CAPITOLO 8: ideologia ed uso della pratica magica.
Sept 4, 2014 15:10:15 GMT
Post by Kurtz Rommel on Sept 4, 2014 15:10:15 GMT
Negli scorsi articoli del “Nascondiglio del Diavolo” ho parlato di diverse cose, spesso a livello più filosofico e concettuale che propriamente pratico. In uno, in particolare, ho descritto la messa nera, sia nelle sue idee di base che nei suoi principi legali.
In questo articolo, ricollegandomi velocemente alla messa nera, parlerò dell’uso della magia da parte dei Satanisti e dei vari modi di intenderla a seconda delle rispettive scuole di pensiero.
Innanzitutto, che cos’è la magia? Col termine “Magia” si intende una serie di discipline il cui scopo è quello di influenzare gli eventi, modificandoli in diversi modi, sfruttare gli elementi fisici e spirituali ed ottenere il controllo sull’essere umano, con l’uso di varie tecniche e modalità. Oggi la si vede con un occhio diverso, identificandola come una disciplina le cui leggi e dinamiche sono ancora da chiarire.
La magia, in realtà, non è una cosa univoca, così come non è tutta quella serie di truffe (pseudo) legalizzate che viene pubblicizzata su internet e in televisione. Il “mago dell’amore” che “ti darà le risposte che vuoi su soldi, amore, fortuna e lavoro” non è altro che, nella migliore delle ipotesi, un poveraccio che per una paga da fame passa ore in un call center, o peggio un truffatore incallito.
Sempre in tema di miei soliti avvertimenti, invito tutti i lettori a stare lontani da queste truffe: tanto non porteranno a nessun risultato concreto, escluso quello di smagrire pesantemente il portafoglio.
Mi raccomando, non fatevi mai fregare: la soluzione ai propri problemi si trova solo impegnandosi e cercando di uscirne, in prima persona e nella vita reale. Non esistono “maghi” in grado di dare i numeri vincenti del Lotto: se veramente li sapessero, li darebbero al primo che li chiama, anziché giocarseli?
La magia viene vista, nella mentalità comune, come “bianca” o “nera”, a seconda dello scopo che chi la pratica vuole raggiungere, e dalle tecniche utilizzate: “bianca” per un fine “buono”, mediante l’aiuto di “angeli”, energie ed entità positive, “nera” per uno scopo negativo e l’aiuto di “fatture” o “demoni”.
A queste si aggiunge la magia “rossa”, cioè né buona né cattiva, ma neutrale, usata per arrivare ad uno scopo spesso sentimentale, che non debba necessariamente fare “del bene” oppure “del male”.
Tutte semplificazioni, su cui oggi è ancora più difficile fare luce, a causa delle troppe mescolanze e contaminazioni dottrinali che caratterizzano l’odierno panorama esoterico ed occultistico, utilizzando allegramente dottrine gnostiche, wiccan, new age, cabalistiche, astrologiche, ermetiche e di altri tipi, col poco simpatico risultato di alimentare sempre di più la confusione e l’ignoranza su questo argomento.
Inoltre si deve far presente che la magia non è “bianca”, “nera” o di altri colori: molti operatori infatti non accettano questa distinzione, affermando, cosa effettivamente logica, che la magia è solamente un modo per ottenere dei risultati, quindi uno strumento in sé e per sé neutro. In pratica è come usare la corrente elettrica: si può alimentare un ospedale e salvare delle vite, uccidere una persona su una sedia elettrica, o più semplicemente cucinare la cena su un fornello. É il suo uso che fa la differenza.
Le tecniche sono, di norma, raggruppabili in cinque categorie principali: quelle di incanalamento, che usano immagini e rappresentazioni simboliche dello scopo da raggiungere; quelle di contatto, che prevedono l’uso di sotto cui si può anche individuare la molto comune abitudine a portare con sè il proprio “portafortuna”, un oggetto che per noi rappresenta qualcosa e che diventa un nostro amuleto; quelle cosiddette di incantesimo, che agiscono con l’uso di parole o formule magiche; quelle della divinazione, usata per avere informazioni da diversi mezzi (carte, rune, astri), le meglio conosciute a livello di superstizione popolare e su cui si basano tutti i vari “maghi” da call center; e per ultime sono note quelle di similitudine, in cui si rappresenta l’effetto di ciò che si vuole ottenere.
I rituali (non riti: il rito è una cosa diversa) magici, di solito, sono una combinazione di varie tecniche, comprendenti, a volte, anche il rapporto con un’entità sovrannaturale (evocazione od invocazione).
Altro avvertimento: NON TENTARE MAI rituali o pratiche di dubbia origine ed affidabilità, trovate su libri o su internet, senza sapere a cosa si va incontro. Che la magia non abbia ancora avuto una precisa classificazione, od una spiegazione scientifica univoca, non deve necessariamente significare che non funzioni, o che sia qualcosa di utilizzabile senza una adeguata preparazione. Nel migliore dei casi non si ottiene nulla, e nel peggiore c’è la possibilità di scatenare, senza volerlo, un qualcosa di totalmente incontrollabile, con il risultato di ritrovarsi in un mare di guai senza sapere nemmeno come uscirne.
Come si pone il Satanista nei confronti della magia?
Domanda abbastanza difficile, perchè non porta ad una risposta unica ed immutabile. Innanzitutto si devono considerare le pesantissime differenze tra le varie scuole di pensiero del Satanismo.
In secondo luogo si deve tenere conto dell’ambiente in cui ci si trova, che già solo culturalmente è in grado di influenzare la concezione di una stessa dottrina ed arrivare a modificarla.
Terza cosa, è comunque da non sottovalutare l’influsso avuto su praticamente tutte le scuole dottrinali dall’opera di Aleister Crowley, sia a livello ritualistico che morale. Il “Fa ciò che vuoi” crowleyano, frse da sempre distorta e svilita, è comunque la base fondante della mentalità di praticamente tutti i Satanisti, e difatti persino Anton LaVey in origine fece parte dell’ambiente crowleyano.
Crowley, con la sua vita discussa e fuori dalle righe, riuscì a farsi notare e a diffondere un messaggio al giorno d’oggi ancora estremamente attuale, talmente valido da essere effettivamente diventato uno dei principi basilari comuni a tutte le varie dottrine.
Anche i suoi rituali, pur confusionari e barocchi, sono stati una fonte di ispirazione inestimabile per tanti Satanisti e hanno dato un valore aggiunto, discutibile secondo molti, ma di grande peso, alla ritualistica Satanista, che avrebbe rischiato di doversi basare solo su testi di ispirazione cristiana o grimori medievali di dubbia provenienza. Il mito di Crowley crebbe oltretutto anche grazie alla sua continua frequentazione e direzione di ordini esoterici come la Golden dawn e l’Ordo Templi Orientis, ed alle sue descrizioni di esperienze con entità aliene e rituali in grado di richiamarle sul nostro piano esistenziale.
“Crowley era consapevole della possibilità di aprire i cancelli spaziali e di immettere una corrente extraterrestre nell’onda vitale umana (…) Questo ricorda gli oscuri accenni di Charles Fort riguardo alla presenza sulla Terra di una società segreta già in contatto con esseri cosmici che, forse, sta già preparando la via per il loro avvento” (Kenneth Grant, “Aleister Crowley e il Dio Occulto”, Ed. Astrolabio Ubaldini).
Insomma Crowley, che pure non si definiva un Satanista, è oggi uno dei pesi massimi della cultura e forma mentale di praticamente tutte le dottrine della Via Sinistra.
Ad ogni modo, senza voler dire che “è così a seconda di”, si possono riconoscere, nelle loro linee generali, tre posizioni concettualmente differenti, portate avanti dalla dottrina Teista, da quella Razionalista e da quelle più in generale Filosofiche, comprendenti le altre scuole di pensiero, ovvero Tradizionale, Luciferiana (che non è neanche una dottrina Satanista) e Gnostica.
Posizioni che portano anche ad un uso di tecniche e procedure spesso diverse, ed in apparenza incompatibili tra loro.
I Satanisti Teisti, tanto per cominciare, ritengono che l’uso della magia possa servire ad una più completa evoluzione personale, e si rifanno, dato il loro background culturale, a tutta una serie di tecniche di origine orientale. Per loro riveste molta importanza la meditazione, al fine di riaprire i condotti energetici naturalmente presenti nel corpo: molti praticano varie tipologie di yoga, per riaprire i chakra (punti nel corpo in cui si trova una maggiore quantità di energia vitale), ristabilire un equilibrio energetico ed acquisire facoltà latenti ma inespresse. Inoltre usano tecniche magiche di vari tipi, in alcuni casi derivate dalla Goetia e dalla Clavicola Salomonis, dando molta importanza al rapporto tra la persona e l’entità ultraterrena. Il problema è che il corpus documentale a cui si rifanno è estremamente vasto, rischiando quindi di risultare dispersivo per i meno attenti, quando non addirittura inutile o pericoloso. Pendoli, tavole ouija, specchi neri ed altri strumenti si sprecano, con risultati di difficile valutazione oggettiva. I più seri si dedicano ad uno studio approfondito di queste materie, la maggioranza invece crede seriamente anche nell’esistenza del Necronomicon…
Infatti molti di questi si radunano in gruppi da “culto del cargo”, nei quali l’ignoranza regna sovrana.
La corrente Razionalista, invece, pone l’accento sulla soddisfazione personale, e vede la magia in senso puramente strumentale, come un mezzo tecnico per influenzare favorevolmente gli eventi.
Anton LaVey, nei suoi scritti, dedica diversi capitoli alla magia, intesa come l’incanalamento delle energie naturalmente presenti nell’uomo al fine di ottenere la soddisfazione e realizzazione dei più personali desideri. Spesso si è voluto dare a questo concetto una connotazione volutamente errata ed imprecisa, cercando di dipingere il mago e l’adepto Razionalista come persone egoiste, cattive, edoniste e socialmente pericolose, tese solo ad una vita di lussuria e prevaricazione sulla società in cui vivono. Nulla di più sbagliato: leggendo bene e senza pregiudizi gli scritti di Lavey si capisce, in modo chiaro ed indiscutibile, che l’ideologia Razionalista è relativa ad un modo di vivere libero ed autonomo, svincolato dalle pastoie di una morale spesso di comodo, ma non “cattivo” o privo di regole. La magia praticata dai Satanisti Razionali è estremamente ritualizzata, non si rifà a dottrine esoteriche precedenti come quelle orientali, e prevede tutta una serie di strumenti ben elencati nei tipi e negli utilizzi. Inoltre, in modo estremamente chiaro, LaVey sancisce che non c’è differenza di alcun tipo tra la magia “bianca” e “nera”, perchè si tratta di tecniche il cui fine è sempre uno: avere un risultato vantaggioso per la persona, insomma la sodisfazione dei propri desideri.
LaVey ribadisce, invece, le differenze tra magia cerimoniale, o “alta”, e manipolativa, o “bassa”.
Secondo il suo pensiero solo quella “alta” è degna di essere praticata dal Satanista.
I rituali sono essenzialmente di tre tipi, per ottenere risultati in campo sessuale, sociale/lavorativo, o per distruggere un nemico. Iniziano tutti con un’invocazione a Satana, hanno una loro ben precisa tempistica ed un dettagliato copione da seguire alla lettera, il cui scopo è quello di rafforzare tutta la parte dogmatica della filosofia. Possono essere eseguiti da soli od in gruppo, dando origine ad una vera e propria messa nera, focalizzata sulle richieste di uno o più adepti. Questa messa, più che una dissacrazione in senso anti-cristiano, è uno psicodramma, come ben evidenziato e descritto da LaVey.
Durante questo rituale le persone, rappresentando i loro desideri e richieste, in sostanza “ricreano” le loro aspettative, con l’uso di simboli e categorizzazioni, effettivamente indispensabili per la mente umana, che ha bisogno di “vedere” le cose per poterne ricavare una sicurezza.
Questa attenzione verso la psicologia umana, molto ben evidente sia nelle motivazioni che nella strutturazione della pratica magica Razionalista, è una caratteristica pressochè unica nella scena della “magia satanica”. Si tratta quasi di uno studio clinico, che ha come suo fondante assunto il voler modificare in modo tangibile la realtà facendo appello non ad energie grezze, sovrannaturali od impersonali, ma alla pura e semplice forza della mente. La mente umana è, secondo questa concezione, più che sufficiente per ottenere tutto ciò che si vuole: la sede del potere è solo dentro l’uomo, non è in entità sovrannaturali, atti, parole o simboli. Una concezione rivoluzionaria, che per esempio si ritrova anche nella dottrina della Magia del Caos. Non la si ritrova né da parte della corrente Spirituale, né in altre dottrine non necessariamente Sataniste. Se ne vede invece un uso, minore ma ben marcato, nelle scuole di pensiero Filosofiche.
Della corrente Tradizionale non si sa molto: essendo persone estremamente riservate e difficili da raggiungere, si hanno notizie frammentarie e contraddittorie. Di solito vengono descritti come esoteristi che si rifanno a rituali “proibiti” e messi all’indice dalla chiesa cristiana, ed i cui esponenti non si fanno problemi nel dissacrare ostie e sacrificare animali e bambini al “Principe del Male”. Finora non si sono trovate delle prove certe riguardo a simili ipotesi, comunque alimentate sia dall’ignoranza che dal totale segreto in cui si muovono gli apparteneti a questa corrente. Questo rende difficile capire precisamente come i Tradizionali intendano la magia: l’unica cosa sicura è che tengono ben presente il racconto della bibbia cristiana, e che vedono Satana ed i suoi demoni sono, per i Tradizionali, creature reali ed esistenti, vere e proprie divinità in senso stretto, rispondenti alle descrizioni bibliche e goetiche, in grado di dare seriamente ai loro fedeli potere e soddisfazioni terrene.
Questo potrebbe portare ad immaginare che la loro idea sia quella di avere rapporti puramente “commerciali” con tutta una serie di entità, a cui poter chiedere aiuto.
La ricerca di soddisfazione terrena è di matrice probabilmente Laveyana, sempre ammesso che di questo si tratti realmente: Questo potrebbe portare ad immaginare che un Tradizionale accetti l’esistenza di Satana con un vero e proprio atto di fede, che studi con la costanza e l’impegno di un accademico, ma che al contrario abbia uno scopo ben più pratico e venale. Sicuramente in realtà c’è molto di più, è strano che una simile scuola di pensiero sia in fin dei conti così riduttiva e superficiale nelle sue basi fondanti.
Esistono diverse ipotesi a riguardo, ma nulla di sicuro, anche a causa della totale difformità nei racconti di “fuoriusciti” ed “esperti” del settore, per una “strana” combinazione spesso sacerdoti e giornalisti.
Nel Luciferismo, così come nel Satanismo Gnostico, l’uso della magia è funzionale (come in quello Razionale) al raggiungere un risultato tangibile, pratico e quotidiano. In pratica la magia viene vista come un mezzo tecnico, però con una grossa differenza rispetto alla visione Razionale: infatti, mentre i Razionalisti usano i rituali scritti da LaVey, cioè tutto materiale, diciamo così, di “nuova produzione”, gli Gnostici ed i Luciferiani vedono la magia come il risultato di una serie di studi a tema, da cui prendere il meglio e potenziarlo. La modalità di lavoro è la stessa per ciascuno dei due: esaminare tutte le varie discipline e dottrine, studiarne i testi, capirne la filosofia, prendere ciò che gli serve ed accantonare quello che ritiene inutile per il suo percorso personale o peggio ancora dannoso.
La conoscenza acquisita, poi, verrà riordinata secondo delle regole ben precise e funzionali, che in larga parte rispecchiano quelle di Lavey: infatti, per lo Gnostico, la mente umana è la risorsa in assoluto più grande, in quanto sede del pensiero e della Conoscenza.
Altro importante cardine di ambedue le filosofie è quello della relatività delle esperienze, dell’essere e del mondo, cioè la negazione del pensiero deterministico. Non esistono leggi rigide di causa ed effetto, così come la realtà che percepiamo non è l’unica ed assoluta. Teorie come quelle sulla quantistica, sull’universo olografico e sulla relatività di spazio e tempo sono accettate e seguite concretamente, in una continua unione tra scienza e disciplina magica, priva di contraddizioni evidenti o “misteri della fede”. Insomma, come recita il vecchio motto degli Assassini, “nulla è vero e tutto è permesso”. Motto che è stato ripreso e riportato al suo significato originario: tutto è relativo, quindi tutto diviene possibile.
La magia, concettualmente, viene vista da Luciferiani e Gnostici come la messa in pratica di tutta una serie di atti in potenza: atti che, col loro divenire (il rituale) possono realmente influenzare la realtà, allo stesso modo di tutto il resto. Così come la luce rende visibili le cose e il calore le distrugge, in modo del tutto chiaro e comprensibile nelle sue meccaniche, anche la magia diventa, per queste due filosofie, un qualcosa di funzionante in modo del tutto analogo, anche se ancora non perfettamente spiegato, ma che un domani potrà essere tranquillamente compreso e replicato su scala quasi industriale, così come oggi si accende una lampadina. Mille anni fa sarebbe stata una magia, oggi no.
La disciplina magica Luciferista, sul piano puramente pratico, si differenzia parecchio da quella del Satanismo Gnostico. Infatti è molto ritualizzata e segue delle regole precise, basandosi anche sullo studio del paganesimo e della Goetia, ma con uno sguardo meno dogmatico e restrittivo. In sostanza i testi “classici” vengono usati come basi e referenze, ma non in modo fideistico, diventando quindi uno spunto per sperimentare e verificare la validità anche di altre pratiche. Il vero problema è quello della corretta identificazione della filosofia Luciferiana, e quindi dell’identificazione corretta delle procedure e ritualistiche connesse: spesso, su forum e pubblicazioni, si mescolano varie teorie e visioni, anche del tutto contraddittorie, con una discreta superficialità ed approssimazione, ottenendo ibridi strani tipo il “satanista luciferiano” dedito a rituali “salomonici” o di “alta magia nera”. Non parliamo poi dei siti web che vendono “rituali luciferiani” fai-da-te in scatola, come fossero (anche pericolosi) giochi da tavolo.
Il Satanismo Gnostico, da parte sua, vede la magia in modo ancora meno dogmatico e codificato, pur intendendola, allo stesso modo dei Luciferiani, come una disciplina quasi scientifica, quindi spiegabile ed utilizzabile in modo pratico. Si basa su tre assunti principali, caratteristici suoi e quasi assenti altrove. Uno è quello della Magia del Caos, l’altro è quello della Megapolimanzia, ed il terzo è quello della Gnosi, intesa come atteggiamento mentale teso a conoscere e riordinare ciò che si è appreso.
Partiamo dalla Magia del Caos. Nasce negli anni ’70, ed ha come sua regola primaria quella di non avere particolari divinità o simboli, a cui dare un significato preciso ed immutabile. Non avere un “punto fisso” da cui partire implica la libertà di studiare, applicare, decidere cosa usare e come. Questo porta i seguaci della Magia del caos ad essere molto individualisti, a non avere credenze fisse o dogmi comuni, ritualità stabilite o regole fisse. Il Satanista Gnostico applica questo principio di libertà nello studio, senza quindi porsi dei limiti alle sue ricerche, però con una differenza molto importante rispetto al seguace del Caos: ha un suo ben preciso credo, con simboli, sigilli, figure e divinità ben definite, che sono quelle comuni a gran parte del Satanismo in generale. Satana è la divinità primaria a cui fare riferimento, così come i simboli, i sigilli ed i nomi dei demoni. In pratica sperimenta e studia, senza limitarsi alle forme “classiche” di magia, ma senza essere generalista nelle sue convinzioni come un seguace del Caos. Mentre per quest’ultimo una pratica, se funziona, vale tanto quanto un’altra, per il Satanista Gnostico c’è la necessità, comunque, di fare una netta distinzione tra ciò che può andare e cosa invece deve essere scartato perchè incompatibile con il suo sistema cultuale e simbolico: per ottenere questo risultato, quindi, deve sempre studiare e sperimentare.
Questo ha portato a sviluppare anche pratiche nuove, come la Megapolimanzia. Questa disciplina, relativamente nuova, nata da un romanzo di F. Leiber, si basa sull’assunto che sia possibile, mediante lo studio dei costrutti umani, influenzare l’ambiente, predire il futuro, e più in generale ottenere gli stessi risultati che le altre discipline dicono essere possibili. Potrà sembrare, ad un occhio poco attento, fin ridicolo basare una serie di studi su un romanzo: ma l’idea è effettivamente valida, quindi, a livello di principio, perfettamente funzionante ed ammissibile. Oltretutto è risaputo che in tanti libri sono state predette cose e situazioni poi verificatesi nel giro di poco tempo. Nel suo libro Leiber ipotizza che i costrutti umani, specie le grandi città, siano delle specie di rappresentazioni in piccolo dell’universo: veri e propri microcosmi, che ne seguono le leggi principali. La disposizione delle strade, delle case, dei cavi e fili elettrici, l’attività delle macchine e tutte le attività umane sviluppano quantità enormi di energia, nello stesso modo in cui la produce l’universo “più grande”. In effetti il paragone è sensato: se quindi si riuscisse a catalizzare ed usare questa energia, anche un rituale magico sarebbe più efficace grazie al fatto che dall’inizio alla fine sarebbe finalizzato ad uno scopo preciso, senza doverne impegnare una rilevante parte (di norma quella iniziale) per la produzione ed aggregazione delle energie necessarie.
La dottrina Gnostica, quindi, ha in mente un uso quasi sperimentale della magia, tale da rendere utile e funzionale ad uno scopo ragionato tutta una serie di pratiche che, da sole, sarebbero troppo limitanti e dogmatiche, quindi scopo pratico come esposto da LaVey, supportato da una chiara forma cultuale, ben più codificata rispetto a quella di altre dottrine ma altrettanto valida e molto meno dispersiva.
Per praticamente tutte queste correnti, insomma, “nulla è vero, e tutto è permesso”: non esistendo una realtà unica, la si può influenzare per raggiungere i propri obbiettivi. In quest’ottica è, secondo le varie ideologie magiche, realmente possibile “fare ciò che si vuole”, cioè svincolarsi dai limiti della realtà, visti come relativi e del tutto arbitrari, per plasmarla a proprio piacimento.
Riuscire a padroneggiare con perizia le varie tecniche che permettono di ottenere tutti questi risultati è il traguardo finale di una strada lunga e difficile, ma indubbiamente affascinante.
Come la si percorre? Semplice: ciascuno a suo modo.
Kurtz
In questo articolo, ricollegandomi velocemente alla messa nera, parlerò dell’uso della magia da parte dei Satanisti e dei vari modi di intenderla a seconda delle rispettive scuole di pensiero.
Innanzitutto, che cos’è la magia? Col termine “Magia” si intende una serie di discipline il cui scopo è quello di influenzare gli eventi, modificandoli in diversi modi, sfruttare gli elementi fisici e spirituali ed ottenere il controllo sull’essere umano, con l’uso di varie tecniche e modalità. Oggi la si vede con un occhio diverso, identificandola come una disciplina le cui leggi e dinamiche sono ancora da chiarire.
La magia, in realtà, non è una cosa univoca, così come non è tutta quella serie di truffe (pseudo) legalizzate che viene pubblicizzata su internet e in televisione. Il “mago dell’amore” che “ti darà le risposte che vuoi su soldi, amore, fortuna e lavoro” non è altro che, nella migliore delle ipotesi, un poveraccio che per una paga da fame passa ore in un call center, o peggio un truffatore incallito.
Sempre in tema di miei soliti avvertimenti, invito tutti i lettori a stare lontani da queste truffe: tanto non porteranno a nessun risultato concreto, escluso quello di smagrire pesantemente il portafoglio.
Mi raccomando, non fatevi mai fregare: la soluzione ai propri problemi si trova solo impegnandosi e cercando di uscirne, in prima persona e nella vita reale. Non esistono “maghi” in grado di dare i numeri vincenti del Lotto: se veramente li sapessero, li darebbero al primo che li chiama, anziché giocarseli?
La magia viene vista, nella mentalità comune, come “bianca” o “nera”, a seconda dello scopo che chi la pratica vuole raggiungere, e dalle tecniche utilizzate: “bianca” per un fine “buono”, mediante l’aiuto di “angeli”, energie ed entità positive, “nera” per uno scopo negativo e l’aiuto di “fatture” o “demoni”.
A queste si aggiunge la magia “rossa”, cioè né buona né cattiva, ma neutrale, usata per arrivare ad uno scopo spesso sentimentale, che non debba necessariamente fare “del bene” oppure “del male”.
Tutte semplificazioni, su cui oggi è ancora più difficile fare luce, a causa delle troppe mescolanze e contaminazioni dottrinali che caratterizzano l’odierno panorama esoterico ed occultistico, utilizzando allegramente dottrine gnostiche, wiccan, new age, cabalistiche, astrologiche, ermetiche e di altri tipi, col poco simpatico risultato di alimentare sempre di più la confusione e l’ignoranza su questo argomento.
Inoltre si deve far presente che la magia non è “bianca”, “nera” o di altri colori: molti operatori infatti non accettano questa distinzione, affermando, cosa effettivamente logica, che la magia è solamente un modo per ottenere dei risultati, quindi uno strumento in sé e per sé neutro. In pratica è come usare la corrente elettrica: si può alimentare un ospedale e salvare delle vite, uccidere una persona su una sedia elettrica, o più semplicemente cucinare la cena su un fornello. É il suo uso che fa la differenza.
Le tecniche sono, di norma, raggruppabili in cinque categorie principali: quelle di incanalamento, che usano immagini e rappresentazioni simboliche dello scopo da raggiungere; quelle di contatto, che prevedono l’uso di sotto cui si può anche individuare la molto comune abitudine a portare con sè il proprio “portafortuna”, un oggetto che per noi rappresenta qualcosa e che diventa un nostro amuleto; quelle cosiddette di incantesimo, che agiscono con l’uso di parole o formule magiche; quelle della divinazione, usata per avere informazioni da diversi mezzi (carte, rune, astri), le meglio conosciute a livello di superstizione popolare e su cui si basano tutti i vari “maghi” da call center; e per ultime sono note quelle di similitudine, in cui si rappresenta l’effetto di ciò che si vuole ottenere.
I rituali (non riti: il rito è una cosa diversa) magici, di solito, sono una combinazione di varie tecniche, comprendenti, a volte, anche il rapporto con un’entità sovrannaturale (evocazione od invocazione).
Altro avvertimento: NON TENTARE MAI rituali o pratiche di dubbia origine ed affidabilità, trovate su libri o su internet, senza sapere a cosa si va incontro. Che la magia non abbia ancora avuto una precisa classificazione, od una spiegazione scientifica univoca, non deve necessariamente significare che non funzioni, o che sia qualcosa di utilizzabile senza una adeguata preparazione. Nel migliore dei casi non si ottiene nulla, e nel peggiore c’è la possibilità di scatenare, senza volerlo, un qualcosa di totalmente incontrollabile, con il risultato di ritrovarsi in un mare di guai senza sapere nemmeno come uscirne.
Come si pone il Satanista nei confronti della magia?
Domanda abbastanza difficile, perchè non porta ad una risposta unica ed immutabile. Innanzitutto si devono considerare le pesantissime differenze tra le varie scuole di pensiero del Satanismo.
In secondo luogo si deve tenere conto dell’ambiente in cui ci si trova, che già solo culturalmente è in grado di influenzare la concezione di una stessa dottrina ed arrivare a modificarla.
Terza cosa, è comunque da non sottovalutare l’influsso avuto su praticamente tutte le scuole dottrinali dall’opera di Aleister Crowley, sia a livello ritualistico che morale. Il “Fa ciò che vuoi” crowleyano, frse da sempre distorta e svilita, è comunque la base fondante della mentalità di praticamente tutti i Satanisti, e difatti persino Anton LaVey in origine fece parte dell’ambiente crowleyano.
Crowley, con la sua vita discussa e fuori dalle righe, riuscì a farsi notare e a diffondere un messaggio al giorno d’oggi ancora estremamente attuale, talmente valido da essere effettivamente diventato uno dei principi basilari comuni a tutte le varie dottrine.
Anche i suoi rituali, pur confusionari e barocchi, sono stati una fonte di ispirazione inestimabile per tanti Satanisti e hanno dato un valore aggiunto, discutibile secondo molti, ma di grande peso, alla ritualistica Satanista, che avrebbe rischiato di doversi basare solo su testi di ispirazione cristiana o grimori medievali di dubbia provenienza. Il mito di Crowley crebbe oltretutto anche grazie alla sua continua frequentazione e direzione di ordini esoterici come la Golden dawn e l’Ordo Templi Orientis, ed alle sue descrizioni di esperienze con entità aliene e rituali in grado di richiamarle sul nostro piano esistenziale.
“Crowley era consapevole della possibilità di aprire i cancelli spaziali e di immettere una corrente extraterrestre nell’onda vitale umana (…) Questo ricorda gli oscuri accenni di Charles Fort riguardo alla presenza sulla Terra di una società segreta già in contatto con esseri cosmici che, forse, sta già preparando la via per il loro avvento” (Kenneth Grant, “Aleister Crowley e il Dio Occulto”, Ed. Astrolabio Ubaldini).
Insomma Crowley, che pure non si definiva un Satanista, è oggi uno dei pesi massimi della cultura e forma mentale di praticamente tutte le dottrine della Via Sinistra.
Ad ogni modo, senza voler dire che “è così a seconda di”, si possono riconoscere, nelle loro linee generali, tre posizioni concettualmente differenti, portate avanti dalla dottrina Teista, da quella Razionalista e da quelle più in generale Filosofiche, comprendenti le altre scuole di pensiero, ovvero Tradizionale, Luciferiana (che non è neanche una dottrina Satanista) e Gnostica.
Posizioni che portano anche ad un uso di tecniche e procedure spesso diverse, ed in apparenza incompatibili tra loro.
I Satanisti Teisti, tanto per cominciare, ritengono che l’uso della magia possa servire ad una più completa evoluzione personale, e si rifanno, dato il loro background culturale, a tutta una serie di tecniche di origine orientale. Per loro riveste molta importanza la meditazione, al fine di riaprire i condotti energetici naturalmente presenti nel corpo: molti praticano varie tipologie di yoga, per riaprire i chakra (punti nel corpo in cui si trova una maggiore quantità di energia vitale), ristabilire un equilibrio energetico ed acquisire facoltà latenti ma inespresse. Inoltre usano tecniche magiche di vari tipi, in alcuni casi derivate dalla Goetia e dalla Clavicola Salomonis, dando molta importanza al rapporto tra la persona e l’entità ultraterrena. Il problema è che il corpus documentale a cui si rifanno è estremamente vasto, rischiando quindi di risultare dispersivo per i meno attenti, quando non addirittura inutile o pericoloso. Pendoli, tavole ouija, specchi neri ed altri strumenti si sprecano, con risultati di difficile valutazione oggettiva. I più seri si dedicano ad uno studio approfondito di queste materie, la maggioranza invece crede seriamente anche nell’esistenza del Necronomicon…
Infatti molti di questi si radunano in gruppi da “culto del cargo”, nei quali l’ignoranza regna sovrana.
La corrente Razionalista, invece, pone l’accento sulla soddisfazione personale, e vede la magia in senso puramente strumentale, come un mezzo tecnico per influenzare favorevolmente gli eventi.
Anton LaVey, nei suoi scritti, dedica diversi capitoli alla magia, intesa come l’incanalamento delle energie naturalmente presenti nell’uomo al fine di ottenere la soddisfazione e realizzazione dei più personali desideri. Spesso si è voluto dare a questo concetto una connotazione volutamente errata ed imprecisa, cercando di dipingere il mago e l’adepto Razionalista come persone egoiste, cattive, edoniste e socialmente pericolose, tese solo ad una vita di lussuria e prevaricazione sulla società in cui vivono. Nulla di più sbagliato: leggendo bene e senza pregiudizi gli scritti di Lavey si capisce, in modo chiaro ed indiscutibile, che l’ideologia Razionalista è relativa ad un modo di vivere libero ed autonomo, svincolato dalle pastoie di una morale spesso di comodo, ma non “cattivo” o privo di regole. La magia praticata dai Satanisti Razionali è estremamente ritualizzata, non si rifà a dottrine esoteriche precedenti come quelle orientali, e prevede tutta una serie di strumenti ben elencati nei tipi e negli utilizzi. Inoltre, in modo estremamente chiaro, LaVey sancisce che non c’è differenza di alcun tipo tra la magia “bianca” e “nera”, perchè si tratta di tecniche il cui fine è sempre uno: avere un risultato vantaggioso per la persona, insomma la sodisfazione dei propri desideri.
LaVey ribadisce, invece, le differenze tra magia cerimoniale, o “alta”, e manipolativa, o “bassa”.
Secondo il suo pensiero solo quella “alta” è degna di essere praticata dal Satanista.
I rituali sono essenzialmente di tre tipi, per ottenere risultati in campo sessuale, sociale/lavorativo, o per distruggere un nemico. Iniziano tutti con un’invocazione a Satana, hanno una loro ben precisa tempistica ed un dettagliato copione da seguire alla lettera, il cui scopo è quello di rafforzare tutta la parte dogmatica della filosofia. Possono essere eseguiti da soli od in gruppo, dando origine ad una vera e propria messa nera, focalizzata sulle richieste di uno o più adepti. Questa messa, più che una dissacrazione in senso anti-cristiano, è uno psicodramma, come ben evidenziato e descritto da LaVey.
Durante questo rituale le persone, rappresentando i loro desideri e richieste, in sostanza “ricreano” le loro aspettative, con l’uso di simboli e categorizzazioni, effettivamente indispensabili per la mente umana, che ha bisogno di “vedere” le cose per poterne ricavare una sicurezza.
Questa attenzione verso la psicologia umana, molto ben evidente sia nelle motivazioni che nella strutturazione della pratica magica Razionalista, è una caratteristica pressochè unica nella scena della “magia satanica”. Si tratta quasi di uno studio clinico, che ha come suo fondante assunto il voler modificare in modo tangibile la realtà facendo appello non ad energie grezze, sovrannaturali od impersonali, ma alla pura e semplice forza della mente. La mente umana è, secondo questa concezione, più che sufficiente per ottenere tutto ciò che si vuole: la sede del potere è solo dentro l’uomo, non è in entità sovrannaturali, atti, parole o simboli. Una concezione rivoluzionaria, che per esempio si ritrova anche nella dottrina della Magia del Caos. Non la si ritrova né da parte della corrente Spirituale, né in altre dottrine non necessariamente Sataniste. Se ne vede invece un uso, minore ma ben marcato, nelle scuole di pensiero Filosofiche.
Della corrente Tradizionale non si sa molto: essendo persone estremamente riservate e difficili da raggiungere, si hanno notizie frammentarie e contraddittorie. Di solito vengono descritti come esoteristi che si rifanno a rituali “proibiti” e messi all’indice dalla chiesa cristiana, ed i cui esponenti non si fanno problemi nel dissacrare ostie e sacrificare animali e bambini al “Principe del Male”. Finora non si sono trovate delle prove certe riguardo a simili ipotesi, comunque alimentate sia dall’ignoranza che dal totale segreto in cui si muovono gli apparteneti a questa corrente. Questo rende difficile capire precisamente come i Tradizionali intendano la magia: l’unica cosa sicura è che tengono ben presente il racconto della bibbia cristiana, e che vedono Satana ed i suoi demoni sono, per i Tradizionali, creature reali ed esistenti, vere e proprie divinità in senso stretto, rispondenti alle descrizioni bibliche e goetiche, in grado di dare seriamente ai loro fedeli potere e soddisfazioni terrene.
Questo potrebbe portare ad immaginare che la loro idea sia quella di avere rapporti puramente “commerciali” con tutta una serie di entità, a cui poter chiedere aiuto.
La ricerca di soddisfazione terrena è di matrice probabilmente Laveyana, sempre ammesso che di questo si tratti realmente: Questo potrebbe portare ad immaginare che un Tradizionale accetti l’esistenza di Satana con un vero e proprio atto di fede, che studi con la costanza e l’impegno di un accademico, ma che al contrario abbia uno scopo ben più pratico e venale. Sicuramente in realtà c’è molto di più, è strano che una simile scuola di pensiero sia in fin dei conti così riduttiva e superficiale nelle sue basi fondanti.
Esistono diverse ipotesi a riguardo, ma nulla di sicuro, anche a causa della totale difformità nei racconti di “fuoriusciti” ed “esperti” del settore, per una “strana” combinazione spesso sacerdoti e giornalisti.
Nel Luciferismo, così come nel Satanismo Gnostico, l’uso della magia è funzionale (come in quello Razionale) al raggiungere un risultato tangibile, pratico e quotidiano. In pratica la magia viene vista come un mezzo tecnico, però con una grossa differenza rispetto alla visione Razionale: infatti, mentre i Razionalisti usano i rituali scritti da LaVey, cioè tutto materiale, diciamo così, di “nuova produzione”, gli Gnostici ed i Luciferiani vedono la magia come il risultato di una serie di studi a tema, da cui prendere il meglio e potenziarlo. La modalità di lavoro è la stessa per ciascuno dei due: esaminare tutte le varie discipline e dottrine, studiarne i testi, capirne la filosofia, prendere ciò che gli serve ed accantonare quello che ritiene inutile per il suo percorso personale o peggio ancora dannoso.
La conoscenza acquisita, poi, verrà riordinata secondo delle regole ben precise e funzionali, che in larga parte rispecchiano quelle di Lavey: infatti, per lo Gnostico, la mente umana è la risorsa in assoluto più grande, in quanto sede del pensiero e della Conoscenza.
Altro importante cardine di ambedue le filosofie è quello della relatività delle esperienze, dell’essere e del mondo, cioè la negazione del pensiero deterministico. Non esistono leggi rigide di causa ed effetto, così come la realtà che percepiamo non è l’unica ed assoluta. Teorie come quelle sulla quantistica, sull’universo olografico e sulla relatività di spazio e tempo sono accettate e seguite concretamente, in una continua unione tra scienza e disciplina magica, priva di contraddizioni evidenti o “misteri della fede”. Insomma, come recita il vecchio motto degli Assassini, “nulla è vero e tutto è permesso”. Motto che è stato ripreso e riportato al suo significato originario: tutto è relativo, quindi tutto diviene possibile.
La magia, concettualmente, viene vista da Luciferiani e Gnostici come la messa in pratica di tutta una serie di atti in potenza: atti che, col loro divenire (il rituale) possono realmente influenzare la realtà, allo stesso modo di tutto il resto. Così come la luce rende visibili le cose e il calore le distrugge, in modo del tutto chiaro e comprensibile nelle sue meccaniche, anche la magia diventa, per queste due filosofie, un qualcosa di funzionante in modo del tutto analogo, anche se ancora non perfettamente spiegato, ma che un domani potrà essere tranquillamente compreso e replicato su scala quasi industriale, così come oggi si accende una lampadina. Mille anni fa sarebbe stata una magia, oggi no.
La disciplina magica Luciferista, sul piano puramente pratico, si differenzia parecchio da quella del Satanismo Gnostico. Infatti è molto ritualizzata e segue delle regole precise, basandosi anche sullo studio del paganesimo e della Goetia, ma con uno sguardo meno dogmatico e restrittivo. In sostanza i testi “classici” vengono usati come basi e referenze, ma non in modo fideistico, diventando quindi uno spunto per sperimentare e verificare la validità anche di altre pratiche. Il vero problema è quello della corretta identificazione della filosofia Luciferiana, e quindi dell’identificazione corretta delle procedure e ritualistiche connesse: spesso, su forum e pubblicazioni, si mescolano varie teorie e visioni, anche del tutto contraddittorie, con una discreta superficialità ed approssimazione, ottenendo ibridi strani tipo il “satanista luciferiano” dedito a rituali “salomonici” o di “alta magia nera”. Non parliamo poi dei siti web che vendono “rituali luciferiani” fai-da-te in scatola, come fossero (anche pericolosi) giochi da tavolo.
Il Satanismo Gnostico, da parte sua, vede la magia in modo ancora meno dogmatico e codificato, pur intendendola, allo stesso modo dei Luciferiani, come una disciplina quasi scientifica, quindi spiegabile ed utilizzabile in modo pratico. Si basa su tre assunti principali, caratteristici suoi e quasi assenti altrove. Uno è quello della Magia del Caos, l’altro è quello della Megapolimanzia, ed il terzo è quello della Gnosi, intesa come atteggiamento mentale teso a conoscere e riordinare ciò che si è appreso.
Partiamo dalla Magia del Caos. Nasce negli anni ’70, ed ha come sua regola primaria quella di non avere particolari divinità o simboli, a cui dare un significato preciso ed immutabile. Non avere un “punto fisso” da cui partire implica la libertà di studiare, applicare, decidere cosa usare e come. Questo porta i seguaci della Magia del caos ad essere molto individualisti, a non avere credenze fisse o dogmi comuni, ritualità stabilite o regole fisse. Il Satanista Gnostico applica questo principio di libertà nello studio, senza quindi porsi dei limiti alle sue ricerche, però con una differenza molto importante rispetto al seguace del Caos: ha un suo ben preciso credo, con simboli, sigilli, figure e divinità ben definite, che sono quelle comuni a gran parte del Satanismo in generale. Satana è la divinità primaria a cui fare riferimento, così come i simboli, i sigilli ed i nomi dei demoni. In pratica sperimenta e studia, senza limitarsi alle forme “classiche” di magia, ma senza essere generalista nelle sue convinzioni come un seguace del Caos. Mentre per quest’ultimo una pratica, se funziona, vale tanto quanto un’altra, per il Satanista Gnostico c’è la necessità, comunque, di fare una netta distinzione tra ciò che può andare e cosa invece deve essere scartato perchè incompatibile con il suo sistema cultuale e simbolico: per ottenere questo risultato, quindi, deve sempre studiare e sperimentare.
Questo ha portato a sviluppare anche pratiche nuove, come la Megapolimanzia. Questa disciplina, relativamente nuova, nata da un romanzo di F. Leiber, si basa sull’assunto che sia possibile, mediante lo studio dei costrutti umani, influenzare l’ambiente, predire il futuro, e più in generale ottenere gli stessi risultati che le altre discipline dicono essere possibili. Potrà sembrare, ad un occhio poco attento, fin ridicolo basare una serie di studi su un romanzo: ma l’idea è effettivamente valida, quindi, a livello di principio, perfettamente funzionante ed ammissibile. Oltretutto è risaputo che in tanti libri sono state predette cose e situazioni poi verificatesi nel giro di poco tempo. Nel suo libro Leiber ipotizza che i costrutti umani, specie le grandi città, siano delle specie di rappresentazioni in piccolo dell’universo: veri e propri microcosmi, che ne seguono le leggi principali. La disposizione delle strade, delle case, dei cavi e fili elettrici, l’attività delle macchine e tutte le attività umane sviluppano quantità enormi di energia, nello stesso modo in cui la produce l’universo “più grande”. In effetti il paragone è sensato: se quindi si riuscisse a catalizzare ed usare questa energia, anche un rituale magico sarebbe più efficace grazie al fatto che dall’inizio alla fine sarebbe finalizzato ad uno scopo preciso, senza doverne impegnare una rilevante parte (di norma quella iniziale) per la produzione ed aggregazione delle energie necessarie.
La dottrina Gnostica, quindi, ha in mente un uso quasi sperimentale della magia, tale da rendere utile e funzionale ad uno scopo ragionato tutta una serie di pratiche che, da sole, sarebbero troppo limitanti e dogmatiche, quindi scopo pratico come esposto da LaVey, supportato da una chiara forma cultuale, ben più codificata rispetto a quella di altre dottrine ma altrettanto valida e molto meno dispersiva.
Per praticamente tutte queste correnti, insomma, “nulla è vero, e tutto è permesso”: non esistendo una realtà unica, la si può influenzare per raggiungere i propri obbiettivi. In quest’ottica è, secondo le varie ideologie magiche, realmente possibile “fare ciò che si vuole”, cioè svincolarsi dai limiti della realtà, visti come relativi e del tutto arbitrari, per plasmarla a proprio piacimento.
Riuscire a padroneggiare con perizia le varie tecniche che permettono di ottenere tutti questi risultati è il traguardo finale di una strada lunga e difficile, ma indubbiamente affascinante.
Come la si percorre? Semplice: ciascuno a suo modo.
Kurtz