CAPITOLO 7: etica, spirito e filosofia del lanciafiamme.
Aug 4, 2014 14:53:56 GMT
Post by Kurtz Rommel on Aug 4, 2014 14:53:56 GMT
In questo nuovo articolo del “Nascondiglio del Diavolo” cercherò di dare un quadro generale delle abitudini, della filosfia e dello stile di vita dei Satanisti odierni.
Innanzitutto chiarisco il termine “lanciafiamme”: è una definizione coniata da un mio conoscente, il quale, cristiano credente e praticante, è stato condizionato da anni di partecipazione alla vita della parrocchia a vedere tutto ciò che è “satanico” come collegato al “diavolo” con corna, forcone e ali da pipistrello, ovviamente abitante in un girone infernale di fuoco eterno. Ne uscì un ragionamento abbastanza contorto sul fatto che il Satanista “sparge le fiamme dell’inferno” nel mondo, con atti di malvagità e peccato. Senza stare a commentare sull’iconografia, medievaleggiante e fin ridicola, che questa persona ha in mente e che ritiene sinceramente valida, è interessante notare come, anche al giorno d’oggi, la disinformazione e la chiusura mentale (in parte naturale, in parte indotta) regnino sovrane tra le persone. Ma a questo punto, viene da chiedersi (domanda trita e ritrita): se questi “lanciafiamme” in realtà non vivono solo per delinquere, cosa fanno? In cosa credono?
Esistono diverse scuole di pensiero che seguono l’ideologia Satanista, ognuna con le sue particolarità e i suoi modi di vedere ed interpretare il Satanismo, ma che comunque hanno delle basi in comune. Di alcune si conosce parecchio, di altre si sa di meno, ma il messaggio che in generale vogliono veicolare è abbastanza simile, legato ad una serie di concetti ben definiti, come quello della conoscenza e del libero arbitrio. Un messaggio filosofico, etico e spirituale insieme.
Partiamo dal primo argomento, relativo alla filosofia.
Da un punto di vista puramente filosofico Satana, in generale per tutte le scuole di pensiero in oggetto, non è il “tentatore”: al contrario, è portatore di conoscenza e libertà personale, che dalle dottrine monoteistiche vengono additate come “tentazioni terrene” da evitare, per rifugiarsi nella deresponsabilizzazione e nella totale dipendenza, ovviamente nei confronti di una guida esterna, che ne è l’unico risultato.
Questo perchè la conoscenza genera, come sua diretta conseguenza, la necessità di farsi delle domande, e di trovare delle risposte. Risposte che spesso portano ad una soluzione puramente terrena a tanti problemi, quindi ad un miglioramento della propria esistenza, anziché al “tacere e subire” tipico del monoteismo più radicale.
Ecco che quindi un modo di fare “controtendenza” viene demonizzato e indicato come negativo.
Ma cos’è questa “conoscenza”? Molto semplice. Non è altro che la capacità di agire in modo responsabile e con il libero arbitrio. Una religione fideistica e dogmatica si basa su precetti fissi ed immutabili: non fare questo, non fare quello, fai così e non cosà, credici e basta, non fare domande e prega. Insomma, subisci e spera che prima o poi si avvera.
In questo modo la mente umana non può avere alcuna possibilità di progredire, bloccata tra regole ferree e l’obbligo a non farsi alcuna domanda, arrivando quindi a chiudersi del tutto e, secondo le varis scuole del Satanismo, a sprecare tutte le sue possibilità.
Senza stare a vedere la cosa in modo così drastico, è doveroso riconoscere che esistono persone che hanno bisogno di questo: senza una guida chiara e precisa, che dica con chiarezza cosa fare o no, molta gente rischia di rimanere schiacciata dal peso di problemi in apparenza insormontabili. Quindi, per queste persone, un supporto esterno è indispensabile per vivere meglio.
I Satanisti, al contrario, rifiutano già in partenza questo tipo di vita: questo è ben esemplificato dal motto “responsabilità al responsabile”, che a volte si sente o si legge in diversi forum e articoli.
Cosa significa questa frase? In generale le varie dottrine dicono la stessa cosa: e cioè che Satana vuole, al contrario di quanto viene imposto dalle dottrine “concorrenti”, che noi sviluppiamo la nostra mente, e ne espandiamo il potenziale al massimo, avendone dei risultati concreti sia sul piano spirituale, sia su quello terreno. Risultati che possono essere sia positivi che negativi, a seconda del grado di comprensione del mondo e di sé che si è raggiunto, e soprattutto delle proprie ambizioni e necessità.
Una maggiore conoscenza a tutto campo consente di ragionare meglio, valutare le proprie azioni prima di compierle ed immaginarsene le conseguenze in modo più preciso, riducendo quindi la possibilità di sbagli personali. Un concetto filosofico, quindi, ma con una sua ben precisa valenza a livello morale.
Passiamo quindi a parlare dell’etica Satanista.
Su questo concetto, di maggiore libertà data dalla conoscenza, si potrebbero innestare diverse deviazioni del discorso, spesso in chiave buonista e politicamente corretta: capire meglio e prima porta a non fare sbagli, quindi a non fare del male, giusto? E invece no. Non è una maggiore conoscenza in senso lato che rende più “buoni”, semplicemente è uno strumento per ottenere i propri fini con sempre minore imprecisione.
Per capire meglio questo concetto, consiglio caldamente di vedere quel capolavoro di Polanski che è La Nona Porta. Alla fine del film si vede il bibliotecario, carico dei libri che ha ritrovato, passare il varco tra il nostro mondo ed uno stato superiore. La domanda è: e adesso cosa farà? Ormai ha la “conoscenza” (adeguatamente simboleggiata, appunto, da dei libri), cosa potrà fare? Farà del bene o del male? Cosa diventerà?
Questo è il concetto che i Satanisti in generale promuovono: la Conoscenza è solo uno strumento, che può essere usato per fare bene o male, in modo sempre più mirato e consapevole, a seconda delle decisioni personali. Date queste premesse, non si parla nemmeno più di “bene” o “male” intesi in senso classico, ma come modo di vivere condizionato sia da delle regole di base, sia soprattutto dal libero arbitrio.
Il libero arbitrio è visto, dai Satanisti, come la capacità di prendere le proprie decisioni in modo del tutto autonomo, a seconda del risultato da raggiungere, senza essere condizionati da fattori esterni e convenzioni sociali. In pratica è il completamento del pensiero crowleyano, sintetizzato in quel famoso “Fai ciò che vuoi”: e cioè, fai pure ciò che vuoi, ma sii pronto a pagare il prezzo e le conseguenze dei tuoi sbagli, in tutti i sensi, dai più personali a quelli strettamente legali.
Questo porta a chiedersi cosa siano, eticamente parlando per un Satanista, il “bene” e il “male”.
Molto semplice. Il “bene” è il raggiungimento di una sempre maggiore consapevolezza e libertà personale, ottenuta con un modo di vivere responsabile e ragionato, i cui unici vincoli sono dati dal rispetto della libertà personale altrui, delle leggi e della vita. Il “male”, invece, è l’esatto opposto, cioè una vita egoista, inutilmente materialista e senza regole di sorta (cioè, guardacaso, proprio ciò che la “propaganda” di parte avversa descrive come la norma per i Satanisti).
Parlavo anche di spiritualità: è la terza parte di questo articolo, magari più mistica in quanto più considerata da alcune dottrine rispetto ad altre, ma giustamente da considerare. Dove si ritrova un fattore puramente spirituale in quella che è la filosofia Satanista? Molto semplice, in ciò quasi tutte le dottrine indicano come logico effetto, sull’anima della persona, di questo modo di vivere. Questo effetto è la trasformazione dell’anima, ottenuta mediante l’applicazione del libero pensiero e della conoscenza personale, in una sorta di divinità.
Secondo alcune scuole di pensiero è un percorso che parte da zero, secondo altre è una sorta di “ritorno alle origini” da parte di un’anima già intesa come un’entità divina, con tutta una ricchissima serie di sfumature nel mezzo. Il risultato, secondo quasi tutte le dottrine, è l’ascesa dell’anima ad una condizione superiore.
Ho detto “quasi”, perchè in alcune particolari dottrine, come quella razionale, Satana è visto come un archetipo, non come un’entità reale ed esistente, ma il messaggio è esattamente lo stesso, e cioè quello che ci porta all’ultimo paragrafo di questo nuovo articolo, relativo allo stile di vita del Satanista. Si potrà immaginare che il Satanista giri vestito di nero, con teschi e pentacoli al collo, o che si raduni in cimiteri e chiese sconsacrate: tutti luoghi comuni, che non rispecchiano la realtà.
Questo stile di vita, in realtà, non rispetta idee preconcette od etichette, difatti è estremamente diverso da persona a persona: non ci sono “dress code” da rispettare, si trovano satanisti vestiti da punk come persone in giacca e cravatta, non ci sono limiti personali esclusi quelli già detti e ribaditi, non ci sono obblighi “religiosi” tipo quello di fare del proselitismo o donazioni, od anche seguire strani precetti alimentari, insomma si tratta di uno stile di vita basato sulla totale autonomia. Un Satanista può essere chiunque, ed indipendentemente dal suo lavoro, dalle sue abitudini, dai suoi gusti, dalle sue idee personali. Insomma, è un tipo di vita teso a svilupparsi pienamente, senza costrizioni, senza farsi mai sottomettere da gerarchie esterne, migliorandosi costantemente per raggiungere uno stato di consapevolezza superiore. Che poi questo stato sia a livello spirituale, come le scuole di pensiero cosiddette “teiste” (cioè quelle che vedono Satana come realmente esistente) prospettano, o puramente filosofico, come viene visto in veste razionale, è in fin dei conti una disquisizione: l’importante è che chi sceglie questa strada la segua con serietà e costanza, senza deviare mai, senza mai dubitare delle sue capacità, superando i suoi limiti ma rispettando sempre quelli degli altri, senza abusare di nessuno o commettere crimini, e soprattutto rispettando sempre e comunque la legalità.
Innanzitutto chiarisco il termine “lanciafiamme”: è una definizione coniata da un mio conoscente, il quale, cristiano credente e praticante, è stato condizionato da anni di partecipazione alla vita della parrocchia a vedere tutto ciò che è “satanico” come collegato al “diavolo” con corna, forcone e ali da pipistrello, ovviamente abitante in un girone infernale di fuoco eterno. Ne uscì un ragionamento abbastanza contorto sul fatto che il Satanista “sparge le fiamme dell’inferno” nel mondo, con atti di malvagità e peccato. Senza stare a commentare sull’iconografia, medievaleggiante e fin ridicola, che questa persona ha in mente e che ritiene sinceramente valida, è interessante notare come, anche al giorno d’oggi, la disinformazione e la chiusura mentale (in parte naturale, in parte indotta) regnino sovrane tra le persone. Ma a questo punto, viene da chiedersi (domanda trita e ritrita): se questi “lanciafiamme” in realtà non vivono solo per delinquere, cosa fanno? In cosa credono?
Esistono diverse scuole di pensiero che seguono l’ideologia Satanista, ognuna con le sue particolarità e i suoi modi di vedere ed interpretare il Satanismo, ma che comunque hanno delle basi in comune. Di alcune si conosce parecchio, di altre si sa di meno, ma il messaggio che in generale vogliono veicolare è abbastanza simile, legato ad una serie di concetti ben definiti, come quello della conoscenza e del libero arbitrio. Un messaggio filosofico, etico e spirituale insieme.
Partiamo dal primo argomento, relativo alla filosofia.
Da un punto di vista puramente filosofico Satana, in generale per tutte le scuole di pensiero in oggetto, non è il “tentatore”: al contrario, è portatore di conoscenza e libertà personale, che dalle dottrine monoteistiche vengono additate come “tentazioni terrene” da evitare, per rifugiarsi nella deresponsabilizzazione e nella totale dipendenza, ovviamente nei confronti di una guida esterna, che ne è l’unico risultato.
Questo perchè la conoscenza genera, come sua diretta conseguenza, la necessità di farsi delle domande, e di trovare delle risposte. Risposte che spesso portano ad una soluzione puramente terrena a tanti problemi, quindi ad un miglioramento della propria esistenza, anziché al “tacere e subire” tipico del monoteismo più radicale.
Ecco che quindi un modo di fare “controtendenza” viene demonizzato e indicato come negativo.
Ma cos’è questa “conoscenza”? Molto semplice. Non è altro che la capacità di agire in modo responsabile e con il libero arbitrio. Una religione fideistica e dogmatica si basa su precetti fissi ed immutabili: non fare questo, non fare quello, fai così e non cosà, credici e basta, non fare domande e prega. Insomma, subisci e spera che prima o poi si avvera.
In questo modo la mente umana non può avere alcuna possibilità di progredire, bloccata tra regole ferree e l’obbligo a non farsi alcuna domanda, arrivando quindi a chiudersi del tutto e, secondo le varis scuole del Satanismo, a sprecare tutte le sue possibilità.
Senza stare a vedere la cosa in modo così drastico, è doveroso riconoscere che esistono persone che hanno bisogno di questo: senza una guida chiara e precisa, che dica con chiarezza cosa fare o no, molta gente rischia di rimanere schiacciata dal peso di problemi in apparenza insormontabili. Quindi, per queste persone, un supporto esterno è indispensabile per vivere meglio.
I Satanisti, al contrario, rifiutano già in partenza questo tipo di vita: questo è ben esemplificato dal motto “responsabilità al responsabile”, che a volte si sente o si legge in diversi forum e articoli.
Cosa significa questa frase? In generale le varie dottrine dicono la stessa cosa: e cioè che Satana vuole, al contrario di quanto viene imposto dalle dottrine “concorrenti”, che noi sviluppiamo la nostra mente, e ne espandiamo il potenziale al massimo, avendone dei risultati concreti sia sul piano spirituale, sia su quello terreno. Risultati che possono essere sia positivi che negativi, a seconda del grado di comprensione del mondo e di sé che si è raggiunto, e soprattutto delle proprie ambizioni e necessità.
Una maggiore conoscenza a tutto campo consente di ragionare meglio, valutare le proprie azioni prima di compierle ed immaginarsene le conseguenze in modo più preciso, riducendo quindi la possibilità di sbagli personali. Un concetto filosofico, quindi, ma con una sua ben precisa valenza a livello morale.
Passiamo quindi a parlare dell’etica Satanista.
Su questo concetto, di maggiore libertà data dalla conoscenza, si potrebbero innestare diverse deviazioni del discorso, spesso in chiave buonista e politicamente corretta: capire meglio e prima porta a non fare sbagli, quindi a non fare del male, giusto? E invece no. Non è una maggiore conoscenza in senso lato che rende più “buoni”, semplicemente è uno strumento per ottenere i propri fini con sempre minore imprecisione.
Per capire meglio questo concetto, consiglio caldamente di vedere quel capolavoro di Polanski che è La Nona Porta. Alla fine del film si vede il bibliotecario, carico dei libri che ha ritrovato, passare il varco tra il nostro mondo ed uno stato superiore. La domanda è: e adesso cosa farà? Ormai ha la “conoscenza” (adeguatamente simboleggiata, appunto, da dei libri), cosa potrà fare? Farà del bene o del male? Cosa diventerà?
Questo è il concetto che i Satanisti in generale promuovono: la Conoscenza è solo uno strumento, che può essere usato per fare bene o male, in modo sempre più mirato e consapevole, a seconda delle decisioni personali. Date queste premesse, non si parla nemmeno più di “bene” o “male” intesi in senso classico, ma come modo di vivere condizionato sia da delle regole di base, sia soprattutto dal libero arbitrio.
Il libero arbitrio è visto, dai Satanisti, come la capacità di prendere le proprie decisioni in modo del tutto autonomo, a seconda del risultato da raggiungere, senza essere condizionati da fattori esterni e convenzioni sociali. In pratica è il completamento del pensiero crowleyano, sintetizzato in quel famoso “Fai ciò che vuoi”: e cioè, fai pure ciò che vuoi, ma sii pronto a pagare il prezzo e le conseguenze dei tuoi sbagli, in tutti i sensi, dai più personali a quelli strettamente legali.
Questo porta a chiedersi cosa siano, eticamente parlando per un Satanista, il “bene” e il “male”.
Molto semplice. Il “bene” è il raggiungimento di una sempre maggiore consapevolezza e libertà personale, ottenuta con un modo di vivere responsabile e ragionato, i cui unici vincoli sono dati dal rispetto della libertà personale altrui, delle leggi e della vita. Il “male”, invece, è l’esatto opposto, cioè una vita egoista, inutilmente materialista e senza regole di sorta (cioè, guardacaso, proprio ciò che la “propaganda” di parte avversa descrive come la norma per i Satanisti).
Parlavo anche di spiritualità: è la terza parte di questo articolo, magari più mistica in quanto più considerata da alcune dottrine rispetto ad altre, ma giustamente da considerare. Dove si ritrova un fattore puramente spirituale in quella che è la filosofia Satanista? Molto semplice, in ciò quasi tutte le dottrine indicano come logico effetto, sull’anima della persona, di questo modo di vivere. Questo effetto è la trasformazione dell’anima, ottenuta mediante l’applicazione del libero pensiero e della conoscenza personale, in una sorta di divinità.
Secondo alcune scuole di pensiero è un percorso che parte da zero, secondo altre è una sorta di “ritorno alle origini” da parte di un’anima già intesa come un’entità divina, con tutta una ricchissima serie di sfumature nel mezzo. Il risultato, secondo quasi tutte le dottrine, è l’ascesa dell’anima ad una condizione superiore.
Ho detto “quasi”, perchè in alcune particolari dottrine, come quella razionale, Satana è visto come un archetipo, non come un’entità reale ed esistente, ma il messaggio è esattamente lo stesso, e cioè quello che ci porta all’ultimo paragrafo di questo nuovo articolo, relativo allo stile di vita del Satanista. Si potrà immaginare che il Satanista giri vestito di nero, con teschi e pentacoli al collo, o che si raduni in cimiteri e chiese sconsacrate: tutti luoghi comuni, che non rispecchiano la realtà.
Questo stile di vita, in realtà, non rispetta idee preconcette od etichette, difatti è estremamente diverso da persona a persona: non ci sono “dress code” da rispettare, si trovano satanisti vestiti da punk come persone in giacca e cravatta, non ci sono limiti personali esclusi quelli già detti e ribaditi, non ci sono obblighi “religiosi” tipo quello di fare del proselitismo o donazioni, od anche seguire strani precetti alimentari, insomma si tratta di uno stile di vita basato sulla totale autonomia. Un Satanista può essere chiunque, ed indipendentemente dal suo lavoro, dalle sue abitudini, dai suoi gusti, dalle sue idee personali. Insomma, è un tipo di vita teso a svilupparsi pienamente, senza costrizioni, senza farsi mai sottomettere da gerarchie esterne, migliorandosi costantemente per raggiungere uno stato di consapevolezza superiore. Che poi questo stato sia a livello spirituale, come le scuole di pensiero cosiddette “teiste” (cioè quelle che vedono Satana come realmente esistente) prospettano, o puramente filosofico, come viene visto in veste razionale, è in fin dei conti una disquisizione: l’importante è che chi sceglie questa strada la segua con serietà e costanza, senza deviare mai, senza mai dubitare delle sue capacità, superando i suoi limiti ma rispettando sempre quelli degli altri, senza abusare di nessuno o commettere crimini, e soprattutto rispettando sempre e comunque la legalità.