L'esistenza del Soprannaturale
Jan 8, 2015 15:27:04 GMT
Post by A. Rossi on Jan 8, 2015 15:27:04 GMT
L'esistenza del Soprannaturale
by Diane Vera
1) Definizioni
Per "soprannaturale", intendo "al di là della comprensione della scienza." Farò invece riferimento a ciò che può comprendere la scienza come"il mondo naturale."
Un "entità" è ogni cosa che esiste o è supposto che esista.
Con "la scienza," intendo l'insieme di discipline accademiche che praticano quello che oggi è conosciuto come metodologia scientifica.
Con "ciò che è alla portata della scienza" intendo l'insieme di entità la cui natura può essere compresa dalla scienza. Ovviamente non è possibile per la scienza indagare direttamente ogni aspetto dell'Universo(per non parlare dell Multiverso, se si è concordi con l'ipotesi delle varie dimensioni). La questione è se la scienza può potenzialmente comprendere la natura di tutto ciò che esiste. Per "natura," in questo contesto, voglio dire l'insieme di leggi a cui qualcosa è soggetto, più l'insieme dei meccanismi con cui funziona.
Vi è, naturalmente, una grandissima differenza tra la potenziale portata della scienza, e l'attuale capacità effettiva di comprensione della scienza. Se così non fosse, la scienza sarebbe sul punto di risultare inutile.
Così, per esempio, se la potenziale portata della scienza fosse limitata agli oggetti microscopici - che era la portata della scienza ai tempi di Isaac Newton - adesso il comportamento di atomi e particelle subatomiche sarebbe "soprannaturale" secondo la mia definizione, perché è qualcosa di radicalmente diverso dal comportamento di oggetti macroscopici, come predetto dalla meccanica newtoniana. Ovviamente, gli atomi non sono soprannaturali. Il loro comportamento è stato rappresentato, in larga misura, dalla fisica quantistica, una teoria che appare strana per gli standard quotidiani, ma che comunque è un prodotto della metodologia scientifica.
Con "fenomeno paranormale" intendo dire un evento, osservato da almeno una persona, che sia: 1) sembra essere al di fuori della portata della scienza attuale (non necessariamente fuori dalla potenziale portata della scienza futira, e 2) è difficile se non impossibile da verificare scientificamente, per esempio: esso non può essere ripetuto volontariamente in laboratorio, oppure non si lascia dietro prove inequivocabili che convincano anche persone che non hanno assistito all'evento. Ci sono stati molti esperimenti, ad esempio, l'esperimento di Michelson-Morley del 1887, che ha dimostrato alcune cose al di là della portata della sceinza dei loro tempi, i cui risultati tuttavia non possono considerarsi "paranormali", perché potrebbero facilmente essere verificati da chiunque con le necessarie apparecchiature.
Il naturalismo metafisico (noto anche come il naturalismo ontologico) è la convinzione che tutto ciò che esiste è parte del mondo naturale, e quindi che nessun regno soprannaturale esiste.
Il naturalismo metodologico (noto anche come il naturalismo epistemologico) è la convinzione che la conoscenza umana possa essere massimizzata assumendo che il mondo naturale è tutto ciò che esiste - anche se non è, infatti, vero che il mondo naturale è tutto ciò che esiste.
Più in generale, un'ipotesi pragmatica è un presupposto che si ritiene essere valido indipendentemente dal fatto che l'ipotesi in sé è vera.
2)Naturalismo, come ipotesi pragmatica nella scienza
Quasi tutti gli scienziati accettano il naturalismo metodologico, almeno all'interno della scienza stessa. Una parte fondamentale della metodologia scientifica è l'idea che la scienza dovrebbe considerare le spiegazioni solo naturalistiche e non prendere in considerazione le spiegazioni soprannaturali.
Perché? Perché solo spiegazioni naturali si prestano ai metodi della scienza. Ad esempio, "Dio ha fatto" non è un elemento testabile, ed è un ipotesi falsificabile. E, poichè "Dio ha fatto" - anche se fosse vero - non è comatibile col metodo scientifico, è anche improbabile che possa portare alla nascita di ulteriori ipotesi comatibili col metodo scientifico. Così, le spiegazioni soprannaturali - anche se fossero vere - sono un vicolo cieco scientifico. Solo le spiegazioni naturalistiche possono essere scientificamente produttive. Pertanto, la scienza deve sempre cercare possibili spiegazioni naturalistiche.
Ma questo, di per sé, implica l'inesistenza di ogni entità soprannaturale? Su tale questione, gli scienziati non sono d'accordo, e così fanno i filosofi.
Alcuni potrebbero sostenere che i molti successi della scienza, con il suo naturalismo metodologico, implicano la reale effettività del naturalismo metafisico - o almeno una forte probabilità che il naturalismo metafisico sia vero. Non sono d'accordo.
In primo luogo, una teoria può essere scientificamente produttiva e accettabile, ma tuttavia rivelarsi falsa.
Ad esempio, una volta si pensava che sarebbe stato possibile, in futuro, effettuare previsioni meteorologiche precise su lunchissimi periodi. Grazie all'avvento della teoria del caos, è ormai noto che tali previsioni accurate a lungo raggio sono impossibili. Tuttavia, questa credenza sull'eventuale possibilità di previsioni meteo accurate su lunghi periodi, ha aiutato a motivare(e ottenere borse di ricerca) per un sacco di preziose ricerche in campo meteorologico, che altrimenti non sarebbero mai state fatte. Così, la fede nella eventuale possibilità di previsioni metereologiche precise a lungo raggio(alle quali mi riferirò d'ora in poi come "EPALRWP") era scientificamente produttiva nel senso che ha portato ad una maggiore conoscenza scientifica. Eppure, il EPALRWP si è rivelato falso.
Oltre ad essere scientificamente produttivo, il naturalismo ha un'altra caratteristica fondamentale in comune con la teoria del EPALRWP. Sia il naturalismo sia il EPALRWP sono stime ottimistiche della possibile portata della conoscenza scientifica umana. Il naturalismo presuppone che tutto ciò che esiste può, almeno in linea di principio, essere spiegato grazie alla ricerca scientifica da parte dell'uomo. Così, il naturalismo è la visione più ottimistica possibile del potenziale successo a lungo termine del progresso scientifico.
Perché il naturalismo e il EPALRWP sono scientificamente produttivi? Essenzialmente per la stessa ragione per cui l'ottimismo, in generale, può essere produttivo. Se si ritiene di poter fare qualcosa, allora è molto più probabile provarci, e quindi è molto più probabile che si abbia successo in quella cosa, a differenza di qualcosa in cui non si crede. Nel caso del naturalismo, se si assume che ogni cosa ha una buona e verificabile spiegazione scientifica, allora è più probabile cercare - e quindi più probabilità di trovare - buone e verificabili spiegazioni scientifiche.
La produttività scientifica del naturalismo metodologico non implica la verità del naturalismo metafisico, non più di quanto la produttività pragmatica dell ottimismo, in generale, implica che viviamo in un mondo perfetto.
Questa osservazione, di per sé, non dimostra che il naturalismo metafisico è falso. I punti da notare sono: 1) il naturalismo è una assunzione pragmatica necessaria nel campo della scienza, ma (2 il valore pragmatico di una determinata ipotesi, anche il suo valore nella ricerca della verità, non dimostra che l'assunto stesso sia vero.
Un esempio ancora più drammatico di quest'ultimo punto si può trovare studiando la storia della matematica, un altro approccio rigoroso alla ricerca della verità. Una volta si credeva che tutte le affermazioni matematiche vere potevano essere provate da una manciata di assiomi. Questa idea è stata molto produttiva finché è durata. Tuttavia, nel 1931 è stata spazzata via da "Teorema di incompletezza" di Gödel, che ha dimostrato l'esistenza di alcuni assiomi "veri ma indimostrabili". Da allora, è stato dimostrato che vi sono molti altri problemi insolubili, tra "proposizioni indecidibili" e numeri incalcolabili.
3)Alcune apparenti limitazioni della scienza
La scienza ha spiegato molto. E ci sono buone ragioni per sperare che la scienza continui a spiegare ancora di più. Ma la scienza sarà mai in grado di spiegare tutto?
Una buona ragione per dubitare di questa cosa, è che la scienza, ha scoperto alcune apparenti limitazioni della scienza stessa.
Un esempio ben noto è il principio di indeterminazione di Heisenberg.
Esempi più drastici possono essere trovati in Cosmologia. Alcuni pezzi tratti da articoli di James Schombert:
Fisica dell'Universo primordiale è metà tra astronomia e filosofia, poiché al momento non abbiamo una teoria completa che unifica tutte le forze fondamentali della natura, al momento della creazione. Inoltre, non vi è alcuna possibilità di collegare l'osservazione o la sperimentazione della fisica primordiale per le nostre teorie (es: non è possibile "costruire" un'altro Universo). Le nostre teorie sono respinte o accettate basandosi sulla semplicità e su motivi estetici, oltre che al loro potere di previsione dei tempi successivi, piuttosto che su risultati empirici. Questo è un modo molto diverso di fare scienza dai precedenti secoli di ricerca.
La nostra fisica può spiegare la maggior parte della evoluzione dell'Universo dopo il Periodo di Planck(circa 10-43 secondi dopo il Big Bang).
Tuttavia, gli eventi precedenti non sono definiti nella nostra scienza attuale e, in particolare, non abbiamo una solida comprensione dell'origine dell'Universo (ovvero ciò che ha 'causato' il Big Bang). Nella migliore delle ipotesi, possiamo parlare dei nostri sforzi fatti fino ad oggi come "sondare il terreno intorno ai bordi" della nostra comprensione per definire ciò che non capiamo, molto simile a un cieco che tenta di esplorare i bordi di un buco profondo, imparandone il diametro senza saperne la profondità.
In altre parole, la causa del Big Bang è sconosciuta, e probabilmente non può essere scoperta. L'articolo prosegue:
Una cosa che è chiara nella nostra risposta a domande come "Come è nato l'Universo? " è che l'Universo si è auto-creato. Questa non è una risposta alla domanda sulla "causa" dell'origine dell'Universo, né è una risposta sulla mancanza dello "scopo o del destino". Si tratta semplicemente di una risposta sull'Universo emergente, e che l'attuale Universo, probabilmente derivato da un mare indeterminato di potenzialità che noi chiamiamo il vuoto quantistico, ha delle proprietà che possono rimanere sempre fuori dalla nostra comprensione attuale.
Se la vera causa è sconosciuta, allora su quali basi si può dire che l'Universo si è "auto-creato"?
Per quel che posso dire, sostenere che l'Universo non si è auto-creato, sarebbe contrario al naturalismo metodologico. Che l'universo si è auto-creato è un presupposto che gli astronomi devono fare per avere qualche speranza di arrivare ad una teoria scientifica sull'origine dell'Universo.
Ma il naturalismo metodologico è soltanto una regola del "gioco" scientifico. Esso non implica che l'auto-creazione dell'Universo sia una cosa vera, né, anche se fosse vera, implica che gli astronomi necessariamente non arriveranno mai ad una comprensione scientifica completa dell'origine dell'Universo. Tuttavia, per sperare un giorno di poter formulare una teoria esatta, gli astronomi devono procedere sulla via più "produttiva", anzichè rifugiarsi in una sterile "Dio ha fatto questo".
Purtroppo, come gli articoli sopra citati ammettono, anche le teorie naturalistiche della scienza possono portarci ad alcuni vicoli siechi scientifici. Invece di essere creato da un Dio, l'Universo si dice che sia "probabilmente derivato da un mare indeterminato di potenzialità che noi chiamiamo il vuoto quantistico, le cui proprietà possono rimanere sempre fuori dalla nostra attuale comprensione." In altre parole, può anche essere qualcosa che potrebbe rivelarsi inconoscibile come "Dio".
Interessante anche un'altro articolo, sul "principio antropico". In particolare, si nota la seguente dichiarazione: "Dal momento che all'ipotesi dei molti mondi manca la capacità di verificare l'esistenza di questi altri Universi, non è falsificabile e, quindi, confina con la con pseudo-scienza" - un altro esempio di come anche il naturalismo metodologico non sempre porta a ipotesi verificabili.
Un altro motivo per dubitare che la scienza sarà mai in grado di spiegare tutto è che gran parte della scienza è legata alla matematica, nella quale è stato dimostrato che ci sono molti problemi che sono in linea di principio irrisolvibili. Ciò significa, come minimo, che la scienza non avrà mai matematicamente una teoria completa su tutto.
Certo, l'esistenza di molte "proposizioni indecidibili" in matematica, in sé e per sé, non implica che esiste qualcosa di assolutamente fuori la potenziale portata della scienza. Né nessuno degli altri limiti della conoscenza scientifica di cui sopra, costituiscono limiti fondamentali della metodologia scientifica stessa. Ad esempio, sebbene la misurazione precisa del moto di particelle minuscole è impossibile, molto si può ancora dedurre su queste particelle basandosi su un vasto numero di prove.
Così, per quanto ne sono a conoscenza, la metodologia scientifica non ha ancora incontrato il suo analogo nel Teorema di Incompletezza di Gödel , o la gerarchia aritmetica delle proposizioni indecidibili. (Se la scienza dovesse scoprire una cosa del genere, si sarebbe rivelato l'esistenza di un regno soprannaturale, nel senso che do io alla parola "soprannaturale".)
Eppure, c'è qualche buona ragione per credere che tutto ciò che esiste è alla portata della scienza? Io credo di no. Troppo di ciò che abbiamo imparato nel corso degli ultimi secoli da l'idea che la conoscenza umana sia estremamente limitata, su tutti i fronti. Perché la portata complessiva della scienza stessa dovrebbe essere diversa? Forse lo è, ma non ci sono buone ragioni a priori per pensarla così, se non come un presupposto pragmatico utile all'interno dell'impresa scientifica stessa.
4)Il Paranormale e lo scetticismo
Finora ho mostrato solo la probabilità che il regno soprannaturale esista. Non ho parlato della veridicità di eventuali eventi soprannaturali specifici. Anzi, probabilmente non è possibile stabilire specifici risvolti soprannaturali, almeno non con la certezza assoluta, perché il soprannaturale è, per definizione, al di là della portata della scienza, e quindi probabilmente al di là della portata di qualsiasi approccio affidabile per la conoscenza.
Pertanto, lo scetticismo verso ogni e qualsiasi evento soprannaturale è ancora giustificato. La semplice probabilità che un regno soprannaturale esista, di per sé, non implica che siamo giustificati nel credere a qualsiasi o tutte le pretese soprannaturali, volenti o nolenti.
Ma se un certo scetticismo verso alcuni specifici eventi paranormali è pienamente giustificato, è altrettanto giustificato credere che gli eventi paranormali non si verifichino mai?
È ragionevole pensare, per esempio, che se un dato fenomeno è effettivamente stato sperimentato da almeno un umano, allora dovrebbe essere sempre possibile fornire prove scientificamente verificabili dell'esistenza del fenomeno?
Chiaramente, la risposta a questa ultima domanda è no. Anche a livello mondano normale, ci sono un sacco di cose che ci accadono ogni giorno, che, in caso di contestazione, non saremmo in grado di dimostrare.
L'idea che "se non è possibile fornire una buona prova di ciò che è successo, allora non è successo" è un buon presupposto metodologico per storici ed altri studiosi, che altrimenti finirebbero per credere ad ogni sorta di sciocchezza. E 'anche un buon presupposto metodologico in un tribunale giudiziario. Ma questo è ancora un altro esempio di come un presupposto può essere scientificamente produttivo, però tuttavia falso.
Ma cosa succede se un dato fenomeno è successo a moltissime persone? Non dovrebbe essere possibile studiare quel fenomeno scientificamente, o almeno dimostrare che è accaduto? Non necessariamente.
Anche a livello quotidiano, ci sono un sacco di fenomeni che accadono ogni giorno, ma che sono molto difficili da studiare scientificamente. Gli esempi includono la creatività e l'umorismo. Ci sono molti aspetti della psicologia umana che sono estremamente difficili da studiare scientificamente perché, pur esistendo chiaramente, essi non si prestano facilmente alla metodologia sperimentale, a causa della soggettività e imprevedibilità che li caratterizzano.
Come ho detto, queste cose non sono al di là della portata della scienza, sono solo difficili da studiare scientificamente. Ma non c'è motivo per cui non potrebbero esistere anche alcuni aspetti dell'esperienza umana che sono reali ma ancora più imprevedibili e/o soggettivi della creatività e dell'umorismo, tanto da essere del tutto impossibili da studiare con la metodologia scientifica. Infatti, se un regno soprannaturale non solo esiste, ma incide in qualche modo sulla vita di alcune persone, ci aspettiamo proprio che sia imprevedibile e soggettivo. In caso contrario, le sue manifestazioni si presterebbero bene allo studio scientifico, e quindi la sua natura probabilmente non sarebbe al di là della potenziale portata della scienza.
Se il vostro scopo non è quello di far progredire la scienza, ma è solo quello di valutare una situazione apparentemente paranormale nella vostra vita personale, allora dovreste comunque cercare possibili spiegazioni naturali. Ma non cè alcun motivo per cui dovreste evitare di contemplare spiegazioni spirituali per alcuni avvenimenti. Le vostre convinzioni spirituali, qualunque esse siano, non ono neanche lontanamente cosi solide come lo studio scientifico. Ma, se il vostro scopo è semplicemente quello di elaborare la miglior ipotesi per la propria situazione personale, allora le vostre convinzioni spirituali potrebbero essere meglio di niente.
ARTICOLO IN LINGUA ORIGINALE: theisticsatanism.com/philos/supernatural.html
TRADOTTO DA: A.Rossi
by Diane Vera
1) Definizioni
Per "soprannaturale", intendo "al di là della comprensione della scienza." Farò invece riferimento a ciò che può comprendere la scienza come"il mondo naturale."
Un "entità" è ogni cosa che esiste o è supposto che esista.
Con "la scienza," intendo l'insieme di discipline accademiche che praticano quello che oggi è conosciuto come metodologia scientifica.
Con "ciò che è alla portata della scienza" intendo l'insieme di entità la cui natura può essere compresa dalla scienza. Ovviamente non è possibile per la scienza indagare direttamente ogni aspetto dell'Universo(per non parlare dell Multiverso, se si è concordi con l'ipotesi delle varie dimensioni). La questione è se la scienza può potenzialmente comprendere la natura di tutto ciò che esiste. Per "natura," in questo contesto, voglio dire l'insieme di leggi a cui qualcosa è soggetto, più l'insieme dei meccanismi con cui funziona.
Vi è, naturalmente, una grandissima differenza tra la potenziale portata della scienza, e l'attuale capacità effettiva di comprensione della scienza. Se così non fosse, la scienza sarebbe sul punto di risultare inutile.
Così, per esempio, se la potenziale portata della scienza fosse limitata agli oggetti microscopici - che era la portata della scienza ai tempi di Isaac Newton - adesso il comportamento di atomi e particelle subatomiche sarebbe "soprannaturale" secondo la mia definizione, perché è qualcosa di radicalmente diverso dal comportamento di oggetti macroscopici, come predetto dalla meccanica newtoniana. Ovviamente, gli atomi non sono soprannaturali. Il loro comportamento è stato rappresentato, in larga misura, dalla fisica quantistica, una teoria che appare strana per gli standard quotidiani, ma che comunque è un prodotto della metodologia scientifica.
Con "fenomeno paranormale" intendo dire un evento, osservato da almeno una persona, che sia: 1) sembra essere al di fuori della portata della scienza attuale (non necessariamente fuori dalla potenziale portata della scienza futira, e 2) è difficile se non impossibile da verificare scientificamente, per esempio: esso non può essere ripetuto volontariamente in laboratorio, oppure non si lascia dietro prove inequivocabili che convincano anche persone che non hanno assistito all'evento. Ci sono stati molti esperimenti, ad esempio, l'esperimento di Michelson-Morley del 1887, che ha dimostrato alcune cose al di là della portata della sceinza dei loro tempi, i cui risultati tuttavia non possono considerarsi "paranormali", perché potrebbero facilmente essere verificati da chiunque con le necessarie apparecchiature.
Il naturalismo metafisico (noto anche come il naturalismo ontologico) è la convinzione che tutto ciò che esiste è parte del mondo naturale, e quindi che nessun regno soprannaturale esiste.
Il naturalismo metodologico (noto anche come il naturalismo epistemologico) è la convinzione che la conoscenza umana possa essere massimizzata assumendo che il mondo naturale è tutto ciò che esiste - anche se non è, infatti, vero che il mondo naturale è tutto ciò che esiste.
Più in generale, un'ipotesi pragmatica è un presupposto che si ritiene essere valido indipendentemente dal fatto che l'ipotesi in sé è vera.
2)Naturalismo, come ipotesi pragmatica nella scienza
Quasi tutti gli scienziati accettano il naturalismo metodologico, almeno all'interno della scienza stessa. Una parte fondamentale della metodologia scientifica è l'idea che la scienza dovrebbe considerare le spiegazioni solo naturalistiche e non prendere in considerazione le spiegazioni soprannaturali.
Perché? Perché solo spiegazioni naturali si prestano ai metodi della scienza. Ad esempio, "Dio ha fatto" non è un elemento testabile, ed è un ipotesi falsificabile. E, poichè "Dio ha fatto" - anche se fosse vero - non è comatibile col metodo scientifico, è anche improbabile che possa portare alla nascita di ulteriori ipotesi comatibili col metodo scientifico. Così, le spiegazioni soprannaturali - anche se fossero vere - sono un vicolo cieco scientifico. Solo le spiegazioni naturalistiche possono essere scientificamente produttive. Pertanto, la scienza deve sempre cercare possibili spiegazioni naturalistiche.
Ma questo, di per sé, implica l'inesistenza di ogni entità soprannaturale? Su tale questione, gli scienziati non sono d'accordo, e così fanno i filosofi.
Alcuni potrebbero sostenere che i molti successi della scienza, con il suo naturalismo metodologico, implicano la reale effettività del naturalismo metafisico - o almeno una forte probabilità che il naturalismo metafisico sia vero. Non sono d'accordo.
In primo luogo, una teoria può essere scientificamente produttiva e accettabile, ma tuttavia rivelarsi falsa.
Ad esempio, una volta si pensava che sarebbe stato possibile, in futuro, effettuare previsioni meteorologiche precise su lunchissimi periodi. Grazie all'avvento della teoria del caos, è ormai noto che tali previsioni accurate a lungo raggio sono impossibili. Tuttavia, questa credenza sull'eventuale possibilità di previsioni meteo accurate su lunghi periodi, ha aiutato a motivare(e ottenere borse di ricerca) per un sacco di preziose ricerche in campo meteorologico, che altrimenti non sarebbero mai state fatte. Così, la fede nella eventuale possibilità di previsioni metereologiche precise a lungo raggio(alle quali mi riferirò d'ora in poi come "EPALRWP") era scientificamente produttiva nel senso che ha portato ad una maggiore conoscenza scientifica. Eppure, il EPALRWP si è rivelato falso.
Oltre ad essere scientificamente produttivo, il naturalismo ha un'altra caratteristica fondamentale in comune con la teoria del EPALRWP. Sia il naturalismo sia il EPALRWP sono stime ottimistiche della possibile portata della conoscenza scientifica umana. Il naturalismo presuppone che tutto ciò che esiste può, almeno in linea di principio, essere spiegato grazie alla ricerca scientifica da parte dell'uomo. Così, il naturalismo è la visione più ottimistica possibile del potenziale successo a lungo termine del progresso scientifico.
Perché il naturalismo e il EPALRWP sono scientificamente produttivi? Essenzialmente per la stessa ragione per cui l'ottimismo, in generale, può essere produttivo. Se si ritiene di poter fare qualcosa, allora è molto più probabile provarci, e quindi è molto più probabile che si abbia successo in quella cosa, a differenza di qualcosa in cui non si crede. Nel caso del naturalismo, se si assume che ogni cosa ha una buona e verificabile spiegazione scientifica, allora è più probabile cercare - e quindi più probabilità di trovare - buone e verificabili spiegazioni scientifiche.
La produttività scientifica del naturalismo metodologico non implica la verità del naturalismo metafisico, non più di quanto la produttività pragmatica dell ottimismo, in generale, implica che viviamo in un mondo perfetto.
Questa osservazione, di per sé, non dimostra che il naturalismo metafisico è falso. I punti da notare sono: 1) il naturalismo è una assunzione pragmatica necessaria nel campo della scienza, ma (2 il valore pragmatico di una determinata ipotesi, anche il suo valore nella ricerca della verità, non dimostra che l'assunto stesso sia vero.
Un esempio ancora più drammatico di quest'ultimo punto si può trovare studiando la storia della matematica, un altro approccio rigoroso alla ricerca della verità. Una volta si credeva che tutte le affermazioni matematiche vere potevano essere provate da una manciata di assiomi. Questa idea è stata molto produttiva finché è durata. Tuttavia, nel 1931 è stata spazzata via da "Teorema di incompletezza" di Gödel, che ha dimostrato l'esistenza di alcuni assiomi "veri ma indimostrabili". Da allora, è stato dimostrato che vi sono molti altri problemi insolubili, tra "proposizioni indecidibili" e numeri incalcolabili.
3)Alcune apparenti limitazioni della scienza
La scienza ha spiegato molto. E ci sono buone ragioni per sperare che la scienza continui a spiegare ancora di più. Ma la scienza sarà mai in grado di spiegare tutto?
Una buona ragione per dubitare di questa cosa, è che la scienza, ha scoperto alcune apparenti limitazioni della scienza stessa.
Un esempio ben noto è il principio di indeterminazione di Heisenberg.
Esempi più drastici possono essere trovati in Cosmologia. Alcuni pezzi tratti da articoli di James Schombert:
Fisica dell'Universo primordiale è metà tra astronomia e filosofia, poiché al momento non abbiamo una teoria completa che unifica tutte le forze fondamentali della natura, al momento della creazione. Inoltre, non vi è alcuna possibilità di collegare l'osservazione o la sperimentazione della fisica primordiale per le nostre teorie (es: non è possibile "costruire" un'altro Universo). Le nostre teorie sono respinte o accettate basandosi sulla semplicità e su motivi estetici, oltre che al loro potere di previsione dei tempi successivi, piuttosto che su risultati empirici. Questo è un modo molto diverso di fare scienza dai precedenti secoli di ricerca.
La nostra fisica può spiegare la maggior parte della evoluzione dell'Universo dopo il Periodo di Planck(circa 10-43 secondi dopo il Big Bang).
Tuttavia, gli eventi precedenti non sono definiti nella nostra scienza attuale e, in particolare, non abbiamo una solida comprensione dell'origine dell'Universo (ovvero ciò che ha 'causato' il Big Bang). Nella migliore delle ipotesi, possiamo parlare dei nostri sforzi fatti fino ad oggi come "sondare il terreno intorno ai bordi" della nostra comprensione per definire ciò che non capiamo, molto simile a un cieco che tenta di esplorare i bordi di un buco profondo, imparandone il diametro senza saperne la profondità.
In altre parole, la causa del Big Bang è sconosciuta, e probabilmente non può essere scoperta. L'articolo prosegue:
Una cosa che è chiara nella nostra risposta a domande come "Come è nato l'Universo? " è che l'Universo si è auto-creato. Questa non è una risposta alla domanda sulla "causa" dell'origine dell'Universo, né è una risposta sulla mancanza dello "scopo o del destino". Si tratta semplicemente di una risposta sull'Universo emergente, e che l'attuale Universo, probabilmente derivato da un mare indeterminato di potenzialità che noi chiamiamo il vuoto quantistico, ha delle proprietà che possono rimanere sempre fuori dalla nostra comprensione attuale.
Se la vera causa è sconosciuta, allora su quali basi si può dire che l'Universo si è "auto-creato"?
Per quel che posso dire, sostenere che l'Universo non si è auto-creato, sarebbe contrario al naturalismo metodologico. Che l'universo si è auto-creato è un presupposto che gli astronomi devono fare per avere qualche speranza di arrivare ad una teoria scientifica sull'origine dell'Universo.
Ma il naturalismo metodologico è soltanto una regola del "gioco" scientifico. Esso non implica che l'auto-creazione dell'Universo sia una cosa vera, né, anche se fosse vera, implica che gli astronomi necessariamente non arriveranno mai ad una comprensione scientifica completa dell'origine dell'Universo. Tuttavia, per sperare un giorno di poter formulare una teoria esatta, gli astronomi devono procedere sulla via più "produttiva", anzichè rifugiarsi in una sterile "Dio ha fatto questo".
Purtroppo, come gli articoli sopra citati ammettono, anche le teorie naturalistiche della scienza possono portarci ad alcuni vicoli siechi scientifici. Invece di essere creato da un Dio, l'Universo si dice che sia "probabilmente derivato da un mare indeterminato di potenzialità che noi chiamiamo il vuoto quantistico, le cui proprietà possono rimanere sempre fuori dalla nostra attuale comprensione." In altre parole, può anche essere qualcosa che potrebbe rivelarsi inconoscibile come "Dio".
Interessante anche un'altro articolo, sul "principio antropico". In particolare, si nota la seguente dichiarazione: "Dal momento che all'ipotesi dei molti mondi manca la capacità di verificare l'esistenza di questi altri Universi, non è falsificabile e, quindi, confina con la con pseudo-scienza" - un altro esempio di come anche il naturalismo metodologico non sempre porta a ipotesi verificabili.
Un altro motivo per dubitare che la scienza sarà mai in grado di spiegare tutto è che gran parte della scienza è legata alla matematica, nella quale è stato dimostrato che ci sono molti problemi che sono in linea di principio irrisolvibili. Ciò significa, come minimo, che la scienza non avrà mai matematicamente una teoria completa su tutto.
Certo, l'esistenza di molte "proposizioni indecidibili" in matematica, in sé e per sé, non implica che esiste qualcosa di assolutamente fuori la potenziale portata della scienza. Né nessuno degli altri limiti della conoscenza scientifica di cui sopra, costituiscono limiti fondamentali della metodologia scientifica stessa. Ad esempio, sebbene la misurazione precisa del moto di particelle minuscole è impossibile, molto si può ancora dedurre su queste particelle basandosi su un vasto numero di prove.
Così, per quanto ne sono a conoscenza, la metodologia scientifica non ha ancora incontrato il suo analogo nel Teorema di Incompletezza di Gödel , o la gerarchia aritmetica delle proposizioni indecidibili. (Se la scienza dovesse scoprire una cosa del genere, si sarebbe rivelato l'esistenza di un regno soprannaturale, nel senso che do io alla parola "soprannaturale".)
Eppure, c'è qualche buona ragione per credere che tutto ciò che esiste è alla portata della scienza? Io credo di no. Troppo di ciò che abbiamo imparato nel corso degli ultimi secoli da l'idea che la conoscenza umana sia estremamente limitata, su tutti i fronti. Perché la portata complessiva della scienza stessa dovrebbe essere diversa? Forse lo è, ma non ci sono buone ragioni a priori per pensarla così, se non come un presupposto pragmatico utile all'interno dell'impresa scientifica stessa.
4)Il Paranormale e lo scetticismo
Finora ho mostrato solo la probabilità che il regno soprannaturale esista. Non ho parlato della veridicità di eventuali eventi soprannaturali specifici. Anzi, probabilmente non è possibile stabilire specifici risvolti soprannaturali, almeno non con la certezza assoluta, perché il soprannaturale è, per definizione, al di là della portata della scienza, e quindi probabilmente al di là della portata di qualsiasi approccio affidabile per la conoscenza.
Pertanto, lo scetticismo verso ogni e qualsiasi evento soprannaturale è ancora giustificato. La semplice probabilità che un regno soprannaturale esista, di per sé, non implica che siamo giustificati nel credere a qualsiasi o tutte le pretese soprannaturali, volenti o nolenti.
Ma se un certo scetticismo verso alcuni specifici eventi paranormali è pienamente giustificato, è altrettanto giustificato credere che gli eventi paranormali non si verifichino mai?
È ragionevole pensare, per esempio, che se un dato fenomeno è effettivamente stato sperimentato da almeno un umano, allora dovrebbe essere sempre possibile fornire prove scientificamente verificabili dell'esistenza del fenomeno?
Chiaramente, la risposta a questa ultima domanda è no. Anche a livello mondano normale, ci sono un sacco di cose che ci accadono ogni giorno, che, in caso di contestazione, non saremmo in grado di dimostrare.
L'idea che "se non è possibile fornire una buona prova di ciò che è successo, allora non è successo" è un buon presupposto metodologico per storici ed altri studiosi, che altrimenti finirebbero per credere ad ogni sorta di sciocchezza. E 'anche un buon presupposto metodologico in un tribunale giudiziario. Ma questo è ancora un altro esempio di come un presupposto può essere scientificamente produttivo, però tuttavia falso.
Ma cosa succede se un dato fenomeno è successo a moltissime persone? Non dovrebbe essere possibile studiare quel fenomeno scientificamente, o almeno dimostrare che è accaduto? Non necessariamente.
Anche a livello quotidiano, ci sono un sacco di fenomeni che accadono ogni giorno, ma che sono molto difficili da studiare scientificamente. Gli esempi includono la creatività e l'umorismo. Ci sono molti aspetti della psicologia umana che sono estremamente difficili da studiare scientificamente perché, pur esistendo chiaramente, essi non si prestano facilmente alla metodologia sperimentale, a causa della soggettività e imprevedibilità che li caratterizzano.
Come ho detto, queste cose non sono al di là della portata della scienza, sono solo difficili da studiare scientificamente. Ma non c'è motivo per cui non potrebbero esistere anche alcuni aspetti dell'esperienza umana che sono reali ma ancora più imprevedibili e/o soggettivi della creatività e dell'umorismo, tanto da essere del tutto impossibili da studiare con la metodologia scientifica. Infatti, se un regno soprannaturale non solo esiste, ma incide in qualche modo sulla vita di alcune persone, ci aspettiamo proprio che sia imprevedibile e soggettivo. In caso contrario, le sue manifestazioni si presterebbero bene allo studio scientifico, e quindi la sua natura probabilmente non sarebbe al di là della potenziale portata della scienza.
Se il vostro scopo non è quello di far progredire la scienza, ma è solo quello di valutare una situazione apparentemente paranormale nella vostra vita personale, allora dovreste comunque cercare possibili spiegazioni naturali. Ma non cè alcun motivo per cui dovreste evitare di contemplare spiegazioni spirituali per alcuni avvenimenti. Le vostre convinzioni spirituali, qualunque esse siano, non ono neanche lontanamente cosi solide come lo studio scientifico. Ma, se il vostro scopo è semplicemente quello di elaborare la miglior ipotesi per la propria situazione personale, allora le vostre convinzioni spirituali potrebbero essere meglio di niente.
ARTICOLO IN LINGUA ORIGINALE: theisticsatanism.com/philos/supernatural.html
TRADOTTO DA: A.Rossi