tale tendenza: il mio sospetto principale ricade sulla diffusione di alcuni movimenti pseudo-satanisti con deprecabili tendenze new age che, con il loro pastone di ideologie, hanno finito per attirare schiere di ragazzini giovani d'età e di basso livello culturale (per usare un eufemismo), assolutamente inadatti a valutare criticamente l'impatto sociale del satanismo e la disinformazione in merito.
Affinché la mia non resti una critica vuota e fine a se stessa, farò due esempi che meritano vergognosa menzione.
Il primo è questo: qualche giorno fa su facebook mi sono imbattuta in vecchio post scritto da un sedicente satanista che metteva in guardia le persone sul pericolo che corrono i gatti neri-sacrificati nell'ordine di migliaia da sette sataniche "acide".
Il post in questione riprendeva il dato farlocco diffuso da anni dall'associazione che risponde al nome di AIDAA, che tra l'altro dà del satanista-sacrificagatti a chiunque osi contestare il dato (si raggiunse il culmine della comicità quando accusò di satanismo il criminologo Amedeo Longobardi, reo di aver evidenziato che non esistessero censimenti di gatti, né tantomeno in base al colore).
Peggio ancora: girovagando su internet ho trovato perfino un documento della Dottoressa Silvana Radoani (che trovate qui: www.asaap.org/ideologie/satanismo/halloween.pdf ), studiosa CATTOLICA, che nello smentire la fandonia in questione nota tra l'altro, come solo persone di scarsa cultura possano abboccare ad un tale "mercato della paura".
La cosa davvero frustrante è che per quanto riguarda la "scarsa cultura" di chi abbocca ad un certo tipo di disinformazione non si può dare torto alla Dott.ssa Radoani, le cui parole appaiono anzi sin troppo gentili, visti i presupposti.
Ed eccovi ora il secondo esempio.
Da circa un anno a questa parte sono molto attiva sul Web per quanto riguarda l'informazione corretta sul satanismo, e di conseguenza mi capita frequentemente di cercare articoli sul tema e di lasciare dei commenti.
Qualche mese fa, la testata giornalistica Il Post, ha pubblicato un interessante articolo sulla conclusione del caso Keller, un caso giudiziario americano che ha visto coinvolti due coniugi accusati di abusi a sfondo satanico, assolti per insussistenza dei fatti dopo diversi anni.
Trovate l'articolo qui www.ilpost.it/2014/01/09/coniugi-keller-satanismo-abusi/2/ , ma purtroppo, oltre all'articolo, troverete una sorpresa decisamente meno piacevole.
Scorrendo tra i commenti avrete modo di leggere un interessantissimo dibattito, al quale ho avuto modo di partecipare, con diversi apporti da parte dell'utenza che lasciano ben sperare sul fatto che vi sia da parte di molte persone una presa di coscienza sulla pericolosità di alcune manovre mediatico-giudiziarie.
Purtroppo, però, avrete modo anche di leggere un commento del tutto fuori luogo lasciato da quello che sembrerebbe un sedicente satanista.
Il commento in questione è tanto assurdo che vale la pena di riportarlo paro paro:
"Questi non sono Satanisti ma criminali,i satanisti che uccidono e stuprano non servono Padre Lucifero il Vero Dio,Lucifero e' un entita benigna insieme agli altri Dei(Demoni) Demonizati dalla chiesa il satanismo è piu antico di cristo e delle altre divinita ma prima Lucifero si Faceva chiamre Enki Ave Lucifero"
Ora, tralasciando la comicità dei toni e soprattutto della parte finale di stampo misticheggiante che ricorda in qualche modo alcune donne attempate che non riescono ad esimersi dalla recita del rosario perfino sui mezzi pubblici, è interessante notare come il commento sia del tutto estemporaneo.
Ai fini della tematica trattata dall'articolo, ossia un errore giudiziario dimostrato dai tribunali, infatti, parlare di satanisti che "uccidono e stuprano" non ha alcuna rilevanza né attinenza.
Questo tristissimo commento dimostra unicamente che molti sedicenti satanisti che girano sul Web non si prendono neppure la briga di leggere i contenuti degli articoli che vanno a commentare, facendo unicamente danni e sostenendo di fatto le campagne mediatiche anti-satanismo che già imperversano nei nostri media.
Stendendo un velo (im)pietoso su questi accadimenti, passiamo ora ad esaminare le ragioni per cui parlare estesamente e in maniera davvero onesta e critica di satanismo sotto il profilo sociologico e giuridico sia quanto mai fondamentale.
Il nostro Paese è purtroppo legato ad una concezione estremamente retrograda della libertà di culto: basti pensare che abbiamo ancora un legge del 1929 che, per quanto ripetutamente “ammorbidita” da alcune pronunce della Corte Costituzionale, resta pur sempre figlia di un’epoca in cui non vi era un marcato pluralismo religioso, se non a livello pulviscolare, e soprattutto il pluralismo esistente si esauriva nell’ambito di due delle tre religioni del libro (cristianesimo ed ebraismo).
Il problema di questa concezione ristretta della libertà di culto è che essa in un certo senso, in un Paese a forte tradizione monoconfessionista, ha costituito terreno fertile per l'insinuarsi nella mentalità comune di effetti paradossali che impediscono un vero cambiamento sociale.
La tendenza che si è affermata, infatti, è quella di rigettare qualsiasi forma di culto/religione che appaia troppo distante dagli archetipi tradizionali, di infangarla sistematicamente, di ridicolizzarla, di non rispettarla pregiudizialmente, considerandola sbagliata e criminale o, peggio ancora forse, considerandola non come una delle possibili espressioni della spiritualità umana ma come mero sottoprodotto di una società malata.
Io penso che si debba cominciare a condannare duramente questa concezione, e con essa ogni subdolo tentativo di aggirare il principio della libertà di culto escludendo una qualche forma di spiritualità dal novero di quelle meritevoli di tutela e rispetto: si tratta infatti di un’operazione arbitraria e degna dei secoli bui dell’inquisizione.
Una nota dolente inaspettata circa l'ineffettività di una reale libertà religiosa in Italia è rappresentata dal fatto che il nostro legislatore nella Costituzione parla di religione e libertà religiosa senza però lasciare né nella Costituzione stessa né nella legge ordinaria una norma che definisca la parola "religione", la cui definizione quindi viene di fatto lasciata all'arbitrio all'interpretazione dei posteri.
Nell'intento del nostro legislatore costituente probabilmente la parola religione non fu definita nel testo delle leggi proprio perché, in memoria delle discriminazioni dell'epoca fascista, non si voleva precludere a nessun orientamento di godere della tutela costituzionale.
Ma nei fatti le cose sono andate nella direzione opposta, e questa assenza di definizione si è rivelata un'arma contro le minoranze, spesso escluse in quanto considerate dai giudici o dallo stesso legislatore come "non religioni".
Molti tratti della legislazione italiana appaiono poi retrogradi anche a livello internazionale.
Infatti, dal punto di vista comunitario: la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riconosce, all'art. 10, ad ogni individuo il "diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti";
e vale inoltre la pena di sottolineare come il Consiglio d'Europa, in un Rapporto del 1999, abbia fatto notare agli Stati membri che non esiste una definizione scientifica accettata del termine 'setta', che oltretutto ha assunto una connotazione molto negativa, e consigliato alle autorità statali dei paesi comunitari di utilizzare la definizione di gruppi di natura religiosa, spirituale o esoterica, i quali rientrano, pertanto, nella sfera di tutela garantita dalle norme costituzionali, fermo restando ovviamente il limite del buon costume con riferimento ai riti.
In Italia, ad onta di queste raccomandazioni, continua ad essere invalsa la terminologia negativa "setta", quasi si volesse negare ai movimenti religiosi invisi alla maggioranza la stessa dignità terminologica di quelli maggioritari.
In una tale situazione senz'altro gravemente anomala e lesiva dei più sacrosanti diritti umani, si sono negli anni consumati una serie di attentati mediatico-giudiziari alla libertà religiosa, ed è proprio per questa ragione che il contesto legislativo anacronistico nel quale queste violazioni si sono consumate non può e non deve essere trascurato.
E’ arrivato dunque il momento di parlare chiaro, perché nel XXI secolo non si può continuare a far sì che a parlare di satanismo sia qualche opinionista nostalgico del medioevo, che basandosi su un numero estremamente limitato di casi aneddotici legati al “satanismo acido” si sente in diritto di generalizzare, di lanciarsi in tentativi di psicanalisi da bar.
I mostri satanici paventati dai media, come vedremo negli articoli successivi, il più delle volte non esistono affatto, ed è per questo che sono orgogliosa di inaugurare questa sezione mettendoci letteralmente la faccia: ogni mostro che si rispetti, infatti, esiste sempre e solo in quanto (e fin quando) nessuno lo ha mai visto, e nell'augurare a tutti di poter trarre dai miei articoli qualche spunto di riflessione interessante, mi faccio l'ulteriore augurio che sempre più persone scelgano di far sentire la propria voce, dando così il proprio addio alla categoria dei “mostri”.