Quando il limite siamo noi stessi
Dec 26, 2014 13:36:09 GMT
Post by A. Rossi on Dec 26, 2014 13:36:09 GMT
Quando il limite siamo noi stessi
By Alex Red
"Supera te stesso e supererai il mondo"(Sant'Agostino)
Uno dei principali istinti del Satanista è quello di combattere i dogmi e i limiti imposti da altri, come la società, o la tradizione religiosa imposta culturalmente. L'evoluzione di un Satanista infatti non è solo spirituale, ma anche culturale, sociale, personale. Il Satanista coltiva i propri talenti, cerca di migliorare la sua vita terrena, coltiva il proprio Ego, ecc... La cosa certa, è che qualsiasi proposito di evoluzione personale, viene immancabilmente minacciato dai suddetti dogmi e limiti. La religione, specialmente in occidente, premerà sempre per limitare la cultura personale e l'autonomia di un individuo. La società, premerà sempre per tentare di omologare ogni individuo "della massa", in modo che nessuno possa coltivare il proprio Ego.
Quindi il Satanista, d'istinto, è portato a diffidare di religioni e società, considerandoli la prima fonte di ostacoli sul suo percorso.
Ma cosa succede se parte di questi ostacoli, dipendessero proprio da noi?
E' indubbio che molto spesso, sul nostro cammino, siamo noi stessi che inconsciamente(più o meno) poniamo degli ostacoli e dei limiti. L'ignoranza, il poco impegno, il dare tutto per scontato, il porsi poche domande... sono tutti dei limiti capaci di spazzare via il nostro percorso, e sono tutti limiti causati da noi stessi. Il confronto con altri può essere un modo pratico e veloce di scoprire che ci stiamo danneggiando da soli, tuttavia, è solo un lavoro personale su noi stessi, che può definitivamente aiutarci ad eliminare questi limi auto-imposti.
I limiti auto-imposti, scaturiscono da mancanza di autocritica, insicurezze personali, casomai paure, che ci portano ad "accontentarci" delle mezze verità(la verità può far male), che ci portano a costruirci un modo personale in cui tutto ha lo scopo di farci sentire più a nostro agio e sicuri. L'insicurezza, la poca fiducia i noi stessi, può impedirci di coltivare i nostri talenti. Buttarsi, esporsi, mettersi alla prova, è psicologicamente la cosa più difficile da fare. Inoltre, come suddetto, l'uomo tende ad "accontentarsi", sia delle mezze verità, sia dei progressi limitati(ma pur sempre apparentemente soddisfacenti) nel coltivare i propri talenti. Questo meccanismo colpisce anche la fase di studio. E' facile a un certo punto decidere di "fermarsi" perchè la spiegazione che si è trovato è quella che ci fa sentire più sicuri(anche se poi è illogica o accademicamente inaccettabile). La paura, spesso inconscia, di aver creduto una cosa che può rivelarsi errata, impedisce di svolgere eventuali verifiche, o peggio, di non accettare a priori teorie alternative. Sbagliare è doloroso, e fa incazzare delle volte, ma non è niente in confronto al "rifiutare la possibilità che si stia sbagliando". Cosi come fallire molte volte nel coltivare i propri talenti non è niente in confronto a "credere di essere bravi in una cosa solo dopo aver scorto qualche miglioramento).
Sempre provare a migliorarsi. La sfida non deve essere con gli altri, ma deve essere con noi stessi. Con gli altri ci può essere un confronto ideologico, ma i nostri talenti trovano una misura di paragone solo con noi stessi. Non fraintendetemi: TUTTI siamo affetti, chi più chi meno, da limiti auto-imposti. Prendere atto di questo problema è già il 99% del lavoro.
By Alex Red
"Supera te stesso e supererai il mondo"(Sant'Agostino)
Uno dei principali istinti del Satanista è quello di combattere i dogmi e i limiti imposti da altri, come la società, o la tradizione religiosa imposta culturalmente. L'evoluzione di un Satanista infatti non è solo spirituale, ma anche culturale, sociale, personale. Il Satanista coltiva i propri talenti, cerca di migliorare la sua vita terrena, coltiva il proprio Ego, ecc... La cosa certa, è che qualsiasi proposito di evoluzione personale, viene immancabilmente minacciato dai suddetti dogmi e limiti. La religione, specialmente in occidente, premerà sempre per limitare la cultura personale e l'autonomia di un individuo. La società, premerà sempre per tentare di omologare ogni individuo "della massa", in modo che nessuno possa coltivare il proprio Ego.
Quindi il Satanista, d'istinto, è portato a diffidare di religioni e società, considerandoli la prima fonte di ostacoli sul suo percorso.
Ma cosa succede se parte di questi ostacoli, dipendessero proprio da noi?
E' indubbio che molto spesso, sul nostro cammino, siamo noi stessi che inconsciamente(più o meno) poniamo degli ostacoli e dei limiti. L'ignoranza, il poco impegno, il dare tutto per scontato, il porsi poche domande... sono tutti dei limiti capaci di spazzare via il nostro percorso, e sono tutti limiti causati da noi stessi. Il confronto con altri può essere un modo pratico e veloce di scoprire che ci stiamo danneggiando da soli, tuttavia, è solo un lavoro personale su noi stessi, che può definitivamente aiutarci ad eliminare questi limi auto-imposti.
I limiti auto-imposti, scaturiscono da mancanza di autocritica, insicurezze personali, casomai paure, che ci portano ad "accontentarci" delle mezze verità(la verità può far male), che ci portano a costruirci un modo personale in cui tutto ha lo scopo di farci sentire più a nostro agio e sicuri. L'insicurezza, la poca fiducia i noi stessi, può impedirci di coltivare i nostri talenti. Buttarsi, esporsi, mettersi alla prova, è psicologicamente la cosa più difficile da fare. Inoltre, come suddetto, l'uomo tende ad "accontentarsi", sia delle mezze verità, sia dei progressi limitati(ma pur sempre apparentemente soddisfacenti) nel coltivare i propri talenti. Questo meccanismo colpisce anche la fase di studio. E' facile a un certo punto decidere di "fermarsi" perchè la spiegazione che si è trovato è quella che ci fa sentire più sicuri(anche se poi è illogica o accademicamente inaccettabile). La paura, spesso inconscia, di aver creduto una cosa che può rivelarsi errata, impedisce di svolgere eventuali verifiche, o peggio, di non accettare a priori teorie alternative. Sbagliare è doloroso, e fa incazzare delle volte, ma non è niente in confronto al "rifiutare la possibilità che si stia sbagliando". Cosi come fallire molte volte nel coltivare i propri talenti non è niente in confronto a "credere di essere bravi in una cosa solo dopo aver scorto qualche miglioramento).
Sempre provare a migliorarsi. La sfida non deve essere con gli altri, ma deve essere con noi stessi. Con gli altri ci può essere un confronto ideologico, ma i nostri talenti trovano una misura di paragone solo con noi stessi. Non fraintendetemi: TUTTI siamo affetti, chi più chi meno, da limiti auto-imposti. Prendere atto di questo problema è già il 99% del lavoro.