CAPITOLO 10: segni e simboli del Satanismo. Il 666.
Oct 16, 2014 18:03:28 GMT
Post by Kurtz Rommel on Oct 16, 2014 18:03:28 GMT
“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. “
(Ap. 13-18).
Queste parole, scritte da San Giovanni nell'Apocalisse, in un tono volutamente criptico e libero a praticamente ogni interpretazione, sono diventate il “marchio di fabbrica” di un numero ad oggi estremamente discusso e malvisto, il 666.
Numero che compare anche a riguardo del re Salomone, sia nel libro dei Re:
“La quantità d'oro che affluiva nelle casse di Salomone ogni anno era di seicentosessantasei talenti,senza contare quanto ne proveniva dai trafficanti e dai commercianti, da tutti i re dell'Arabia e dai governatori del paese”,
che nelle Cronache:
“Ora il peso dell’oro che giungeva ogni anno a Salomone, era di seicentosessantasei talenti, oltre quello che percepiva dai trafficanti e dai negozianti che gliene portavano, da tutti i re d’Arabia e dai governatori del paese che recavano a Salomone dell’oro e dell’argento”.
Numero associato al male, al “diavolo”, di uso ed abuso corrente tra le varie sette pseudosataniche che infestano la scena occultista internazionale, in realtà ha un'origine tutt'altro che negativa, ben legata a ragioni di ordine matematico ed esoterico estremamente valide e precise.
La chiesa cristiana, nel corso dei secoli, ha poi costantemente distorto e confuso il reale significato del simbolo in sé, costruendo l'immagine del “nemico”, Satana, il cui nome viene, tanto per essere precisi, dall'ebraico “Shaytan”, che significa appunto “nemico”, “avversario”, oppure “accusatore”.
Quindi pentacolo, numero della bestia, croce rovesciata, e tutta una serie di altri “gadget” furono i segni distintivi di un nemico sempre più brutto, cattivo e pericoloso, fino ad arrivare all'immaginario dantesco che ne ufficializzò definitivamente la descrizione e gli attributi. Era nato il diavolo rosso, cornuto, puzzolente di zolfo, col forcone, le ali da pipistrello, i dentoni e la coda ad uncino.
Oggi, proprio per questi motivi, il numero 666 viene comunemente associato al Satanismo.
Lo si trova scritto su muri di chiese e cimiteri, o sul luogo delle cosiddette “messe nere”, spesso col sangue di qualche povero animale ammazzato per l'occasione.
Quindi, da parte dei delinquenti che abusano della definizione di “satanisti” per commettere abusi e reati di vario genere, è stato facile prendere in prestito un ulteriore simbolo da aggiungere agli altri, per montare la necessaria coreografia ed ammantare di “credibilità” quelli che sono solo crimini. Le persone suggestionabili, o comunque deboli psicologicamente, riconoscendo un simbolo che gli è sempre stato detto essere associato al “diavolo”, poco ci mettono a credere ancora di più a tutte le bugie che gli vengono rifilate. Insomma, per un buon capo-setta è fin più facile lavorare, dovendo solo appropriarsi di una serie di simboli già pronti all'uso ed adeguatamente pubblicizzati, piuttosto che doversene inventare di nuovi e faticare per renderli noti e credibili.
Come è mia abitudine ogni volta che si tocca questo argomento, rinnovo il mio avvertimento a STARE LONTANI da certi giri: sempre diffidare di “maestri” e “santoni”, e MAI andarsi a cacciare in posti isolati con gente che non si conosce.
Ma da dove viene effettivamente questa cifra in particolare? Perchè proprio 666, e non un'altra?
Esistono tantissime spiegazioni a riguardo, dalle più accreditate alle più balzane.
Ne esistono di storiche, di numerologiche ed esoteriche legate in prevalenza alla Cabala ebraica, o di totalmente inventate, che ad un serio esame crollano in poche righe. Vediamo quelle più serie, cioè quella storica e quella numerologica.
Ipotesi storica: l'Apocalisse fu scritta intorno al 95-100d.C., da esponenti della scuola giovannea in esilio. Era in atto una feroce persecuzione contro i cristiani voluta probabilmente da Domiziano, forse successiva a quella di Nerone, sempre che non fosse esattamente quella. I periodi storici qui si sovrappongono e le notizie sono abbastanza frammentarie, ma i due indiziati sono loro. Durante questa persecuzione vi fu, comunque, un numero di vittime tale da parificarla ad un vero e proprio genocidio, quindi poco ci volle a paragonarla ad una vera e propria apocalisse.
Un altro importante particolare, peraltro di difficile interpretazione e tutt'altro che verificabile, è da ricercarsi nella situazione dell'epoca: Roma, a quel tempo, era una potenza militare ed economica di tutto rispetto ed in costante espansione.
Nell'Apocalisse viene raccontato il “sorgere dal mare” di una “bestia dalle sette teste”. Roma, guardacaso, è circondata da sette colline, è comandata da un uomo, ed è al di là del Mediterraneo rispetto ai luoghi di stesura del testo. Viene quindi spontaneo immaginare l'arrivo, appunto dal mare, di una potenza il cui unico scopo è quello di conquistare altre genti ed espandere il suo dominio su tutto il mondo, e da lì ci va poco per descrivere un simile episodio in toni sibillini ma comprensibili. A questo punto Roma divenne la “bestia dalle sette teste” e Nerone, o secondo alcuni studiosi Domiziano, divenne l'”anticristo”, titolo poi rifilato anche a personaggi successivi, quali Hitler e Stalin, con ragionamenti e motivi palesemente forzati.
Secondo la Gematria, cioè lo studio numerologico delle parole scritte in ebraico, metodo più tardi applicato alle parole greche scritte nel Nuovo testamento, l'alfabeto ebraico è utilizzabile, così come in greco antico ed in latino, per rappresentare sia le parole che i numeri, e quindi associare ad ogni parola un valore numerico, ottenuto con la sommatoria dei numeri di ogni singola lettera. Furono gli arabi ad inventare le cifre usate oggi, che vennero importate dai persiani circa nel 750 d.C. Essendo l'Apocalisse stata scritta in greco, ed applicando al nome di Nerone le regole della Gematria, il valore risultante si vuole sia stato appunto il numero 666. Si deve tenere conto, però, di una serie di errori e storpiature, accidentali o volute, nella trascrizione, e che quindi porterebbero ad avere il numero 900 come valore. Inoltre altre interpretazioni danno come valido il numero 615. In effetti è anche comprensibile: prendere un nome romano, trascriverlo in greco, e su questo applicare una regola di origine ebraica solo sulla base di una similitudine tra due lingue non è garanzia di precisione ed affidabilità. Sia come sia, il 666 venne associato a Nerone l'”anticristo”, e tale restò. Che il 666 fosse venuto fuori da questo procedimento per coincidenza, caso o ragioni di altro tipo, è ancora da decidere. Si deve però tenere presente che i seguaci della scuola giovannea erano ben ferrati anche nelle discipline misteriche del tempo, che facevano del simbolismo numerico uno dei loro punti fondamentali.
Ci pensò, qualche anno dopo, il vescovo S.Ireneo di Lione, studioso di Gematria, a bollare in via definitiva il 666 come “numero della bestia”, rendendolo il simbolo del caos e della malvagità, con tutta una serie di giustificazioni filosofiche e teologiche, a parere di diversi studiosi forzate.
Ipotesi numerologica: nata dopo l'introduzione delle cifre arabe, vede il 666 come il numero del nemico di Dio, cioè Satana. Se il 3 è il simbolo della perfezione, allora il 9, cioè 3 volte tanto, è la sua massima espressione. Ripetendolo 3 volte si ha il 999, che rovesciato genera il 666. O meglio: il 9 è il numero della perfezione assoluta, quindi di Dio. Il 6 diventa di conseguenza il numero dell'anti-Dio, a maggior ragione ripetuto 3 volte. Peccato che questo ragionamento abbia una grossa falla: perchè prima moltiplicare il 3 e dopo non fare la stessa cosa col 9? Mistero (della fede?). Un'altra ipotesi di stampo numerologico vuole vedere l'uso dei quadrati planetari, cioè di particolari griglie numeriche correlate ai pianeti. Quello relativo al Sole è composto da tutti i numeri, tra 1 36, scritti in un particolare ordine ed in 6 righe da 6 cifre ciascuna. Questo perchè il numero associato al Sole si vuole essere il 6. La particolarità è che sommando tutti i numeri da 1 a 36 si ottiene proprio il risultato 666. Anche qui si ha comunque una grossa falla: questi quadrati numerici sono scritti con le cifre arabe, quindi ben posteriori rispetto al periodo di stesura dell'Apocalisse. Si potrebbe però obiettare che il risultato di eventuali operazioni matematiche in questo senso fosse già stato ottenuto, e che eventuali cambi di scrittura delle stesse siano solo determinati dagli eventi storici e sociali. In fin dei conti, 2+2 fa comunque 4, sia che lo si scriva come 4 che come IV.
Ma questa teoria, ai tempi di elaborazione del numero, non avrebbe mai potuto reggere, e tra poco vedremo anche perchè.
Un' altra prova, forse la più interessante, del fatto che questa teoria del "triplo 6" non regge, e che quindi questa presunta sincronicità delle cifre è una pura e semplice invenzione, è data dallo stesso modo di scrivere le cifre.
Nel periodo romano, quindi quello di elaborazione del numero 666, si usava la numerologia romana.
Quindi, il 666 non era scritto con le cifre arabe, importate molto tempo dopo, ma con i caratteri latini.
I numeri arabi, all'epoca, non esistevano nemmeno come concetto nella mente di chi aveva elaborato questo numero (e che difatti aveva fatto anche qualche probabile sbaglio di calcolo, a forza di convertire da un sistema mistico-numerologico all'altro).
Il risultato è questo: DCLXVI.
Qualcuno mi spieghi, per favore, quale ricorsività e quale comparsa di questo triplo 6, in un simile modo di scrivere questa cifra, possa esserci.
Altre interpretazioni relative al 666 vogliono tirare in ballo presunte conoscenze scientifiche, specie le più balzane, che sarebbero state patrimonio di sacerdoti e studiosi dell'antichità: nozioni, come sempre, dateci da esseri superiori spesso alieni, e che sarebbero scomparse, in occasione dei vari cataclismi e guerre tra divinità di cui tanti libri di pseudostoria raccontano...
Una per tutte è quella che interpreta il 666 come un modo per indicare l'atomo del Carbonio, in effetti la base della vita sulla Terra. Ha numero atomico 6, cioè 6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni: in questo caso è facile fare l'associazione di idee tra questa terna di 6 e significati di altro genere, più o meno malamente assortiti, per tirare fuori che il 666 è il “numero dell'uomo” e non del “diavolo”. Peccato che non vi sia poi alcuna correlazione con il 666 di cui si parla nell'Apocalisse, che invece viene appunto definito come il numero di un uomo destinato a dominare il mondo e a marchiare i suoi sudditi allo stesso modo.
Il famigerato 666, così pieno di stranezze, coincidenze, saperi mistici, simbolo del Carbonio, degli ufo e della "conoscenza negata" non è altro che un semplicissimo numero, scritto con lettere totalmente diverse l'una dall'altra. Ok, per una pura e semplice coincidenza sono 6... o meglio, VI.
Insomma, quella che può essere nulla più che una coincidenza diventa il pretesto per attribuire agli antichi studiosi conoscenze che, in fin dei conti, sarebbero un paradosso storico, e che difatti non trovano alcun riscontro nella storia ufficiale. Ma come è d'obbligo, gli storiografi “mentono” o peggio “occultano” quella che dovrebbe essere la “vera storia dell'umanità”. Ora, che tante notizie siano di natura ad oggi ancora estremamente riservata è anche comprensibile, ma che il nostro pianeta sia necessariamente stato un casello autostradale di alieni, divinità, civiltà avanzatissime estintesi in modi non ben chiari e ponti stellari verso altre galassie, sinceramente è abbastanza improbabile.
Ma come viene visto questo simbolo dai satanisti, sia fasulli che autentici? La risposta è parecchio difficile: i più disinformati e più pronti a credere ad ogni fregnaccia che gli venga rifilata, come ad esempio i vari adepti delle sette di cui sopra, lo vedono realmente come il numero del “maligno” che ritengono di adorare. Altri, con i razionalisti in testa, capiscono perfettamente che è un numero di valenza puramente simbolica, e non lo considerano come un reale identificativo di Satana.
Infatti c'è da considerare anche un dettaglio, che ho già evidenziato: e cioè che nell'Apocalisse il 666 non viene descritto come il numero del “demonio”, ma come quello di un uomo destinato a dominare l'intero pianeta, e dei suoi seguaci, di cui nessuno potrà vivere senza avere il “marchio” o sulla fronte o sulla mano destra. Negli ultimi anni questa visione ha generato una marea di leggende metropolitane, come ad esempio quella relativa al codice a barre, che conterrebbe la famigerata cifra e sarebbe quindi il “marchio”. Basta guardarne uno qualunque per rendersi conto che non è vero, cosa anche più volte evidenziata dal suo stesso inventore, George J. Laurer, che ne porta sul suo sito un commento esasperato.
La cosa si è poi evoluta nelle leggende metropolitane relative al fantomatico microchip che si vuole essere d'obbligo per tutti tra pochi decenni e (pare) in fase di sperimentazione negli USA.
Anche la musica metal ha pesantemente contribuito a “demonizzare” il numero 666: su un gran numero di copertine di albi campeggia allegramente come se fosse un numero civico, così come in un ancora maggiore numero di testi musicali viene richiamato in molte strofe.
A confondere ancora di più le cose contribuisce il look “satanico” che molti gruppi ostentano, solo per fare pubblicità ed aumentare gli incassi, col pessimo risultato di innescare troppi fenomeni di imitazione ed idolatria, a volte con i risultati che appaiono sui giornali.
Anche dichiarazioni volutamente ambigue, come quella di Bruce Dickinson degli Iron Maiden, che, intervistato da "Hit Parader", a proposito dell'album “Number of the Beast” disse: "Noi possiamo suonare con convinzione tutte le notti, dato che crediamo profondamente nei contenuti della musica che realizziamo." (Hit Parader, Feb. 1985, p.6). Facile tirare delle considerazioni di un certo tipo, con una simile risposta, ed a questo punto vedere il 666 nascosto anche dove non c'è.
Non parliamo poi di tantissimi altri gruppi e cantanti, con il notissimo Marilyn Manson in testa.
Detto questo, ci si può rendere conto che questo numero, dalle persone seriamente addentro alla cultura e filosofia satanista, viene preso per quello che è: e cioè una formalizzazione concettuale, ma senza altri significati. Visto che è conosciuto così, lo si usa come simbolo per comodità, ma sapendo che non è vincolante od assolutamente valido, esattamente come il nome “Satana” viene utilizzato nello stesso modo. Insomma, da parte della maggioranza dei Satanisti è visto solo come un modo per far capire immediatamente di che cosa si sta parlando, ma nulla di più.
Effettivamente ci sono diversi esempi di numero 666 che non hanno nulla di negativo: l'anno 1666, tanto per cominciare, non ha riportato eventi catastrofici, escluso l'incendio che distrusse buona parte di Londra e peraltro nemmeno unico nel suo genere; in giro per il mondo esistono molte strade indicate con questo numero, e non riportano ratei di incidenti superiori alla media; un osservatorio vicino a Los Angeles ed un asteroide hanno questo identificativo; nel lancio dei dadi il 6 è visto come il numero migliore. E così via.
Oltretutto, come molti satanisti fanno giustamente notare, per quale motivo dovrebbero essere così autolesionisti da usare un simbolo creato dalla “concorrenza”, di origine ad oggi tutt'altro che dimostrata, ed il cui significato darebbe ragione a chi li vuole descrivere come malvagi e criminali?
Difatti, a ben guardare, il simbolo autentico del satanista è il pentacolo: un segno distintivo di ben maggiore profondità morale e filosofica, di origine dimostrata, non solo frutto di speculazioni ed errori o forzature, e ben più ricco di significati, in nessun modo legati al “male” o all'immaginario anticristiano che, invece, ristagna in troppi ambienti, accomunati dalla più totale disinformazione.
(Ap. 13-18).
Queste parole, scritte da San Giovanni nell'Apocalisse, in un tono volutamente criptico e libero a praticamente ogni interpretazione, sono diventate il “marchio di fabbrica” di un numero ad oggi estremamente discusso e malvisto, il 666.
Numero che compare anche a riguardo del re Salomone, sia nel libro dei Re:
“La quantità d'oro che affluiva nelle casse di Salomone ogni anno era di seicentosessantasei talenti,senza contare quanto ne proveniva dai trafficanti e dai commercianti, da tutti i re dell'Arabia e dai governatori del paese”,
che nelle Cronache:
“Ora il peso dell’oro che giungeva ogni anno a Salomone, era di seicentosessantasei talenti, oltre quello che percepiva dai trafficanti e dai negozianti che gliene portavano, da tutti i re d’Arabia e dai governatori del paese che recavano a Salomone dell’oro e dell’argento”.
Numero associato al male, al “diavolo”, di uso ed abuso corrente tra le varie sette pseudosataniche che infestano la scena occultista internazionale, in realtà ha un'origine tutt'altro che negativa, ben legata a ragioni di ordine matematico ed esoterico estremamente valide e precise.
La chiesa cristiana, nel corso dei secoli, ha poi costantemente distorto e confuso il reale significato del simbolo in sé, costruendo l'immagine del “nemico”, Satana, il cui nome viene, tanto per essere precisi, dall'ebraico “Shaytan”, che significa appunto “nemico”, “avversario”, oppure “accusatore”.
Quindi pentacolo, numero della bestia, croce rovesciata, e tutta una serie di altri “gadget” furono i segni distintivi di un nemico sempre più brutto, cattivo e pericoloso, fino ad arrivare all'immaginario dantesco che ne ufficializzò definitivamente la descrizione e gli attributi. Era nato il diavolo rosso, cornuto, puzzolente di zolfo, col forcone, le ali da pipistrello, i dentoni e la coda ad uncino.
Oggi, proprio per questi motivi, il numero 666 viene comunemente associato al Satanismo.
Lo si trova scritto su muri di chiese e cimiteri, o sul luogo delle cosiddette “messe nere”, spesso col sangue di qualche povero animale ammazzato per l'occasione.
Quindi, da parte dei delinquenti che abusano della definizione di “satanisti” per commettere abusi e reati di vario genere, è stato facile prendere in prestito un ulteriore simbolo da aggiungere agli altri, per montare la necessaria coreografia ed ammantare di “credibilità” quelli che sono solo crimini. Le persone suggestionabili, o comunque deboli psicologicamente, riconoscendo un simbolo che gli è sempre stato detto essere associato al “diavolo”, poco ci mettono a credere ancora di più a tutte le bugie che gli vengono rifilate. Insomma, per un buon capo-setta è fin più facile lavorare, dovendo solo appropriarsi di una serie di simboli già pronti all'uso ed adeguatamente pubblicizzati, piuttosto che doversene inventare di nuovi e faticare per renderli noti e credibili.
Come è mia abitudine ogni volta che si tocca questo argomento, rinnovo il mio avvertimento a STARE LONTANI da certi giri: sempre diffidare di “maestri” e “santoni”, e MAI andarsi a cacciare in posti isolati con gente che non si conosce.
Ma da dove viene effettivamente questa cifra in particolare? Perchè proprio 666, e non un'altra?
Esistono tantissime spiegazioni a riguardo, dalle più accreditate alle più balzane.
Ne esistono di storiche, di numerologiche ed esoteriche legate in prevalenza alla Cabala ebraica, o di totalmente inventate, che ad un serio esame crollano in poche righe. Vediamo quelle più serie, cioè quella storica e quella numerologica.
Ipotesi storica: l'Apocalisse fu scritta intorno al 95-100d.C., da esponenti della scuola giovannea in esilio. Era in atto una feroce persecuzione contro i cristiani voluta probabilmente da Domiziano, forse successiva a quella di Nerone, sempre che non fosse esattamente quella. I periodi storici qui si sovrappongono e le notizie sono abbastanza frammentarie, ma i due indiziati sono loro. Durante questa persecuzione vi fu, comunque, un numero di vittime tale da parificarla ad un vero e proprio genocidio, quindi poco ci volle a paragonarla ad una vera e propria apocalisse.
Un altro importante particolare, peraltro di difficile interpretazione e tutt'altro che verificabile, è da ricercarsi nella situazione dell'epoca: Roma, a quel tempo, era una potenza militare ed economica di tutto rispetto ed in costante espansione.
Nell'Apocalisse viene raccontato il “sorgere dal mare” di una “bestia dalle sette teste”. Roma, guardacaso, è circondata da sette colline, è comandata da un uomo, ed è al di là del Mediterraneo rispetto ai luoghi di stesura del testo. Viene quindi spontaneo immaginare l'arrivo, appunto dal mare, di una potenza il cui unico scopo è quello di conquistare altre genti ed espandere il suo dominio su tutto il mondo, e da lì ci va poco per descrivere un simile episodio in toni sibillini ma comprensibili. A questo punto Roma divenne la “bestia dalle sette teste” e Nerone, o secondo alcuni studiosi Domiziano, divenne l'”anticristo”, titolo poi rifilato anche a personaggi successivi, quali Hitler e Stalin, con ragionamenti e motivi palesemente forzati.
Secondo la Gematria, cioè lo studio numerologico delle parole scritte in ebraico, metodo più tardi applicato alle parole greche scritte nel Nuovo testamento, l'alfabeto ebraico è utilizzabile, così come in greco antico ed in latino, per rappresentare sia le parole che i numeri, e quindi associare ad ogni parola un valore numerico, ottenuto con la sommatoria dei numeri di ogni singola lettera. Furono gli arabi ad inventare le cifre usate oggi, che vennero importate dai persiani circa nel 750 d.C. Essendo l'Apocalisse stata scritta in greco, ed applicando al nome di Nerone le regole della Gematria, il valore risultante si vuole sia stato appunto il numero 666. Si deve tenere conto, però, di una serie di errori e storpiature, accidentali o volute, nella trascrizione, e che quindi porterebbero ad avere il numero 900 come valore. Inoltre altre interpretazioni danno come valido il numero 615. In effetti è anche comprensibile: prendere un nome romano, trascriverlo in greco, e su questo applicare una regola di origine ebraica solo sulla base di una similitudine tra due lingue non è garanzia di precisione ed affidabilità. Sia come sia, il 666 venne associato a Nerone l'”anticristo”, e tale restò. Che il 666 fosse venuto fuori da questo procedimento per coincidenza, caso o ragioni di altro tipo, è ancora da decidere. Si deve però tenere presente che i seguaci della scuola giovannea erano ben ferrati anche nelle discipline misteriche del tempo, che facevano del simbolismo numerico uno dei loro punti fondamentali.
Ci pensò, qualche anno dopo, il vescovo S.Ireneo di Lione, studioso di Gematria, a bollare in via definitiva il 666 come “numero della bestia”, rendendolo il simbolo del caos e della malvagità, con tutta una serie di giustificazioni filosofiche e teologiche, a parere di diversi studiosi forzate.
Ipotesi numerologica: nata dopo l'introduzione delle cifre arabe, vede il 666 come il numero del nemico di Dio, cioè Satana. Se il 3 è il simbolo della perfezione, allora il 9, cioè 3 volte tanto, è la sua massima espressione. Ripetendolo 3 volte si ha il 999, che rovesciato genera il 666. O meglio: il 9 è il numero della perfezione assoluta, quindi di Dio. Il 6 diventa di conseguenza il numero dell'anti-Dio, a maggior ragione ripetuto 3 volte. Peccato che questo ragionamento abbia una grossa falla: perchè prima moltiplicare il 3 e dopo non fare la stessa cosa col 9? Mistero (della fede?). Un'altra ipotesi di stampo numerologico vuole vedere l'uso dei quadrati planetari, cioè di particolari griglie numeriche correlate ai pianeti. Quello relativo al Sole è composto da tutti i numeri, tra 1 36, scritti in un particolare ordine ed in 6 righe da 6 cifre ciascuna. Questo perchè il numero associato al Sole si vuole essere il 6. La particolarità è che sommando tutti i numeri da 1 a 36 si ottiene proprio il risultato 666. Anche qui si ha comunque una grossa falla: questi quadrati numerici sono scritti con le cifre arabe, quindi ben posteriori rispetto al periodo di stesura dell'Apocalisse. Si potrebbe però obiettare che il risultato di eventuali operazioni matematiche in questo senso fosse già stato ottenuto, e che eventuali cambi di scrittura delle stesse siano solo determinati dagli eventi storici e sociali. In fin dei conti, 2+2 fa comunque 4, sia che lo si scriva come 4 che come IV.
Ma questa teoria, ai tempi di elaborazione del numero, non avrebbe mai potuto reggere, e tra poco vedremo anche perchè.
Un' altra prova, forse la più interessante, del fatto che questa teoria del "triplo 6" non regge, e che quindi questa presunta sincronicità delle cifre è una pura e semplice invenzione, è data dallo stesso modo di scrivere le cifre.
Nel periodo romano, quindi quello di elaborazione del numero 666, si usava la numerologia romana.
Quindi, il 666 non era scritto con le cifre arabe, importate molto tempo dopo, ma con i caratteri latini.
I numeri arabi, all'epoca, non esistevano nemmeno come concetto nella mente di chi aveva elaborato questo numero (e che difatti aveva fatto anche qualche probabile sbaglio di calcolo, a forza di convertire da un sistema mistico-numerologico all'altro).
Il risultato è questo: DCLXVI.
Qualcuno mi spieghi, per favore, quale ricorsività e quale comparsa di questo triplo 6, in un simile modo di scrivere questa cifra, possa esserci.
Altre interpretazioni relative al 666 vogliono tirare in ballo presunte conoscenze scientifiche, specie le più balzane, che sarebbero state patrimonio di sacerdoti e studiosi dell'antichità: nozioni, come sempre, dateci da esseri superiori spesso alieni, e che sarebbero scomparse, in occasione dei vari cataclismi e guerre tra divinità di cui tanti libri di pseudostoria raccontano...
Una per tutte è quella che interpreta il 666 come un modo per indicare l'atomo del Carbonio, in effetti la base della vita sulla Terra. Ha numero atomico 6, cioè 6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni: in questo caso è facile fare l'associazione di idee tra questa terna di 6 e significati di altro genere, più o meno malamente assortiti, per tirare fuori che il 666 è il “numero dell'uomo” e non del “diavolo”. Peccato che non vi sia poi alcuna correlazione con il 666 di cui si parla nell'Apocalisse, che invece viene appunto definito come il numero di un uomo destinato a dominare il mondo e a marchiare i suoi sudditi allo stesso modo.
Il famigerato 666, così pieno di stranezze, coincidenze, saperi mistici, simbolo del Carbonio, degli ufo e della "conoscenza negata" non è altro che un semplicissimo numero, scritto con lettere totalmente diverse l'una dall'altra. Ok, per una pura e semplice coincidenza sono 6... o meglio, VI.
Insomma, quella che può essere nulla più che una coincidenza diventa il pretesto per attribuire agli antichi studiosi conoscenze che, in fin dei conti, sarebbero un paradosso storico, e che difatti non trovano alcun riscontro nella storia ufficiale. Ma come è d'obbligo, gli storiografi “mentono” o peggio “occultano” quella che dovrebbe essere la “vera storia dell'umanità”. Ora, che tante notizie siano di natura ad oggi ancora estremamente riservata è anche comprensibile, ma che il nostro pianeta sia necessariamente stato un casello autostradale di alieni, divinità, civiltà avanzatissime estintesi in modi non ben chiari e ponti stellari verso altre galassie, sinceramente è abbastanza improbabile.
Ma come viene visto questo simbolo dai satanisti, sia fasulli che autentici? La risposta è parecchio difficile: i più disinformati e più pronti a credere ad ogni fregnaccia che gli venga rifilata, come ad esempio i vari adepti delle sette di cui sopra, lo vedono realmente come il numero del “maligno” che ritengono di adorare. Altri, con i razionalisti in testa, capiscono perfettamente che è un numero di valenza puramente simbolica, e non lo considerano come un reale identificativo di Satana.
Infatti c'è da considerare anche un dettaglio, che ho già evidenziato: e cioè che nell'Apocalisse il 666 non viene descritto come il numero del “demonio”, ma come quello di un uomo destinato a dominare l'intero pianeta, e dei suoi seguaci, di cui nessuno potrà vivere senza avere il “marchio” o sulla fronte o sulla mano destra. Negli ultimi anni questa visione ha generato una marea di leggende metropolitane, come ad esempio quella relativa al codice a barre, che conterrebbe la famigerata cifra e sarebbe quindi il “marchio”. Basta guardarne uno qualunque per rendersi conto che non è vero, cosa anche più volte evidenziata dal suo stesso inventore, George J. Laurer, che ne porta sul suo sito un commento esasperato.
La cosa si è poi evoluta nelle leggende metropolitane relative al fantomatico microchip che si vuole essere d'obbligo per tutti tra pochi decenni e (pare) in fase di sperimentazione negli USA.
Anche la musica metal ha pesantemente contribuito a “demonizzare” il numero 666: su un gran numero di copertine di albi campeggia allegramente come se fosse un numero civico, così come in un ancora maggiore numero di testi musicali viene richiamato in molte strofe.
A confondere ancora di più le cose contribuisce il look “satanico” che molti gruppi ostentano, solo per fare pubblicità ed aumentare gli incassi, col pessimo risultato di innescare troppi fenomeni di imitazione ed idolatria, a volte con i risultati che appaiono sui giornali.
Anche dichiarazioni volutamente ambigue, come quella di Bruce Dickinson degli Iron Maiden, che, intervistato da "Hit Parader", a proposito dell'album “Number of the Beast” disse: "Noi possiamo suonare con convinzione tutte le notti, dato che crediamo profondamente nei contenuti della musica che realizziamo." (Hit Parader, Feb. 1985, p.6). Facile tirare delle considerazioni di un certo tipo, con una simile risposta, ed a questo punto vedere il 666 nascosto anche dove non c'è.
Non parliamo poi di tantissimi altri gruppi e cantanti, con il notissimo Marilyn Manson in testa.
Detto questo, ci si può rendere conto che questo numero, dalle persone seriamente addentro alla cultura e filosofia satanista, viene preso per quello che è: e cioè una formalizzazione concettuale, ma senza altri significati. Visto che è conosciuto così, lo si usa come simbolo per comodità, ma sapendo che non è vincolante od assolutamente valido, esattamente come il nome “Satana” viene utilizzato nello stesso modo. Insomma, da parte della maggioranza dei Satanisti è visto solo come un modo per far capire immediatamente di che cosa si sta parlando, ma nulla di più.
Effettivamente ci sono diversi esempi di numero 666 che non hanno nulla di negativo: l'anno 1666, tanto per cominciare, non ha riportato eventi catastrofici, escluso l'incendio che distrusse buona parte di Londra e peraltro nemmeno unico nel suo genere; in giro per il mondo esistono molte strade indicate con questo numero, e non riportano ratei di incidenti superiori alla media; un osservatorio vicino a Los Angeles ed un asteroide hanno questo identificativo; nel lancio dei dadi il 6 è visto come il numero migliore. E così via.
Oltretutto, come molti satanisti fanno giustamente notare, per quale motivo dovrebbero essere così autolesionisti da usare un simbolo creato dalla “concorrenza”, di origine ad oggi tutt'altro che dimostrata, ed il cui significato darebbe ragione a chi li vuole descrivere come malvagi e criminali?
Difatti, a ben guardare, il simbolo autentico del satanista è il pentacolo: un segno distintivo di ben maggiore profondità morale e filosofica, di origine dimostrata, non solo frutto di speculazioni ed errori o forzature, e ben più ricco di significati, in nessun modo legati al “male” o all'immaginario anticristiano che, invece, ristagna in troppi ambienti, accomunati dalla più totale disinformazione.