Post by valentina999 on Jul 16, 2014 22:52:18 GMT
In epoca moderna, la burrascosa Lilith è stata (ed è ancora) oggetto di superficiali interpretazioni, una figura assiduamente ed ERRONEAMENTE correlata al femminismo più sfrenato nonché, fra le correnti pseudo-sataniste di stampo (nazi-) razzista-Silent Hilliano, spacciata per una "Madre" o fantomatica "Grande Madre" di portata antichissima a cui spesso vi si riferisce con espressioni stupide e ben lontane dalla vera essenza del personaggio come ad esempio "la madre è Dio", in modo tale da assimilarla accuratamente con figure inventate dai videogiochi moderni.
Ma la storia parla chiaro, come a parlar chiaro sono soprattutto le vere origini di Lilith rintracciabili nelle antiche religioni orientali sumero-accadiche e babilonesi, dove ella veniva rappresentata tutt'altro che come una "madre".
A testimoniarne in primis la provenienza sumera è infatti la radice del nome, "lil" che era tradizionalmente utilizzata per identificare entità malvagie come Ninlil, Anlil ed Enlil. Inoltre, nel 2000 a.C., Lilith fu "Ki-sikil-lil-la-ke", un demone femminile di cui si narra in un racconto che ha come protagonisti Inanna e Gilgamesh. Il racconto è quello de "l'albero huluppu" e Lilith viene qui a raffigurare una vergine oscura che costruisce la sua dimora nel tronco di un albero impedendo alla dea Inanna di utilizzarne la legna. Ecco che si evince già perfettamente la sua identità SEPARATA IN TOTO da quella di Inanna, una concezione ben differente da quella che irromperà in epoca tarda e vedrà poi Lilith sfociare, nel XX secolo (per mano della Wicca), in un mero simbolo di femminilità che si ribella allo schiavismo delle culture patriarcali.
In antiche incisioni cuneiformi appaiono i termini "Lilit" e "Lilitu" che si riferiscono a demoni apportatori di malattie come peste, mutilazioni, isterismo e fra i più importanti vi erano Namtar e Rabisu, citati assieme a Lilith in numerose preghiere di scongiuri. Lilitu era anche Anath, sovrana delle tenebre e dell'oltretomba le cui serve erano genericamente prostitute, meretrici, dedite a rituali carnali in onore del demone, una pratica che si diffuse soprattutto a Canaan.
Le popolazioni nomadi scorsero invece in Lilith il travolgente vento del sud-ovest e il nome dunque assunse il significato di "spirito del vento" accompagnato dall'accadico "Signora dell'aria".
Sempre dall'epoca Mesopotamica giunge la visione del demone come un incubo notturno e persino come vampiro; assieme a Lilu (demone maschile) e Ardat Lili (sua figlia e di Lilu) formava una triade di spiriti immondi babilonesi in cui Lilitu svolgeva la funzione di disturbatore del sonno, irrompendo furtiva nelle dimore di uomini e donne sole, provocando incubi e gravissimi spaventi notturni e nelle case in cui vi erano bambini incustoditi soffocandoli mentre dormivano o rapendoli per poi ucciderli e divorarli.
È proprio su questo binario che si ha ben presto la conversione da incubo a tremendo succubo: Lilith sorprendeva uomini in piena notte costringendoli ad un intenso rapporto sessuale e privandoli di enormi quantità di sangue. Nei giorni seguenti, tali malcapitati ormai infetti del tocco perverso del rapace finivano per sprofondare in atroci agonie psichiche, deliri, cali di autostima, insoffribili sensi di oppressione e pesantezza (di già avvertiti durante il forzato rapporto sessuale), follia, depressione, per poi essere inspiegabilmente colti da sudore freddo, pianti, convulsioni e attacchi di panico, proprio come se fossero vittime di improvvise malattie neurologiche.
In alcuni testi, la spietata creatura viene associata con Alp e Mara, due spiriti che dissanguano le proprie vittime attraverso rituali sessuali e questo è il motivo per cui venivano redatte molte preghiere allo scopo di tenere il più lontano possibile tali fameliche belve notturne; importante è inoltre citare altre due figure, Lamassu e Lamastu, spettri apportatori di terribile pestilenza connessi all'infausto operato di Lilith.
Ma ecco che in epoca egizia e greca, Lilith finisce per perdere quasi del tutto i caratteri di figura animica, legata al terrore delirante e irrazionale che la rendevano una naturale espressione ctonia e comincia ad assumere tutti gli aspetti di donna legata alla magia e al principio femminile, fino a divenire una sorta di valchiria ribelle a causa dei divieti posti sulla carnalità e il desiderio sessuale dalle incombenti religioni patriarcali. In tal modo il demone terrestre si sposta sui piani astrali e trova dimora fra i cicli lunari a cui viene rapportato in seguito alla sua identificazione con la dea Iside e la Ecate greca.
Nonostante ciò, in lei ancora permangono gli aspetti atavici di essere notturno e incantatore, aspetti che si evolvono nella figura della strega e in contemporaneo assorbono la concezione della femminilità lunare che sfocierà in quella della Grande Madre identificata con Inanna, Astarte, Ishtar e Asherah, dando infine vita alla famosa leggenda ebraica e alla simbologia della Luna Nera.
A causa di queste tarde assimilazioni, Lilith viene anche totalmente privata della fisionomia antica che la dipingeva come donna in atteggiamento sensuale ma coperta di peli (com'era usanza nelle zone mediorientali) e munita di grossi e deformi artigli di rapace, che altro non erano che una palese espressione del suo carattere violento e sessualmente avido. Con il tramonto di tale ispida versione, Lilith diviene bellissima, intrisa di un fascino quasi etereo e seducente e così appare in ambito ebraico, nelle vesti di prima donna di Adamo; d'ora in avanti la civetta sarà il suo animale-simbolo. In recenti traduzioni ebraiche viene però spesso denominata "gufo", "gufo della notte" o persino "serpente", in quanto, secondo molti teologi, fu proprio Lilith, e non Satana, l'entità celata nel corpo del sinuoso animale che istigò l'uomo ad assaporare il frutto proibito della Conoscenza.
Scritto da: Valentina Milton
- Questo articolo è in collaborazione con il Forum - Satanisti la Nostra Verità
LINK: satanisti.forumfree.it/
Ma la storia parla chiaro, come a parlar chiaro sono soprattutto le vere origini di Lilith rintracciabili nelle antiche religioni orientali sumero-accadiche e babilonesi, dove ella veniva rappresentata tutt'altro che come una "madre".
A testimoniarne in primis la provenienza sumera è infatti la radice del nome, "lil" che era tradizionalmente utilizzata per identificare entità malvagie come Ninlil, Anlil ed Enlil. Inoltre, nel 2000 a.C., Lilith fu "Ki-sikil-lil-la-ke", un demone femminile di cui si narra in un racconto che ha come protagonisti Inanna e Gilgamesh. Il racconto è quello de "l'albero huluppu" e Lilith viene qui a raffigurare una vergine oscura che costruisce la sua dimora nel tronco di un albero impedendo alla dea Inanna di utilizzarne la legna. Ecco che si evince già perfettamente la sua identità SEPARATA IN TOTO da quella di Inanna, una concezione ben differente da quella che irromperà in epoca tarda e vedrà poi Lilith sfociare, nel XX secolo (per mano della Wicca), in un mero simbolo di femminilità che si ribella allo schiavismo delle culture patriarcali.
In antiche incisioni cuneiformi appaiono i termini "Lilit" e "Lilitu" che si riferiscono a demoni apportatori di malattie come peste, mutilazioni, isterismo e fra i più importanti vi erano Namtar e Rabisu, citati assieme a Lilith in numerose preghiere di scongiuri. Lilitu era anche Anath, sovrana delle tenebre e dell'oltretomba le cui serve erano genericamente prostitute, meretrici, dedite a rituali carnali in onore del demone, una pratica che si diffuse soprattutto a Canaan.
Le popolazioni nomadi scorsero invece in Lilith il travolgente vento del sud-ovest e il nome dunque assunse il significato di "spirito del vento" accompagnato dall'accadico "Signora dell'aria".
Sempre dall'epoca Mesopotamica giunge la visione del demone come un incubo notturno e persino come vampiro; assieme a Lilu (demone maschile) e Ardat Lili (sua figlia e di Lilu) formava una triade di spiriti immondi babilonesi in cui Lilitu svolgeva la funzione di disturbatore del sonno, irrompendo furtiva nelle dimore di uomini e donne sole, provocando incubi e gravissimi spaventi notturni e nelle case in cui vi erano bambini incustoditi soffocandoli mentre dormivano o rapendoli per poi ucciderli e divorarli.
È proprio su questo binario che si ha ben presto la conversione da incubo a tremendo succubo: Lilith sorprendeva uomini in piena notte costringendoli ad un intenso rapporto sessuale e privandoli di enormi quantità di sangue. Nei giorni seguenti, tali malcapitati ormai infetti del tocco perverso del rapace finivano per sprofondare in atroci agonie psichiche, deliri, cali di autostima, insoffribili sensi di oppressione e pesantezza (di già avvertiti durante il forzato rapporto sessuale), follia, depressione, per poi essere inspiegabilmente colti da sudore freddo, pianti, convulsioni e attacchi di panico, proprio come se fossero vittime di improvvise malattie neurologiche.
In alcuni testi, la spietata creatura viene associata con Alp e Mara, due spiriti che dissanguano le proprie vittime attraverso rituali sessuali e questo è il motivo per cui venivano redatte molte preghiere allo scopo di tenere il più lontano possibile tali fameliche belve notturne; importante è inoltre citare altre due figure, Lamassu e Lamastu, spettri apportatori di terribile pestilenza connessi all'infausto operato di Lilith.
Ma ecco che in epoca egizia e greca, Lilith finisce per perdere quasi del tutto i caratteri di figura animica, legata al terrore delirante e irrazionale che la rendevano una naturale espressione ctonia e comincia ad assumere tutti gli aspetti di donna legata alla magia e al principio femminile, fino a divenire una sorta di valchiria ribelle a causa dei divieti posti sulla carnalità e il desiderio sessuale dalle incombenti religioni patriarcali. In tal modo il demone terrestre si sposta sui piani astrali e trova dimora fra i cicli lunari a cui viene rapportato in seguito alla sua identificazione con la dea Iside e la Ecate greca.
Nonostante ciò, in lei ancora permangono gli aspetti atavici di essere notturno e incantatore, aspetti che si evolvono nella figura della strega e in contemporaneo assorbono la concezione della femminilità lunare che sfocierà in quella della Grande Madre identificata con Inanna, Astarte, Ishtar e Asherah, dando infine vita alla famosa leggenda ebraica e alla simbologia della Luna Nera.
A causa di queste tarde assimilazioni, Lilith viene anche totalmente privata della fisionomia antica che la dipingeva come donna in atteggiamento sensuale ma coperta di peli (com'era usanza nelle zone mediorientali) e munita di grossi e deformi artigli di rapace, che altro non erano che una palese espressione del suo carattere violento e sessualmente avido. Con il tramonto di tale ispida versione, Lilith diviene bellissima, intrisa di un fascino quasi etereo e seducente e così appare in ambito ebraico, nelle vesti di prima donna di Adamo; d'ora in avanti la civetta sarà il suo animale-simbolo. In recenti traduzioni ebraiche viene però spesso denominata "gufo", "gufo della notte" o persino "serpente", in quanto, secondo molti teologi, fu proprio Lilith, e non Satana, l'entità celata nel corpo del sinuoso animale che istigò l'uomo ad assaporare il frutto proibito della Conoscenza.
Scritto da: Valentina Milton
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