CAPITOLO 9: segni e simboli del Satanismo. Il Pentacolo.
Sept 29, 2014 18:07:48 GMT
Post by Kurtz Rommel on Sept 29, 2014 18:07:48 GMT
Uno dei simboli in assoluto più conosciuti ed identificativi del Satanismo, assieme alla croce rovesciata (che peraltro è la croce di S. Pietro...) e al Baphomet, è senza alcun dubbio il Pentacolo.
La sua origine è antica quanto il mondo, e non ha sempre avuto la valenza (volutamente) negativa di cui oggi viene caricato. La stella a 5 punte, nelle sue varie versioni, esiste già nel Paleolitico, in molti graffiti rupestri; la si ritrova anche nei geroglifici egizi e nelle tavolette sumere, senza contare le innumerevoli rappresentazioni ed i molteplici usi del simbolo nell'intero arco della storia umana fino ad oggi. Bandiere di vari Stati, gradi militari ed onorificenze, iconografia tecnica, civile o religiosa, attribuzioni folkloristiche di ogni genere rendono questo simbolo forse il più usato al mondo da sempre.
Questa figura, presente dalle origini della storia umana, è da sempre un vero e proprio rompicapo: infatti vi si ritrova una lunga serie di proprietà matematiche, geometriche e logiche, tali da renderlo un qualcosa di più che una semplice figura geometrica.
La sua etimologia è abbastanza discussa, e da parte di diverse scuole di pensiero sono state coniati vari sinonimi: i più conosciuti, senza stare a scendere in una discussione relativa a tutte le varie denominazioni, sono "Pentagramma", "Pentalfa" e "Pentacolo".
Si tratta di tre nomi simili ma che indicano segni differenti: il pentagramma è una figura geomerica, in particolare il primo e più semplice esemplare di quello che viene definito "poligono stellato unicursale".
Si ottiene estendendo i lati di un pentagono, regolare o irregolare, od in alternativa tracciandone le diagonali interne.
Nella forma irregolare ha trovato varie forme di utilizzo: la più infame fu quella da parte delle Brigate Rosse, che negli "Anni di piombo" si fecero tristemente notare per le loro azioni terroristiche.
L'uso più ampio, invece, è tuttora prerogativa della religione Bahai: una fede monoteistica, nata in Persia durante la metà del XIX secolo, il cui messaggio, oggi seguito da 7 milioni di fedeli, è estremamente ricco, particolare ed interessante.
Infatti questa religione propugna l'idea dell'Unità: di Dio, come unico creatore di tutto; dell'umanità, creata da Dio come una cosa sola, le cui differenze "interne", ad esempio di razza e cultura, sono da apprezzare e valorizzare; e della religione, che ha una radice comune e si è semplicemente evoluta in diversi rami, diventando relativa e soggetta ad un'evoluzione progressiva. Questo concetto di relatività è uno dei cardini della religione Bahai, ed è in grado di riequilibrare parecchie discordanze tra le religioni monoteiste ed anche preabramitiche.
Come evidenziato da Shoghi Effendi, il "Guardiano della fede", « A rigor di termini, la stella a cinque punte è il simbolo della nostra fede, come indicato dal Báb (Mírzá `Alí Muḥammad, il fondatore del Babismo e una figura di primaria importanza della religione Bahai) e spiegato da Lui. »
Questo ha portato la stella a cinque punte, detta "haykal" in arabo, a diventare il simbolo ufficiale della religione Bahai: da notare che è stato non il primo esempio di riferimento al corpo umano, ma comunque un concetto di enorme rilevanza dottrinale e simbolica.
Infatti il termine "haykal" viene ripreso dal suo simile ebraico, "hek'l", che significa "tempio", quindi da una denominazione molto particolare, che indica il Tempio di Salomone.
In arabo, pur mantenendo il significato di "tempio", indica anche il corpo umano: corpo che è stato creato da Dio, e quindi è la "Manifestazione di Dio", della sua perfezione e della sua parola. Molto evidente il parallelismo con il concetto dell'Adam Kadmon ebraico, quell'emanazione divina (quindi manifestazione del Dio) chiamata "uomo primordiale". E' affascinante notare come tra culture molto diverse vi siano punti in comune così importanti: l'uomo, visto come emanazione, quindi come in un certo senso la discendenza di una divinità, viene concepito come "tempio umano" di Dio, quindi come una sua "custodia". Poco ci vuole a fare il debito collegamento tra corpo fisico ed anima, intesa come la scintilla divina di cui tutte le religioni parlano: una parte divina, quindi un'emanazione del Dio originario, "custodita" all'interno di un "tempio".
la stella a cinque punte, secondo alcune interpretazioni minori, sarebbe anche il risultato di due numeri: ovvero il 3, indicante la triplice unità di cui sopra, numero perfetto, ed il 2, indicante gli opposti (giorno e notte, maschile e femminile, ordine e caos), ed il loro equilibrio. 3+2=5, quindi sommatoria di perfezione ed equilibrio.
Invece, nel caso di un pentagono regolare, si ottiene un poligono con l'interessante particolarità di contenere, al suo interno, varie misure correlate alla cosiddetta "sezione (o proporzione) aurea".
I Pitagorici, studiando il pentagono regolare, già per loro una specie di enigma, in quanto non era ottenibile immediatamente usando riga e compasso (come anche per altre figure, peraltro), vi scorsero innanzitutto l'intersezione tra 5 lettere A: A intese come Alpha, cioè la lettera a cui si associa l'inizio di tutto.
Da qui venne tratto il nome Pentalfa, coniato a quanto pare da Pitagora stesso.
Nel corso di studi successivi i Pitagorici stabilirono che il pentalfa fosse anche il simbolo della proporzione aurea: un rapporto matematico ben preciso, che si ritrova anche in molti altri ambiti, e che fu uno dei maggiori oggetti di studio della scuola Pitagorica.
Inoltre ipotizzarono che questa particolare figura racchiudesse quella che per loro era l'unione dei principi fondamentali della vita, cioè il maschile, a cui si associava il numero 2, ed il femminile, col numero 3.
Quindi, se 3+2 fa 5, il pentagono divenne per loro il simbolo dell'amore, della procreazione e del matrimonio.
Un simbolo di vita, quindi, la cui valenza fu confermata anche dagli studi astronomici dell'epoca: infatti, studiando i moti apparenti dei pianeti, si era notato come Venere, ciclicamente, formasse nella sua traiettoria orbitale un pentagramma quasi perfetto. Venere, associata alla vita ed alla fecondità, con questo suo comportamento apparentemente magico divenne l'oggetto del culto di diverse realtà pagane.
L'apparente stella pentagonale che tracciava nel suo percorso fu quindi presa come simbolo per tutti questi culti pagani, diventando il pentacolo.
C'è da specificare che è un'approssimazione: questa traiettoria viene fuori solo senza considerare le differenze di inclinazione tra le due orbite, solo da una visione geocentrica e spesso senza considerarne la reale ellitticità, ma è consolidata opinione che ad ogni congiunzione minore tra i pianeti corrisponda una punta del pentacolo.
Tornando ai Pitagorici, successivi studi evidenziarono in questa figura la cosiddetta “proporzione aurea” tra il lato del pentagono e la sua diagonale interna, ad opera di Ippaso di Metaponto, uno dei successori di Pitagora, attorno al VI sec. A.C., che ne evidenziò la ricorsività del disegno.
In ogni pentagono si possono tracciare le diagonali, che formano un pentagramma e al centro riportano un altro pentagono, e così via, sempre secondo le stesse proporzioni, all'infinito.
Questa fu poi ben più compiutamente descritta da Euclide, nel 300 A.C., col suo concetto di “medio proporzionale”, e ripresa, seppur involontariamente, da Leonardo Fibonacci, nel 1202, che per la prima volta introdusse il concetto di “successione ricorsiva”, 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, ... in cui ogni termine è la somma dei due precedenti. Fu Keplero a scoprire il rapporto tra la proporzione aurea e la sequenza di Fibonacci, notando che la divisione tra due numeri immediatamente consecutivi dava come risultato il numero 1.618, approssimandosi con sempre maggior precisione ad ogni divisione, numero che tra l'altro si ritrova spesso anche in natura sotto varie forme, come ad esempio nella disposizione delle foglie di diverse piante. Tutte queste caratteristiche, ritrovate nel pentagono e nel pentagramma immediatamente derivato, ne generarono il fascino e la valenza simbolica.
A livello più esoterico, come già detto, si ritrova il pentacolo in diverse culture anche molto distanti tra loro, con vari significati ed origini. Oggi c'è una pesante confusione su questo simbolo, che è stato adottato, nella versione a punta in su, come “stemma araldico” da tantissimi movimenti e culti new age, wiccan, stregoneschi e neopagani. La più comune spiegazione di questa scelta vuole che il pentacolo sia stato associato alla figura di Venere a causa delle varie particolarità (vere o supposte) dell'orbita del pianeta: il moto apparente di Venere, formando una figura già ben nota e discussa da sempre, sarebbe stato una sorta di conferma del rapporto tra umano e divino, più che una semplice coincidenza (quale invece si può tranquillamente ritenere).
Ecco che quindi il pentacolo divenne il simbolo dei culti legati a Venere, dea della fecondità e dell'amore, i quali avrebbero poi caricato questo simbolo di ulteriori significati, arrivando a vere e proprie forzature di nessuna attendibilità e a volte scarso buongusto.
Il risultato si vede: oggi il pentacolo ha tutta una miriade di significati anche del tutto inventati, rendendo sempre più difficile capirne la vera origine. Oggi quindi si associa il pentacolo alla dea Venere, ma si deve tenere conto che è solo una visione molto parziale, frutto della tradizione ellenistica e delle sue distorsioni successive: nei culti delle civiltà sudamericane, ad esempio, non si hanno riscontri relativi a questo tipo di interpretazione. Inoltre si deve tenere in considerazione il fatto che il pentacolo è stato associato a Venere per un fatto semplicissimo: il pianeta che porta quel nome compie quel particolare percorso orbitale, ma se per un qualche motivo si chiamasse diversamente, ad esempio Giove, anche tutti i significati relativi al pentacolo cambierebbero, col risultato di generare una serie di argomentazioni cultuali totalmente diverse.
Arriviamo a vedere nel dettaglio l'origine dei significati del pentacolo, a partire dai culti pagani dell'antichità. A differenza di quella che per secoli è stata la convinzione comune il pentacolo non ha mai avuto connotazioni negative o legate al “male”, o al “diabolico”: come già detto era associato a Venere, dea della bellezza, della vita, della sessualità soprattutto mistica. Era quindi utilizzato ampiamente in tutti i riti collegati a questo tipo di culti, e gli fu data una valenza simbolica ben precisa e molto forte, relativa al processo di creazione della vita, agli elementi e al rapporto tra umano e divino. Fu poi lo sviluppo della religione cristiana, con il processo di trasformazione dei simboli pagani in simboli demoniaci e negativi, a dare al pentacolo la sua ingiustificata fama.
In sostanza è una rappresentazione del microcosmo e del macrocosmo: in un unico segno, infatti, evidenzia tutta la mistica della creazione e tutti i processi su cui si basa l'universo. Le punte della stella rappresentano i cinque elementi della metafisica classica: aria, acqua, terra, fuoco e spirito, elementi che rappresentano a loro volta i gruppi fondamentali sotto cui si radunano tutte le forze divine, spirituali e fisiche dell'universo.
In sostanza il pentacolo è, in quest'ottica, una rappresentazione grafica, “in piccolo”, del processo di creazione della vita, che sta alla base di ogni cosa e regge l'universo materiale.
I vari elementi, poi, assumono un ben preciso significato nel descrivere il percorso evolutivo e di crescita non solo di una singola forma di vita, ma anche in senso più ampio, relativo al passare del tempo. Il processo di creazione inizia a partire dallo spirito, cioè dalla Divinità creatrice. La seconda tappa è l'acqua: elemento legato alla vita, e ricco di significati esoterici, è quello in cui si sono sviluppate le prime forme di vita. Terza tappa è l'aria, in alcuni casi, oppure la terra: qui le scuole di pensiero si dividono. Per chi considera l'aria il significato è quello dell'evoluzione delle forme di vita, in senso più spirituale, in quanto prendono coscienza di sè: quindi un “innalzarsi”, un elevarsi che soprattutto nei tempi antichi era associato al volo. I più “evoluzionisti”, invece, hanno identificato la terra come elemento simboleggiante una fase successiva dell'evoluzione. Modo di pensare molto più recente, ma tutto sommato con una sua logica. Quarto elemento è, secondo la visione più diffusa, la terra, a rappresentare il massimo grado di evoluzione della vita, oppure, per i più moderni, l'aria, con un significato analogo: poi si passa al quinto elemento, il fuoco, che vuole rappresentare la distruzione e la successiva rinascita in un nuovo ciclo vitale, che riparte dallo spirito, sia come vita fisica, sia come riscoperta della parte più interiore e spirituale di sé.
Questi significati, a grandi linee gli stessi da sempre, sono sostanzialmente gli stessi sia per tutte le varie correnti neopagane, sia per il Satanismo.
Da qui in poi, però, le cose cambiano.
Il pentacolo viene visto sostanzialmente in due modi e mezzo: e cioè, uno neopagano, ed uno e mezzo sotto l'ottica satanista. Dico “uno e mezzo” per un motivo ben chiaro: il “mezzo” è dato da motivi puramente grafici, ed è il pentacolo con la testa di capra disegnata all'interno. In sé non è altro che l'unione di due simboli, il pentacolo ed il Baphomet, grazie al fatto che muso, orecchie e corna sono inscrivibili dentro le punte della stella. Però, a questo punto, si potrebbe applicare il principio anche ad un volto umano, o ad altri animali. Insomma, una pura e semplice coincidenza.
Torniamo al discorso principale, e cioè le differenze tra pentacolo neopagano e satanista.
Dai vari movimenti neopagani il pentacolo viene disegnato con la punta in alto, secondo il suo più classico orientamento. Questo rappresenta il rapporto tra la spiritualità ed il mondo materiale, con il prevalere dello spirito sugli elementi terreni, visti come secondari rispetto al vero scopo della vita.
Un'idea non così nuova, ma comunque chiara: quindi viene logico porlo verso l'alto, in una simbolica via di mezzo tra il mondo materiale e l'Uno da cui proviene e a cui punta.
Il pentacolo utilizzato dal Satanismo nelle sue varie forme, invece, è disegnato rovesciato.
Si sono date tante interpretazioni di questo fatto, spesso una più assurda dell'altra, e naturalmente tutte legate a significati negativi o “diabolici”.
Una vuole che la stella sia disegnata rovesciata come insulto a Dio: se quella “normale”, di ampia diffusione nell'iconografia cristiana, è appunto un simbolo “buono”, allora chi va contro l'autorità di Dio deve per forza disegnarla rovesciata, allo stesso modo degli altri simboli.
Già si possono chiaramente intuire l'imparzialità e la serietà di una simile visione.
Un'altra interpretazione, più legata a motivi religiosi che non filosofici, è quella del rifiuto da parte dell'uomo di sottomettersi ad una divinità. Lo Spirito posto in basso, in quest'ottica, significherebbe appunto il non voler “tendere a Dio”, quindi rifiutarne le regole e l'autorità, insomma il voler “andare via”, in un'ottica di puro e semplice antagonismo. Interpretazione derivata da un pensiero di chiara matrice cristiana, e che la maggior parte dei Satanisti rifiuta come sbagliata e del tutto fuorviante.
Una visione praticamente identica, e probabilmente delle stessa origine, vuole vedere lo Spirito in basso e gli elementi fisici in alto come il prevalere della materialità sulla spiritualità, dipingendo il Satanista, di conseguenza, come una persona edonista, immorale, dedita solo ai piaceri terreni ed alle “tentazioni” del corpo, priva della più elementare morale e, naturalmente, sadica e malvagia.
In questo lavoro, una vera e propria opera di diffamazione, è stato facile appellarsi alle parole dei grandi nomi dell'occultismo: il “Fa' ciò che vuoi” di Aleister Crowley, per esempio, è stato preso dai suoi tanti detrattori come l'esempio migliore, e di conseguenza storpiato in ogni suo significato.
Allo stesso modo, in tempi più recenti, la dottrina Razionale di Anton LaVey è stata indicata come la via perfetta alla perdizione e descritta come una pericolosa deviazione dai risvolti anarchici.
Inutile dire, anche qui, che considerazione vi sia per queste visioni da parte dei Satanisti autentici.
Un'altro motivo, abbastanza in voga tra diverse scuole di pensiero Sataniste, è che lo spirito posto in basso voglia evidenziare l'energia che, partendo dall'alto, scenda a potenziare l'anima umana, e che porre la punta in alto comporti il pericolo di mandare energie vitali ad una divinità nemica. Spesso si infilano in questa spiegazione anche tematiche di matrice orientale, dicendo che questa energia entra dall'alto, nel chakra della corona, e scende nel corpo: tematiche molto ben presenti, ad esempio, nella visione dei Satanisti spirituali.
In realtà è una visione abbastanza grossolana, a voler essere fiscali: innanzitutto non è specificato con chiarezza di che energia si tratti, ed in secondo luogo da dove debba transitare per arrivare a toccare lo spirito, né la sua correlazione con gli elementi fisici o il perchè delle posizioni relative.
La vera spiegazione invece è molto più semplice e diretta, ed è nel rapporto tra il mondo materiale e quello spirituale secondo la visione satanista.
Tanto per cominciare, non si tratta di un'energia generica, non meglio specificata, che arriva così “dall'alto” in modo del tutto estemporaneo, e non “scende” misteriosamente nel corpo per influire sullo spirito, anzi il suo percorso è ben chiaro. Molto più semplicemente, questa “energia” è tutta quella serie di stimoli, sensazioni ed esperienze che il mondo terreno dà alla parte spirituale. In sostanza è ciò che viene in un certo senso “emanato” dagli elementi fisici e ricevuto dallo Spirito.
Da parte sua la posizione dello Spirito in basso, e non verso l'alto, non è stata decisa a caso: non si tratta di una qualche forma di protesta o ribellione, al contrario il motivo è molto chiaro e preciso.
Spirito e materia sono uniti ed indissolubili, fino alla normale morte del corpo fisico. Il mondo materiale è indispensabile per l'evoluzione spirituale, per il puro e semplice fatto che un'anima disincarnata non dispone di tutto il bagaglio di esperienze e conoscenze che soltanto nel mondo terreno può fare. In poche parole lo Spirito si evolve non solo in base alle sue capacità intrinseche, ma anche grazie alla permanenza nel mondo materiale. Quindi la sua posizione in basso non è da intendersi come la negazione della spiritualità, a favore di un qualche edonismo anarchico, egoista e materialista, al contrario è da vedersi come la rappresentazione grafica tanto di una condizione reale, quanto di un precetto, cioè una regola di vita semplice ma efficace, osservata da moltissimi Satanisti di varie scuole. Lo Spirito viene posto in basso, sul piano materiale, quindi in senso più ampio sul piano pratico, reale e tangibile della vita, che deve essere vissuta senza rifugiarsi in un mondo immaginario o fuggire dalle difficoltà, senza disperdersi inutilmente in pensieri ed azioni prive di costrutto o fondamento. Questo ha anche una fortissima implicazione morale: lo Spirito in basso, sul piano reale, rappresenta anche la capacità di prendersi le responsabilità delle proprie azioni, di “assorbirne l'energia”, cioè di subirne le conseguenze, buone o no, senza nascondersi.
Il messaggio è chiaro: dedicare la propria vita a qualcosa di concreto ed importante e vivere ogni giorno con coscienza, in modo pratico e realistico, senza avere la testa “in alto”, cioè tra le nuvole.
Un messaggio che, a ben vedere, può essere perfettamente valido per chiunque, Satanista o no.
La sua origine è antica quanto il mondo, e non ha sempre avuto la valenza (volutamente) negativa di cui oggi viene caricato. La stella a 5 punte, nelle sue varie versioni, esiste già nel Paleolitico, in molti graffiti rupestri; la si ritrova anche nei geroglifici egizi e nelle tavolette sumere, senza contare le innumerevoli rappresentazioni ed i molteplici usi del simbolo nell'intero arco della storia umana fino ad oggi. Bandiere di vari Stati, gradi militari ed onorificenze, iconografia tecnica, civile o religiosa, attribuzioni folkloristiche di ogni genere rendono questo simbolo forse il più usato al mondo da sempre.
Questa figura, presente dalle origini della storia umana, è da sempre un vero e proprio rompicapo: infatti vi si ritrova una lunga serie di proprietà matematiche, geometriche e logiche, tali da renderlo un qualcosa di più che una semplice figura geometrica.
La sua etimologia è abbastanza discussa, e da parte di diverse scuole di pensiero sono state coniati vari sinonimi: i più conosciuti, senza stare a scendere in una discussione relativa a tutte le varie denominazioni, sono "Pentagramma", "Pentalfa" e "Pentacolo".
Si tratta di tre nomi simili ma che indicano segni differenti: il pentagramma è una figura geomerica, in particolare il primo e più semplice esemplare di quello che viene definito "poligono stellato unicursale".
Si ottiene estendendo i lati di un pentagono, regolare o irregolare, od in alternativa tracciandone le diagonali interne.
Nella forma irregolare ha trovato varie forme di utilizzo: la più infame fu quella da parte delle Brigate Rosse, che negli "Anni di piombo" si fecero tristemente notare per le loro azioni terroristiche.
L'uso più ampio, invece, è tuttora prerogativa della religione Bahai: una fede monoteistica, nata in Persia durante la metà del XIX secolo, il cui messaggio, oggi seguito da 7 milioni di fedeli, è estremamente ricco, particolare ed interessante.
Infatti questa religione propugna l'idea dell'Unità: di Dio, come unico creatore di tutto; dell'umanità, creata da Dio come una cosa sola, le cui differenze "interne", ad esempio di razza e cultura, sono da apprezzare e valorizzare; e della religione, che ha una radice comune e si è semplicemente evoluta in diversi rami, diventando relativa e soggetta ad un'evoluzione progressiva. Questo concetto di relatività è uno dei cardini della religione Bahai, ed è in grado di riequilibrare parecchie discordanze tra le religioni monoteiste ed anche preabramitiche.
Come evidenziato da Shoghi Effendi, il "Guardiano della fede", « A rigor di termini, la stella a cinque punte è il simbolo della nostra fede, come indicato dal Báb (Mírzá `Alí Muḥammad, il fondatore del Babismo e una figura di primaria importanza della religione Bahai) e spiegato da Lui. »
Questo ha portato la stella a cinque punte, detta "haykal" in arabo, a diventare il simbolo ufficiale della religione Bahai: da notare che è stato non il primo esempio di riferimento al corpo umano, ma comunque un concetto di enorme rilevanza dottrinale e simbolica.
Infatti il termine "haykal" viene ripreso dal suo simile ebraico, "hek'l", che significa "tempio", quindi da una denominazione molto particolare, che indica il Tempio di Salomone.
In arabo, pur mantenendo il significato di "tempio", indica anche il corpo umano: corpo che è stato creato da Dio, e quindi è la "Manifestazione di Dio", della sua perfezione e della sua parola. Molto evidente il parallelismo con il concetto dell'Adam Kadmon ebraico, quell'emanazione divina (quindi manifestazione del Dio) chiamata "uomo primordiale". E' affascinante notare come tra culture molto diverse vi siano punti in comune così importanti: l'uomo, visto come emanazione, quindi come in un certo senso la discendenza di una divinità, viene concepito come "tempio umano" di Dio, quindi come una sua "custodia". Poco ci vuole a fare il debito collegamento tra corpo fisico ed anima, intesa come la scintilla divina di cui tutte le religioni parlano: una parte divina, quindi un'emanazione del Dio originario, "custodita" all'interno di un "tempio".
la stella a cinque punte, secondo alcune interpretazioni minori, sarebbe anche il risultato di due numeri: ovvero il 3, indicante la triplice unità di cui sopra, numero perfetto, ed il 2, indicante gli opposti (giorno e notte, maschile e femminile, ordine e caos), ed il loro equilibrio. 3+2=5, quindi sommatoria di perfezione ed equilibrio.
Invece, nel caso di un pentagono regolare, si ottiene un poligono con l'interessante particolarità di contenere, al suo interno, varie misure correlate alla cosiddetta "sezione (o proporzione) aurea".
I Pitagorici, studiando il pentagono regolare, già per loro una specie di enigma, in quanto non era ottenibile immediatamente usando riga e compasso (come anche per altre figure, peraltro), vi scorsero innanzitutto l'intersezione tra 5 lettere A: A intese come Alpha, cioè la lettera a cui si associa l'inizio di tutto.
Da qui venne tratto il nome Pentalfa, coniato a quanto pare da Pitagora stesso.
Nel corso di studi successivi i Pitagorici stabilirono che il pentalfa fosse anche il simbolo della proporzione aurea: un rapporto matematico ben preciso, che si ritrova anche in molti altri ambiti, e che fu uno dei maggiori oggetti di studio della scuola Pitagorica.
Inoltre ipotizzarono che questa particolare figura racchiudesse quella che per loro era l'unione dei principi fondamentali della vita, cioè il maschile, a cui si associava il numero 2, ed il femminile, col numero 3.
Quindi, se 3+2 fa 5, il pentagono divenne per loro il simbolo dell'amore, della procreazione e del matrimonio.
Un simbolo di vita, quindi, la cui valenza fu confermata anche dagli studi astronomici dell'epoca: infatti, studiando i moti apparenti dei pianeti, si era notato come Venere, ciclicamente, formasse nella sua traiettoria orbitale un pentagramma quasi perfetto. Venere, associata alla vita ed alla fecondità, con questo suo comportamento apparentemente magico divenne l'oggetto del culto di diverse realtà pagane.
L'apparente stella pentagonale che tracciava nel suo percorso fu quindi presa come simbolo per tutti questi culti pagani, diventando il pentacolo.
C'è da specificare che è un'approssimazione: questa traiettoria viene fuori solo senza considerare le differenze di inclinazione tra le due orbite, solo da una visione geocentrica e spesso senza considerarne la reale ellitticità, ma è consolidata opinione che ad ogni congiunzione minore tra i pianeti corrisponda una punta del pentacolo.
Tornando ai Pitagorici, successivi studi evidenziarono in questa figura la cosiddetta “proporzione aurea” tra il lato del pentagono e la sua diagonale interna, ad opera di Ippaso di Metaponto, uno dei successori di Pitagora, attorno al VI sec. A.C., che ne evidenziò la ricorsività del disegno.
In ogni pentagono si possono tracciare le diagonali, che formano un pentagramma e al centro riportano un altro pentagono, e così via, sempre secondo le stesse proporzioni, all'infinito.
Questa fu poi ben più compiutamente descritta da Euclide, nel 300 A.C., col suo concetto di “medio proporzionale”, e ripresa, seppur involontariamente, da Leonardo Fibonacci, nel 1202, che per la prima volta introdusse il concetto di “successione ricorsiva”, 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, ... in cui ogni termine è la somma dei due precedenti. Fu Keplero a scoprire il rapporto tra la proporzione aurea e la sequenza di Fibonacci, notando che la divisione tra due numeri immediatamente consecutivi dava come risultato il numero 1.618, approssimandosi con sempre maggior precisione ad ogni divisione, numero che tra l'altro si ritrova spesso anche in natura sotto varie forme, come ad esempio nella disposizione delle foglie di diverse piante. Tutte queste caratteristiche, ritrovate nel pentagono e nel pentagramma immediatamente derivato, ne generarono il fascino e la valenza simbolica.
A livello più esoterico, come già detto, si ritrova il pentacolo in diverse culture anche molto distanti tra loro, con vari significati ed origini. Oggi c'è una pesante confusione su questo simbolo, che è stato adottato, nella versione a punta in su, come “stemma araldico” da tantissimi movimenti e culti new age, wiccan, stregoneschi e neopagani. La più comune spiegazione di questa scelta vuole che il pentacolo sia stato associato alla figura di Venere a causa delle varie particolarità (vere o supposte) dell'orbita del pianeta: il moto apparente di Venere, formando una figura già ben nota e discussa da sempre, sarebbe stato una sorta di conferma del rapporto tra umano e divino, più che una semplice coincidenza (quale invece si può tranquillamente ritenere).
Ecco che quindi il pentacolo divenne il simbolo dei culti legati a Venere, dea della fecondità e dell'amore, i quali avrebbero poi caricato questo simbolo di ulteriori significati, arrivando a vere e proprie forzature di nessuna attendibilità e a volte scarso buongusto.
Il risultato si vede: oggi il pentacolo ha tutta una miriade di significati anche del tutto inventati, rendendo sempre più difficile capirne la vera origine. Oggi quindi si associa il pentacolo alla dea Venere, ma si deve tenere conto che è solo una visione molto parziale, frutto della tradizione ellenistica e delle sue distorsioni successive: nei culti delle civiltà sudamericane, ad esempio, non si hanno riscontri relativi a questo tipo di interpretazione. Inoltre si deve tenere in considerazione il fatto che il pentacolo è stato associato a Venere per un fatto semplicissimo: il pianeta che porta quel nome compie quel particolare percorso orbitale, ma se per un qualche motivo si chiamasse diversamente, ad esempio Giove, anche tutti i significati relativi al pentacolo cambierebbero, col risultato di generare una serie di argomentazioni cultuali totalmente diverse.
Arriviamo a vedere nel dettaglio l'origine dei significati del pentacolo, a partire dai culti pagani dell'antichità. A differenza di quella che per secoli è stata la convinzione comune il pentacolo non ha mai avuto connotazioni negative o legate al “male”, o al “diabolico”: come già detto era associato a Venere, dea della bellezza, della vita, della sessualità soprattutto mistica. Era quindi utilizzato ampiamente in tutti i riti collegati a questo tipo di culti, e gli fu data una valenza simbolica ben precisa e molto forte, relativa al processo di creazione della vita, agli elementi e al rapporto tra umano e divino. Fu poi lo sviluppo della religione cristiana, con il processo di trasformazione dei simboli pagani in simboli demoniaci e negativi, a dare al pentacolo la sua ingiustificata fama.
In sostanza è una rappresentazione del microcosmo e del macrocosmo: in un unico segno, infatti, evidenzia tutta la mistica della creazione e tutti i processi su cui si basa l'universo. Le punte della stella rappresentano i cinque elementi della metafisica classica: aria, acqua, terra, fuoco e spirito, elementi che rappresentano a loro volta i gruppi fondamentali sotto cui si radunano tutte le forze divine, spirituali e fisiche dell'universo.
In sostanza il pentacolo è, in quest'ottica, una rappresentazione grafica, “in piccolo”, del processo di creazione della vita, che sta alla base di ogni cosa e regge l'universo materiale.
I vari elementi, poi, assumono un ben preciso significato nel descrivere il percorso evolutivo e di crescita non solo di una singola forma di vita, ma anche in senso più ampio, relativo al passare del tempo. Il processo di creazione inizia a partire dallo spirito, cioè dalla Divinità creatrice. La seconda tappa è l'acqua: elemento legato alla vita, e ricco di significati esoterici, è quello in cui si sono sviluppate le prime forme di vita. Terza tappa è l'aria, in alcuni casi, oppure la terra: qui le scuole di pensiero si dividono. Per chi considera l'aria il significato è quello dell'evoluzione delle forme di vita, in senso più spirituale, in quanto prendono coscienza di sè: quindi un “innalzarsi”, un elevarsi che soprattutto nei tempi antichi era associato al volo. I più “evoluzionisti”, invece, hanno identificato la terra come elemento simboleggiante una fase successiva dell'evoluzione. Modo di pensare molto più recente, ma tutto sommato con una sua logica. Quarto elemento è, secondo la visione più diffusa, la terra, a rappresentare il massimo grado di evoluzione della vita, oppure, per i più moderni, l'aria, con un significato analogo: poi si passa al quinto elemento, il fuoco, che vuole rappresentare la distruzione e la successiva rinascita in un nuovo ciclo vitale, che riparte dallo spirito, sia come vita fisica, sia come riscoperta della parte più interiore e spirituale di sé.
Questi significati, a grandi linee gli stessi da sempre, sono sostanzialmente gli stessi sia per tutte le varie correnti neopagane, sia per il Satanismo.
Da qui in poi, però, le cose cambiano.
Il pentacolo viene visto sostanzialmente in due modi e mezzo: e cioè, uno neopagano, ed uno e mezzo sotto l'ottica satanista. Dico “uno e mezzo” per un motivo ben chiaro: il “mezzo” è dato da motivi puramente grafici, ed è il pentacolo con la testa di capra disegnata all'interno. In sé non è altro che l'unione di due simboli, il pentacolo ed il Baphomet, grazie al fatto che muso, orecchie e corna sono inscrivibili dentro le punte della stella. Però, a questo punto, si potrebbe applicare il principio anche ad un volto umano, o ad altri animali. Insomma, una pura e semplice coincidenza.
Torniamo al discorso principale, e cioè le differenze tra pentacolo neopagano e satanista.
Dai vari movimenti neopagani il pentacolo viene disegnato con la punta in alto, secondo il suo più classico orientamento. Questo rappresenta il rapporto tra la spiritualità ed il mondo materiale, con il prevalere dello spirito sugli elementi terreni, visti come secondari rispetto al vero scopo della vita.
Un'idea non così nuova, ma comunque chiara: quindi viene logico porlo verso l'alto, in una simbolica via di mezzo tra il mondo materiale e l'Uno da cui proviene e a cui punta.
Il pentacolo utilizzato dal Satanismo nelle sue varie forme, invece, è disegnato rovesciato.
Si sono date tante interpretazioni di questo fatto, spesso una più assurda dell'altra, e naturalmente tutte legate a significati negativi o “diabolici”.
Una vuole che la stella sia disegnata rovesciata come insulto a Dio: se quella “normale”, di ampia diffusione nell'iconografia cristiana, è appunto un simbolo “buono”, allora chi va contro l'autorità di Dio deve per forza disegnarla rovesciata, allo stesso modo degli altri simboli.
Già si possono chiaramente intuire l'imparzialità e la serietà di una simile visione.
Un'altra interpretazione, più legata a motivi religiosi che non filosofici, è quella del rifiuto da parte dell'uomo di sottomettersi ad una divinità. Lo Spirito posto in basso, in quest'ottica, significherebbe appunto il non voler “tendere a Dio”, quindi rifiutarne le regole e l'autorità, insomma il voler “andare via”, in un'ottica di puro e semplice antagonismo. Interpretazione derivata da un pensiero di chiara matrice cristiana, e che la maggior parte dei Satanisti rifiuta come sbagliata e del tutto fuorviante.
Una visione praticamente identica, e probabilmente delle stessa origine, vuole vedere lo Spirito in basso e gli elementi fisici in alto come il prevalere della materialità sulla spiritualità, dipingendo il Satanista, di conseguenza, come una persona edonista, immorale, dedita solo ai piaceri terreni ed alle “tentazioni” del corpo, priva della più elementare morale e, naturalmente, sadica e malvagia.
In questo lavoro, una vera e propria opera di diffamazione, è stato facile appellarsi alle parole dei grandi nomi dell'occultismo: il “Fa' ciò che vuoi” di Aleister Crowley, per esempio, è stato preso dai suoi tanti detrattori come l'esempio migliore, e di conseguenza storpiato in ogni suo significato.
Allo stesso modo, in tempi più recenti, la dottrina Razionale di Anton LaVey è stata indicata come la via perfetta alla perdizione e descritta come una pericolosa deviazione dai risvolti anarchici.
Inutile dire, anche qui, che considerazione vi sia per queste visioni da parte dei Satanisti autentici.
Un'altro motivo, abbastanza in voga tra diverse scuole di pensiero Sataniste, è che lo spirito posto in basso voglia evidenziare l'energia che, partendo dall'alto, scenda a potenziare l'anima umana, e che porre la punta in alto comporti il pericolo di mandare energie vitali ad una divinità nemica. Spesso si infilano in questa spiegazione anche tematiche di matrice orientale, dicendo che questa energia entra dall'alto, nel chakra della corona, e scende nel corpo: tematiche molto ben presenti, ad esempio, nella visione dei Satanisti spirituali.
In realtà è una visione abbastanza grossolana, a voler essere fiscali: innanzitutto non è specificato con chiarezza di che energia si tratti, ed in secondo luogo da dove debba transitare per arrivare a toccare lo spirito, né la sua correlazione con gli elementi fisici o il perchè delle posizioni relative.
La vera spiegazione invece è molto più semplice e diretta, ed è nel rapporto tra il mondo materiale e quello spirituale secondo la visione satanista.
Tanto per cominciare, non si tratta di un'energia generica, non meglio specificata, che arriva così “dall'alto” in modo del tutto estemporaneo, e non “scende” misteriosamente nel corpo per influire sullo spirito, anzi il suo percorso è ben chiaro. Molto più semplicemente, questa “energia” è tutta quella serie di stimoli, sensazioni ed esperienze che il mondo terreno dà alla parte spirituale. In sostanza è ciò che viene in un certo senso “emanato” dagli elementi fisici e ricevuto dallo Spirito.
Da parte sua la posizione dello Spirito in basso, e non verso l'alto, non è stata decisa a caso: non si tratta di una qualche forma di protesta o ribellione, al contrario il motivo è molto chiaro e preciso.
Spirito e materia sono uniti ed indissolubili, fino alla normale morte del corpo fisico. Il mondo materiale è indispensabile per l'evoluzione spirituale, per il puro e semplice fatto che un'anima disincarnata non dispone di tutto il bagaglio di esperienze e conoscenze che soltanto nel mondo terreno può fare. In poche parole lo Spirito si evolve non solo in base alle sue capacità intrinseche, ma anche grazie alla permanenza nel mondo materiale. Quindi la sua posizione in basso non è da intendersi come la negazione della spiritualità, a favore di un qualche edonismo anarchico, egoista e materialista, al contrario è da vedersi come la rappresentazione grafica tanto di una condizione reale, quanto di un precetto, cioè una regola di vita semplice ma efficace, osservata da moltissimi Satanisti di varie scuole. Lo Spirito viene posto in basso, sul piano materiale, quindi in senso più ampio sul piano pratico, reale e tangibile della vita, che deve essere vissuta senza rifugiarsi in un mondo immaginario o fuggire dalle difficoltà, senza disperdersi inutilmente in pensieri ed azioni prive di costrutto o fondamento. Questo ha anche una fortissima implicazione morale: lo Spirito in basso, sul piano reale, rappresenta anche la capacità di prendersi le responsabilità delle proprie azioni, di “assorbirne l'energia”, cioè di subirne le conseguenze, buone o no, senza nascondersi.
Il messaggio è chiaro: dedicare la propria vita a qualcosa di concreto ed importante e vivere ogni giorno con coscienza, in modo pratico e realistico, senza avere la testa “in alto”, cioè tra le nuvole.
Un messaggio che, a ben vedere, può essere perfettamente valido per chiunque, Satanista o no.