Elliot Rose sull'assurdità del "male" come principio.
Nov 6, 2014 16:54:27 GMT
Post by A. Rossi on Nov 6, 2014 16:54:27 GMT
Elliot Rose sull'assurdità del "male" come principio.
By Diane Vera
Qui di seguito una citazione da "A Razor for a Goat" di Elliot Rose (Università di Toronto, 1989; originariamente pubblicato nei primi anni 1960, se non sbaglio). Questo libro sfata le teorie di Margaret Murray di un presunto "Culto della Strega" Pagano nel Medioevo. Un capitolo, "i poteri delle tenebre," è dedicato anche a confutare le idee di Montague Summers.
In questo capitolo, l'autore spiega perché, lui personalmente non crede nel Diavolo. Elliot Rose è un liberal-moderato cristiano con un concetto molto terreno e umanistico del "male". Nel brano che segue, egli spiega il motivo per cui non è logicamente possibile che un essere con qualsiasi potere proprio, possa essere costantemente dedicato al "male", nel senso in cui Rose utilizza questo termine.
Si prega di notare che la scrittura di Rose precede l'avvento del giornalismo/scrittura composto da frase brevi e incisive, quindi dovrete sforzarvi a prestare attenzione. Ma spero che la maggior parte di voi non lo troverà troppo difficile da leggere.
... Non ci può essere il male assoluto; o certamente nessuna volontà costante di male assoluto. Il male, semplicemente in quanto tale, non può essere perseguito come fine; se Satana vuole incoraggiare qualche peccato particolare, dovrà fare una tregua con qualche particolare virtù. Satana stesso non può essere assolutamente malvagio, e al contempo rimanere efficace. Se si suppone che lui sia un'essere formidabile, vuol dire supporre anche che lui sia forte, intelligente, determinato. E questo è sicuramente meglio che essere debole, sciocco e incostante. Quel che è meglio è relativamente buono, e senza l'assistenza del bene relativo, Satana sarebbe impotente. [...]
Ciò che è buono di per se, non cessa di essere buono in sé solo perché è usato per scopi malvagi; la bellezza è ancora la bellezza, anche se usata come trappola; l'abilità rimane abilità anche se serve a compiere un reato; la conoscenza è ancora la conoscenza anche se viene contorta per sostenere una menzogna; e restano, di per sé, meglio della bruttezza, dell'inettitudine, o dell'ignoranza. Anche la bontà morale in modo perverso rimane intrinsecamente buona. Il coraggio è ancora ammirabile anche se un ladro ha bisogno di possederlo; e la pazienza necessaria per scassinare una serratura è una virtù anche se l'uomo che la possiede, ne fa uso in congiunzione dell'avarizia, che è un peccato. Le qualità lodevoli di Satana, se del caso, sono da lodare; e se non ne ha, non può essere temuto.
A quite random study of the imaginative literature on moral themes will make this clear. It is a familiar problem that the bad characters in books are more convincing than the good; but it is a much worse problem to draw the protrait of a convincing and really horrible devil. In fact, it cannot be done. Consider how Milton was thwarted in Paradise Lost; to make Satan a possible character on the epic scale, he had to make him heroic; show him wholly evil, and he would be merely laughable, a squalor self-fettered in slime, and there would be no Adversary and no plot. Critics have been known to assert, on this ground, that Milton really sympathized with his Satan. But how otherwise could he possibly have been represented, in a work of serious moral purpose? The Middle Ages, by and large, had preferred to let their Devil exemplify a wide range of vices; and in consequence he became for them a mere grotesque. A sickly misshapen goblin out of Heironymous Bosch, vicious but impotent, or a grand operatic Prometheus; these are, more or less, the alternatives.
Uno studio del tutto casuale della letteratura immaginativa su temi morali la renderà chiara. Si tratta di un problema familiare a tutti, che i personaggi cattivi dei libri sono più convincenti che quelli buoni. Ma disegnare un Diavolo reale, convincente ed orribile è un problema ben peggiore. Infatti, non può essere fatto. Considerate come Milton è stato contrastante nel suo "Paradise Lost"; per rendere Satana un personaggio possibile in una dimensione epica, ha dovuto renderlo eroico. Se avesse mostrato tutto il male, sarebbe risultato ridicolo, squallido. I critici affermarono, su questo punto, che Milton veramente abbia simpatizzato con il suo Satana. Ma come altrimenti poteva essere rappresentato, in un lavoro con seri scopi morali? I Medioevali, in linea di massima, avevano preferito creare il loro Diavolo esemplificano una vasta serie di vizi; e di conseguenza facendolo diventare un essere grottesco. Un folletto deforme e malato di Hieronymous Bosch, vizioso ma impotente, o un gran melodrammatico Prometeo. Queste sono, più o meno, le alternative.
Every real person combines virtues and vices; thus far, we are all more devil than angel. Therefore, villains are commonly made complex and interesting, like real people. Perfect characters are not interesting, because there is no conflict in them; we know what they will do, and what will happen to them. That is what Fiction means. But outside fiction the best people we meet -- not necessarily the churchgoing, but the generous, the courageous, the determinedly honest -- make more impact than the ruck of hommes moyen sensuels, the moral plebs to which most of us belong. Villains, in real life, hardly matter; they are, by and large, people about as morally slack as ourselves in different circomstances.
Ogni persona reale combina sia virtù sia vizi. Fino ad ora, siamo stati tutti più diavoli che angeli. Pertanto, i cattivi sono comunemente fatti complessi e interessanti, come persone reali. Caratteri perfetti non sono interessanti, perché non vi è alcun conflitto in loro; sappiamo cosa faranno, e che cosa ne sarà di loro. Questo è ciò che significa la Fiction. Ma fuori dalla finzione, le persone migliori che incontriamo - non necessariamente in chiesa, ma i generosi, i coraggiosi, i decisamente onesti - rendono un impatto maggiore. I malvagi, nella vita reale, interessano poco.
-- Elliot Rose, A Razor for a Goat, pp. 183-184.
In generale, i cristiani con un approccio umanistico alla morale non tendono a credere nel Diavolo. Quei cristiani che credono nel Diavolo tendono a definire il "bene" e il "male" non in termini di beneficio concreto o di danno agli esseri umani, ma in termini di presentazione o di ribellione contro la volontà del Dio cristiano.
ARTICOLO IN LINGUA ORIGINALE: theisticsatanism.com/Muse/evilRose.html
TRADOTTO DA: A.Rossi
By Diane Vera
Qui di seguito una citazione da "A Razor for a Goat" di Elliot Rose (Università di Toronto, 1989; originariamente pubblicato nei primi anni 1960, se non sbaglio). Questo libro sfata le teorie di Margaret Murray di un presunto "Culto della Strega" Pagano nel Medioevo. Un capitolo, "i poteri delle tenebre," è dedicato anche a confutare le idee di Montague Summers.
In questo capitolo, l'autore spiega perché, lui personalmente non crede nel Diavolo. Elliot Rose è un liberal-moderato cristiano con un concetto molto terreno e umanistico del "male". Nel brano che segue, egli spiega il motivo per cui non è logicamente possibile che un essere con qualsiasi potere proprio, possa essere costantemente dedicato al "male", nel senso in cui Rose utilizza questo termine.
Si prega di notare che la scrittura di Rose precede l'avvento del giornalismo/scrittura composto da frase brevi e incisive, quindi dovrete sforzarvi a prestare attenzione. Ma spero che la maggior parte di voi non lo troverà troppo difficile da leggere.
... Non ci può essere il male assoluto; o certamente nessuna volontà costante di male assoluto. Il male, semplicemente in quanto tale, non può essere perseguito come fine; se Satana vuole incoraggiare qualche peccato particolare, dovrà fare una tregua con qualche particolare virtù. Satana stesso non può essere assolutamente malvagio, e al contempo rimanere efficace. Se si suppone che lui sia un'essere formidabile, vuol dire supporre anche che lui sia forte, intelligente, determinato. E questo è sicuramente meglio che essere debole, sciocco e incostante. Quel che è meglio è relativamente buono, e senza l'assistenza del bene relativo, Satana sarebbe impotente. [...]
Ciò che è buono di per se, non cessa di essere buono in sé solo perché è usato per scopi malvagi; la bellezza è ancora la bellezza, anche se usata come trappola; l'abilità rimane abilità anche se serve a compiere un reato; la conoscenza è ancora la conoscenza anche se viene contorta per sostenere una menzogna; e restano, di per sé, meglio della bruttezza, dell'inettitudine, o dell'ignoranza. Anche la bontà morale in modo perverso rimane intrinsecamente buona. Il coraggio è ancora ammirabile anche se un ladro ha bisogno di possederlo; e la pazienza necessaria per scassinare una serratura è una virtù anche se l'uomo che la possiede, ne fa uso in congiunzione dell'avarizia, che è un peccato. Le qualità lodevoli di Satana, se del caso, sono da lodare; e se non ne ha, non può essere temuto.
A quite random study of the imaginative literature on moral themes will make this clear. It is a familiar problem that the bad characters in books are more convincing than the good; but it is a much worse problem to draw the protrait of a convincing and really horrible devil. In fact, it cannot be done. Consider how Milton was thwarted in Paradise Lost; to make Satan a possible character on the epic scale, he had to make him heroic; show him wholly evil, and he would be merely laughable, a squalor self-fettered in slime, and there would be no Adversary and no plot. Critics have been known to assert, on this ground, that Milton really sympathized with his Satan. But how otherwise could he possibly have been represented, in a work of serious moral purpose? The Middle Ages, by and large, had preferred to let their Devil exemplify a wide range of vices; and in consequence he became for them a mere grotesque. A sickly misshapen goblin out of Heironymous Bosch, vicious but impotent, or a grand operatic Prometheus; these are, more or less, the alternatives.
Uno studio del tutto casuale della letteratura immaginativa su temi morali la renderà chiara. Si tratta di un problema familiare a tutti, che i personaggi cattivi dei libri sono più convincenti che quelli buoni. Ma disegnare un Diavolo reale, convincente ed orribile è un problema ben peggiore. Infatti, non può essere fatto. Considerate come Milton è stato contrastante nel suo "Paradise Lost"; per rendere Satana un personaggio possibile in una dimensione epica, ha dovuto renderlo eroico. Se avesse mostrato tutto il male, sarebbe risultato ridicolo, squallido. I critici affermarono, su questo punto, che Milton veramente abbia simpatizzato con il suo Satana. Ma come altrimenti poteva essere rappresentato, in un lavoro con seri scopi morali? I Medioevali, in linea di massima, avevano preferito creare il loro Diavolo esemplificano una vasta serie di vizi; e di conseguenza facendolo diventare un essere grottesco. Un folletto deforme e malato di Hieronymous Bosch, vizioso ma impotente, o un gran melodrammatico Prometeo. Queste sono, più o meno, le alternative.
Every real person combines virtues and vices; thus far, we are all more devil than angel. Therefore, villains are commonly made complex and interesting, like real people. Perfect characters are not interesting, because there is no conflict in them; we know what they will do, and what will happen to them. That is what Fiction means. But outside fiction the best people we meet -- not necessarily the churchgoing, but the generous, the courageous, the determinedly honest -- make more impact than the ruck of hommes moyen sensuels, the moral plebs to which most of us belong. Villains, in real life, hardly matter; they are, by and large, people about as morally slack as ourselves in different circomstances.
Ogni persona reale combina sia virtù sia vizi. Fino ad ora, siamo stati tutti più diavoli che angeli. Pertanto, i cattivi sono comunemente fatti complessi e interessanti, come persone reali. Caratteri perfetti non sono interessanti, perché non vi è alcun conflitto in loro; sappiamo cosa faranno, e che cosa ne sarà di loro. Questo è ciò che significa la Fiction. Ma fuori dalla finzione, le persone migliori che incontriamo - non necessariamente in chiesa, ma i generosi, i coraggiosi, i decisamente onesti - rendono un impatto maggiore. I malvagi, nella vita reale, interessano poco.
-- Elliot Rose, A Razor for a Goat, pp. 183-184.
In generale, i cristiani con un approccio umanistico alla morale non tendono a credere nel Diavolo. Quei cristiani che credono nel Diavolo tendono a definire il "bene" e il "male" non in termini di beneficio concreto o di danno agli esseri umani, ma in termini di presentazione o di ribellione contro la volontà del Dio cristiano.
ARTICOLO IN LINGUA ORIGINALE: theisticsatanism.com/Muse/evilRose.html
TRADOTTO DA: A.Rossi